domenica 18 dicembre 2011

L'IMBECILLE DEL GIORNO

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GLI OTTIMISTI AL POTERE.
"Siamo già in recessione"


Le esternazioni, che tireranno su il morale agli Italiani, del ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture, (pensare che questo ministero viene affidato quasi sempre a economisti geniali di elevata statura intellettuale, vedi Di Pietro):

Corriere della sera, 1 dicembre 2011: "Passera: rischiamo la recessione".
Corriere della sera, 17 dicembre 20111: "Passera: siamo è in recessione".

Sono bastate 2 settimane di governo Monti. Il governo a favore delle tasse e contro le liberalizzazioni.

Il ministro Passera, bocconiano (titolo che potrebbe ottenere anche Di Pietro honoris causa) è stato direttore generale o amministratore delegato di enti pubblici e privati come: Gruppo Editoriale L'Espresso (1991), Banco Ambrosiano Veneto (1996), Poste Italiane(1998) per arrivare a tempi più recenti (2008), advisor dell'operazione di salvataggio Alitalia che rafforza il monopolio nel trasporto aereo su molte tratte nazionali. Nello stesso anno fa parte della cordata di imprenditori soci di Cai, presieduta da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, che si uniscono per l'acquisto dell'Alitalia.

Lui non può dire "Siamo in recessione" ma semmai "Siete in recessione!"

giovedì 8 dicembre 2011

L'UNICA MANOVRA UTILE FONDATA SULL'EQUITA'.

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Togliere 2 zeri dagli stipendi di tutti i Guarguaglini d'Italia.
Risparmio: 1,3 MILIARDI.



PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI, ingegnere elettronico, dal 2002 Amministratore Delegato della Finmeccanica, 2.700.000 euro all'anno. Ripeto, 2,7 milioni di euro all'anno per dieci anni fino al 2011, dicembre 2011, quando insieme alla moglie MARINA GROSSI (amministratore delegato di Selex Sistemi Integrati), viene indagato dalla Procura di Roma per frode fiscale e false fatturazioni per operazioni inesistenti, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti assegnati dall'Enav a Selex Sistemi Integrati.
Adesso Guarguaglini si è dimesso. Chiede e avrà una buonuscita di 4.000.000.
Marina Grossi, AD di Selex Sistemi Integrati dal 2005, prende 900.000 euro annuali.
Nel corso del 2010, esplode una bufera giudiziaria su Selex Sistemi Integrati.
Il pubblico ministero Paolo Ielo indaga su commesse ricevute dal 2005 al 2010. Queste, secondo il GIP, sono state concesse in subappalto a società esterne, sovrafatturandole per creare fondi neri.
Questo salvadanaio poi, venne usato per le tangenti e le regalie da distribuire a consulenti, amministratori pubblici e cassieri di partiti politici.

Rendetevi conto. Truffe e ruberie a parte, marito e moglie prendono ufficialmente, per la follia di chi ha creato stipendi cosi vertiginosi, 3.600.000 euro all'anno, 300.000 euro al mese, 10.000 euro al giorno e si permettono il lusso di incorrere in reati fiscali, corruzione, ecc.‎10.000 euro al giorno, e c'è chi si indigna, come me, perchè i consiglieri regionali della Calabria prendono 36.000 euro al mese!!!

domenica 27 novembre 2011

CONTEGGIATI FRA I POVERI IN AUMENTO

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Nel 2010 una coppia di Venezia dichiarò al Fisco sei euro.
Non denunciò la vendita di 180 ettari di terreno con cui incassò 65 milioni di euro.




Nella dichiarazione dei redditi del 2010 avevano dichiarato sei euro in tutto. 5 lui e 1 la moglie. Insomma, nullatenenti. In realtà la coppia, marito e moglie, qualcosa - in banca - la teneva.
Solo che si era dimenticata di denunciare l'incasso della vendita di 180 ettari di terreno: un incasso della modica cifra di 65 milioni di euro, ovvero la transazione immobiliaremaggiore realizzata nella provincia di Venezia nell’ultimo quinquennio.
La coppia di "nullatenenti" aveva venduto un'immensa area sul litorale di Eraclea equivalente a oltre 200 campi da calcio. Ne era proprietario l'uomo. Grazie agli accertamenti delle Fiamme Gialle del capoluogo veneto è stato scoperto che, attraverso due società con sede in Lussemburgo, veniva gestito un cospicuo patrimonio immobiliare. Ed era proprio dietro a queste due società che c’era il 68enne italiano, da sempre evasore totale. Per il 2009 e il 2010 l'uomo aveva dichiarato redditi rispettivamente per appena 4 e 5 euro, mentre la moglie nel 2010 aveva dichiarato un solo euro di reddito.
A carico dei coniugi la Finanza ha, invece, constatato redditi omessi per oltre 26 milioni di euro e corrispondenti imposte per circa 11 milioni. Somme calcolate dalla Guardia di Finanza in via presuntiva sugli investimenti di somme detenute all’estero che variavano tra i 140 e i 200 milioni.

mercoledì 23 novembre 2011

36 MILA EURO MENSILI.

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I CONSIGLIERI REGIONALI CALABRESI, quelli che incassano più dei colleghi di altre Regioni, più dei parlamentari europei e nazionali, non vogliono mollare nemmeno un centesimo del loro malloppo.
Lontani anni luce dai problemi della gente.

Come dire: 432.000 (QUATTROCENTOTRENTADUEMILA) cocuzze all'anno!!!

lunedì 21 novembre 2011

PER MOLTI E' UNA VERGOGNA...

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... non sanno quanto incassa un consigliere regionale calabrese.

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mercoledì 16 novembre 2011

DINAMICHE DEMENZIALI DEL MERCATO DEL LAVORO.

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Come scoraggiare i datori di lavoro. Come creare disoccupazione




Follie giudiziarie: un giorno di lavoro dà diritto al posto fisso.


Varazze, Italia, 1 luglio 2010: un lavapiatti egiziano di 32 anni firma il contratto a termine per lavorare in un ristorante. Previsto il classico periodo di prova, durata trenta giorni. Al datore di lavoro ne basta però uno solo: la sera stessa, avverte il lavapiatti che non se ne fa nulla. Non lo ritiene all’altezza. Otto ore per dirsi addio. Così pensa il titolare. Ma la storia è solo all’inizio. Il lavapiatti si prende un avvocato e fa causa. A decidere, proprio in queste ore di interminabili discussioni sulle discrasie nel mercato del lavoro, è il tribunale di Milano. Verdetto storico, come se il lavapiatti pescasse il biglietto magico del Superenalotto: il giudice impone al ristoratore di pagare 14.200 euro come risarcimento, di riassumere il lavoratore, ma soprattutto di riassumerlo a tempo indeterminato. Per sempre, anche se l’accordo tra le parti era a termine, sei mesi da luglio a dicembre. Comunque la si giri, è sentenza choc. E chissà se tra i suoi superpoteri magici SuperMario ha pure quello di spiegarsi certe sentenze, di spiegarsi un mercato del lavoro regolato da una simile giustizia. Se ne sentirebbe il bisogno, per metterci mano.

Nelle motivazioni del tribunale, si legge che «una sola giornata non è sufficiente per valutare le capacità del lavoratore». E questa, lo capisce chiunque, è una solenne verità. Ma il punto, in questo perfetto esempio di Italia alla brace, non è questo. Può darsi davvero che il datore di lavoro abbia usato in modo troppo disinvolto il periodo di prova. Può darsi davvero che il lavapiatti sia vittima di una palese ingiustizia, tanto da meritare un risarcimento. Difatti, non è il risarcimento che colpisce. Quello che davvero nessuno riuscirà mai a capire è perché il ristoratore debba riprendersi il lavapiatti a tempo indeterminato. Dopo aver firmato un accordo per sei mesi, il lavapiatti si ritrova 14mila euro e il posto fisso. Cos’è, un nuovo miracolo italiano?

Dirà qualcuno: c’è ben altro. Nella terra del ben altro, anche l’assurdo diventa sempre secondario. Con questa nostra vocazione a rimpallare qualsiasi grana, perché in giro ci sono grane peggiori, ci siamo lentamente imbucati nell’incubo dello spread, consegnandoci nelle mani degli spread-giudicati. Ma SuperMario, con la sola imposizione delle mani, non può non percepire come queste dinamiche demenziali nel mercato del lavoro siano un problema centrale.
Che un tizio parta con una causa per ottenere giustizia e si ritrovi ricoperto di fortune resta un assurdo, anche se c’è ben altro.
Non è nemmeno il caso di spiegarlo: il lavoratore a tempo determinato va protetto dalle carognate del suo titolare. Ma che un tribunale lo risarcisca con il posto fisso è francamente difficile da accettare, persino qui, dove siamo allenatissimi alla giustizia acrobatica.

Certo, c’è ben altro. Ma prima o poi bisognerà cominciare. Da anni abbiamo poche certezze realmente condivise: «non ci sono più le mezze stagioni» e «bisogna riformare il mercato del lavoro». SuperMario ha i superpoteri, ma farà meno fatica a ridarci le mezze stagioni.

sabato 12 novembre 2011

LO STRAPOTERE DELLA MAGISTRATUTA. METODO BOCCASSINI.

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DOTT. CHIRIACO. PRIMA DELLA CURA.


Dott. Carlo Antonio Chiriaco. Nato a Reggio Calabria il 18 ottobre 1950, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Pavia. Nel 1985 ha conseguito il diploma di specializzazione post laurea in Statistica Sanitaria. Nel 1989 ha conseguito il diploma di specializzazione post laurea in Odontoiatria.

Nel luglio 2010 viene arrestato per associazione mafiosa. Intercettazioni telefoniche lo condannano a restare in carcere fino ad ieri. Viene scarcerato, dopo 16 mesi di massima sicurezza e di gogna mediatica, perchè le intercettazioni erano state manipolate dalla procura di Milano.

DOPO LA CURA.


http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2011/01/08/news/chiriaco-e-malato-ma-resta-in-carcere-1.633490 http://www.allarmemilano-speranzamilano.it/contenuti/carlo_antonio_chiriaco http://www.ilgiornale.it/interni/le_intercettazioni_incastrano_solo_poveri/16-11-2011/articolo-id=557142-page=0-comments=1
Poichè NON SONO CRISTIANO, e perciò libero dal vincolo della carità e della bontà, auguro a tutti gli UTILI IDIOTI che sostengono la Magistratura Italiana contro ogni riforma, di vivere anche loro solo 16 giorni, non 16 mesi, l'esperienza vissuta dal collega Antonio Carlo Chiriaco.

giovedì 27 ottobre 2011

LA MENSA DEI POVERACCI.

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Il misero pasto di un poveraccio.


Trofie (pasta fresca), asparagi e speck 0,87
1 ananas 0,43
1 Torta della nonna 0,67
! Insalata Spinaci e Prmigiano 1,75
1 Tagliata con rucola, grana, ac. Balsamico 3,41
1 Bevanda 0,37

Totale pasto 7,50
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domenica 16 ottobre 2011

PERCHE', CI AVEVATE CREDUTO?

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Il Consiglio Regionale della Calabria non ha ancora deciso di tagliare quel poco, ridicolo e sbandierato 10% sui i rimborsi ai gruppi consiliari e del 25% sui i rimborsi per i trasferimenti dei consiglieri, la Regione avrebbe risparmiato 1.300.000€ l’anno. Bulimici insaziabili!

sabato 23 luglio 2011

CALABRIA. LA REGIONE DEL MEGASPERPERO. E SCOPELLITI USA LE FORBICINE.

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Il Presidente della Regione Calabria Scopelliti, insediatosi da più di un anno, è ospite in questi giorni di giornali e televisioni ed è additato come il presidente che ha iniziato a sforbiciare i costi della politica.
La giunta di centrosinistra che lo ha preceduto, in cinque anni ha moltiplicato le voci delle spese, molte delle quali frutto di una fervida fantasia.

Solo pochi addetti ai lavori conoscono l’entità dello sperpero di danaro pubblico del carrozzone Regione Calabria, un megasperpero che fa dei politici calabresi un branco di lupi affamati di prebende.

L’indennità netta di un semplice consigliere è di 11.316,80 euro. In assoluto, la più alta indennità d’Italia. Ma non è tutta qua.

La legge regionale consente a partiti ed eletti al consiglio regionale di percepire indennità di carica e gettoni di presenza.
Il fondo concesso ammonta a 444.497 euro per ogni gruppo, più 144.497 euro per l'attività di gruppo.
Il risultato di tutto ciò è che, sotto la presidenza Loiero, i consiglieri dell'Ulivo, della Margherita e dell'UDEUR si sono costituiti in 12 sottogruppi, molti dei quali avevano un solo consigliere e hanno incamerato, oltre agli stipendi altissimi, anche un extra pari a 1 miliardo di vecchie lire per il loro «gruppo».

Attualmente in consiglio regionale vi sono 9 gruppi consiliari. Ogni anno ad ogni gruppo consiliare toccano, per lo stesso motivo, 588.995 euro.
Vanno meglio i gruppi piccoli. Meglio di tutti il gruppo Insieme per la Calabria che è formato da 2 consiglieri. In questo caso il consigliere oltre agli 11.316 euro arraffa anche 14.724 al mese.
Tutti i 9 gruppi ogni anno divorano 7.067.940 di euro.
Su questa cifra, Scopelliti ha abbattuto la sua scure, sottraendo ai famelici il 10%. Che dolore! Il povero consigliere Serra anziché 26.040 euro percepirà solo 24.568 euro.
Ma siamo solo all’inizio.
I Consiglieri regionali Calabresi percepiscono anche una cifra annuale che nel 2010 è stata di 6.000.000 di euro per rimborsi delle spese di trasporto sostenute per lo svolgimento dei compiti e delle funzioni correlati al loro mandato. 6 milioni di euro che divisi per i 50 consiglieri fanno 120.000 cocuzze a testa. Sarebbe a dire altri 10 mila euro al mese.
Su questa cifra altra sforbiciata di Scopelliti del 25%.
Per cui il povero consigliere calabrese deve aggiungere ai suoi 24.568 euro soltanto altri 7.500 euro.

Siamo solo all’inizio, ma il consigliere regionale calabrese ha superato abbondantemente i 30 mila euro mensili.
E i “tagli” si sono fermati qui.

Ora c’è da considerare che:
Il bilancio calabrese per l’anno 2010 prevedeva un totale di spesa pari a 95.385.500,00 euro.
Epurando tale importo da partite di giro (17.410.500 euro) e spese compensative varie (475.000 euro), l’ammontare delle spese correnti risulta essere pari a 77.500.000 euro; un importo spropositato se confrontato con le spese correnti dell’Emilia-Romagna, regione simile per composizione dell’organo legislativo. Ecco i numeri.
Ogni anno per i 50 consiglieri regionali la Calabria spende 77.500.000; l’Emilia Romagna con lo stesso numero di consiglieri, cinquanta, (forse perchè meno efficienti?) 37.734.610,64, ovvero meno del 51 per cento di spesa.
E 77.500.000 diviso 50 fa 1.550.000 a testa all’anno.
E diviso dodici, fa 129.166 a testa al mese.
Ripeto. La Regione Calabria spende per ogni consigliere 129.166 euro al mese.
Ma eravamo rimasti a 30.000 al mese per consigliere.
Scopelliti poteva operare un taglio più allargato sulle indennità di cui sopra ma, se avesse voluto frenare l'immoralità manifesta di questo gigantesco magna magna, poteva prendere in considerazione una lunga serie di sperperi:
Spese di rappresentanza 2.000.000 di euro all’anno
Le spese del personale addetto al consiglio 34.385.000.
Per telefonare, documentarsi, resocontare 8.870.000
Per studi conoscitivi e ricerche: 6.910.000
Le voci relative a Irap 1.200.000 euro, Diaria 1.750.000 euro, Reversibilità assegno Vitalizio 1.063.000 euro sono presenti solo nel bilancio del consiglio calabrese.
Per gli stessi motivi dal bilancio dell’Emilia Romagna sono state eliminate le voci relative a: Indennità di funzione 611.500 euro e Formazione 25.000 euro.
la Calabria spende poi 600.000 euro per attività promozionali
e per il cerimoniale
Alcune figure che non esistono in nessun’altra regione, come quella dei collaboratori della rivista “Calabria” (40mila euro)
e neanche ci sono i contratti con le società interinali (costo salatissimo, 450mila euro l’anno).
La Calabria ha anche una convenzione con la Corte dei Conti (sic!!!) 350mila euro.
Certo ci sono dei costi di “base”, che probabilmene non si possono tagliare, come quello della manutenzione, della gestione e dell’ammodernamento della sede del consiglio regionale che è pari a 1.770mila euro,
a cui si aggiungono le spese di pulizia 850mila euro l’anno,
quelle di vigilanza 800mila l’anno
e c’è un’altra voce che indica gli uffici decentrati quelli che, sulla carta, sono in ogni capoluogo di provincia, ma in alcune realtà è difficile raggiungere, ebbene per mantenere in piedi tale strutture si spendono ogni anno 250mila euro.
Ma una spesa che sicuramente si poteva tagliare è quella esilarante che nel bilancio corrisponde alla voce data all’associazione degli ex consiglieri (sembra incredibile, ma è così!), ebbene per loro sono riversati 105mila euro l’anno.

martedì 19 luglio 2011

CHI SBAFA E CHI PAGA.

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Da VIRGILIO GENIO, http://genio.virgilio.it/questions/quanto_ci_costa_la_casta_affari_e_1861196006712:

"Quanto ci costa la casta? Otto milioni di euro in un solo anno, tra tramezzini e brioches: possibile? Altre spese?
Qualche giorno fa mi era parso di capire che la finanziaria prevedesse tagli ai costi della politica nonostante i 150.000 euro per la nuovissima aula fumatori al Senato e i 2 elicotteri costati la bellezza di 50 milioni di euro! Eppure dal 2001, cioè a distanza di ben 10 anni, a oggi, le spese dei nostri parlamentari non fanno che aumentare..
Le voci "spese di ristorazione" e "spese trasporti parlamentari" tra tutte mostrano degli incrementi a dir poco mostruosi del 119% e del 133%.
Otto milioni di euro in un solo anno, tra tramezzini e brioches: ma è possibile?"

DA REPUBBLICA: http://www.repubblica.it/politica/2010/03/15/news/redditi_parlamentari-2667170/:

Nel 2010 Berlusconi ha dichiarato un reddito di 23.057.981. Ha pagato tasse per 8 milioni di euro circa.

Abbiamo trovato chi offre tramezzini e brioches ai Parlamentari!

P.S. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani nello stesso anno ha dichiarato 150.450. Tasse pagate
18.000. Piccolo contributo per la nuova Sala Fumatori del Senato.

venerdì 15 luglio 2011

IL LAGO CECITA. LE PATATE DELLA SILA. I POMODORI DI BISIGNANO.

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Il lago di Cecita è un lago artificiale sito, per chi non lo sapesse, nella provincia di Cosenza

È stato creato nel 1951, grazie allo sbarramento del fiume Mucone, attraverso una diga ad arco-gravità, lunga 166 metri e alta 55 m.
Il lago si trova in Sila Grande tra Camigliatello Silano e Longobucco, a 1.143 metri sul livello del mare, ha una capicità di 121 milioni di metri cubi d'acqua. Nei pressi del lago, in località Cupone, si trova uno dei due centri vistitatori del Parco Nazionale della Sila. È noto per gli importanti siti archeologici che saranno illustrati nel Museo archeologico della Sila a Camigliatello Silano.

È uno dei più grandi bacini artificiali della Sila, viene utilizzato per la produzione di energia elettrica e anche per agevolare l'irrigazione dei numerosi campi adibiti alla coltivazione di un ortaggio tipico del posto cioè la patata. Inoltre il fiume Mucone, a valle della diga, percorre circa 40 km e sfocia nel fiume Crati. Rappresenta così la quasi totale fonte di irrigazione delle “macchie” del Comune di Bisignano-

L'ultima trota pescata presentava una strana fluorescenza.

Buon appetito.

martedì 28 giugno 2011

I TAGLI RIDICOLI DEI COSTI DELLA POLITICA IN CALABRIA

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Il Consiglio Regionale della Calabria taglia i costi della politica, meno soldi a consiglieri e partiti. Insorgono Pd e Idv: «La democrazia costa, quei soldi ci servono».



La Presidenza ha ridotto del 10% i rimborsi ai gruppi consiliari e del 25% i rimborsi per i trasferimenti dei consiglieri, la Regione risparmierà 1.300.000€ l’anno

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge che prevede la riduzione del costo della politica per 1,3 milioni di euro l’anno.

Il provvedimento, illustrato dal Presidente del Consiglio regionale Franco Talarico, prevede la riduzione del 10% delle spese per il funzionamento dei Gruppi consiliari e del 25% dei rimborsi delle spese di trasporto sostenute per lo svolgimento dei compiti e delle funzioni correlati al mandato dei consiglieri regionali.

CAPITO?! Tagliano il 10% e risparmiano 1,3 milioni di euro.
Il restante 90%, cioè con 11,7 milioni di euro, continuerà a riempire le tasche dei Consiglieri. E vanno ad aggiungersi agli 11.316,80 euro di indennità netta del semplice consigliere.

BRAVIII!!! TAGLI davvero Sostanziosi

Dure critiche, invece, dall’Italia dei Valori.

Se vogliamo, anche un pò sorprendenti se consideriamo la linea del partito su queste tematiche a livello nazionale. Giuseppe Giordano e Domenico Talarico, i due consiglieri del partito guidato da Antonio Di Pietro, hanno duramente criticato i provvedimenti: «La democrazia ha dei costi e c’è bisogno di soldi, così come è necessario il sostegno ai partiti ed ai gruppi».

BRAVI!!!

Il consigliere del Pd Censore ha detto che «Chi fa politica svolge una missione per servire la Regione e la Nazione che comporta sacrifici ed è opportuno che ciascuno di noi abbia il giusto compenso»

BRAVO!!!

giovedì 16 giugno 2011

"L'ITALIA MIGLIORE" AVANZA. 2

Il country del cavaliere nano - Kids Revolution

OGGI PIU' CHE MAI.

CON UNA MINORANZA (Caro Diario, N. Moretti)

Berlusconi: l'augurio di una rappresentante de "L'ITALIA MIGLIORE CHE AVANZA."

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Un grazie particolare agli ispiratori travaglio, santoro, floris, fazio, annunziata, galbanelli, lerner, e compagnia insultante, (il minuscolo è d'obbligo).

L'On.Silvestris sulla richiesta di immunità dell'On.De Magistris

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L'impedimento valido solo per loro.

giovedì 9 giugno 2011

L'IMPEDIMENTO VALIDO SOLO PER LORO.


Comunicati Stampa Parlamento Europeo

Immunità di Antonio Di Pietro
Il Parlamento ha deciso di non revocare l'immunità di Antonio Di Pietro nell'ambito di un procedimento per diffamazione avviato da Filippo Verde presso il Tribunale Civile di Roma.
Di Pietro avrebbe ammesso che l'articolo per il quale è stato incriminato
conteneva un «errore madornale», ma per i deputati, nel commentare una delle più importanti vicende processuali che hanno alimentato il dibattito politico italiano, egli stava esercitando le sue funzioni parlamentari.

Approvando con 654 voti favorevoli, 11 contrari e 13 astensioni la relazione di Aloyzas SAKALAS (PSE, LT), il Parlamento ha deciso di non revocare l'immunità di Antonio Di Pietro a seguito dell'ordinanza del Tribunale Civile di Roma rivolta al deputato nella causa civile
intentata da Filippo Verde. In tale ordinanza il Tribunale italiano, esaminando l'argomento difensivo sollevato da Di Pietro «sotto forma di eccezione di insindacabilità», ha chiesto al Parlamento europeo di decidere sulla sua immunità, dal momento che all'epoca dei fatti egli
era parlamentare europeo.
Secondo quanto riportato nell'atto di citazione, nel febbraio 2003 è comparso sul sito Internet ufficiale della "Lista Di Pietro" un articolo firmato da Antonio Di Pietro. In detto articolo, nel commentare il processo pendente dinanzi al Tribunale di Milano per la vicenda IMI-SIR/
Lodo Mondadori, il parlamentare in causa affermava che Filippo Verde era stato accusato di corruzione - insieme ad altri giudici - per aver accettato una tangente per "aggiustare" una sentenza (la frase incriminata era la seguente: "...la vicenda Lodo Mondadori riguarderebbe
una sentenza emessa dal Tribunale di Roma - sempre sotto l'influenza diretta o indiretta dei giudici Metta, Verde e Squillante - che annullò un lodo arbitrale ...").
Nella premessa dell'atto di citazione, Filippo Verde ha dichiarato che il suo nome non è mai comparso nella lista degli imputati per la vicenda del Lodo Mondadori e accusa Di Pietro di aver diffuso una notizia oggettivamente falsa, il che configura il reato di diffamazione.
Verde
ha chiesto un risarcimento danni e, a titolo di riparazione una somma di euro 210.000. Di Pietro ha riconosciuto che il suo articolo conteneva un "errore madornale", causato da un banale gioco di copyfile.
In effetti, Filippo Verde non è mai stato coinvolto nella vicenda
processuale del Lodo Mondadori, mentre lo è stato nel processo IMI-SIR, nell'ambito del quale era stato assolto da tutte le imputazioni contestategli. Nella sua difesa, Di Pietro ha sostenuto che questo errore tecnico/redazionale si è verificato perché i mass-media accomunavano
normalmente le due vicende giudiziarie con il termine "processo IMI-SIR/Lodo Mondadori".
Per i deputati nelle sue affermazioni, riportate nell'atto di citazione presentato da Verde, l'on. Di Pietro stava semplicemente «commentando notizie di pubblico dominio».
Nel descrivere e criticare una delle più importanti vicende processuali che hanno alimentato il recente dibattito politico in Italia, egli stava esercitando le sue funzioni di parlamentare, esprimendo
la sua opinione su un tema d'interesse pubblico per i suoi elettori. «Cercare di imbavagliare i parlamentari, avviando procedimenti giudiziari nei loro confronti, per impedire loro di esprimere le proprie opinioni su questioni che suscitano un legittimo interesse e preoccupazione
nell'opinione pubblica, è inaccettabile in una società democratica». Costituisce inoltre una violazione dell'articolo 9 del Protocollo, che mira a salvaguardare la libertà di espressione dei parlamentari nell'esercizio del loro mandato, nell'interesse del Parlamento in quanto Istituzione.

Aloyzas SAKALAS (PSE, LT)
Relazione sulla richiesta di consultazione sull'immunità e i privilegi di Antonio Di Pietro
Procedura: Immunità
Relazione senza discussione
Votazione: 23.4.2009
Contattare :
Federico ROSSETTO (Addetto stampa)
E-mail: stampa-IT@europarl.europa.eu
BXL: (32-2) 28 40955
STR: (33-3) 881 74133
PORT: (32) 498 98 33 23

ACQUA LIBERA, No alla DISINFORMAZIONE.

Il 12 e il 13 giugno non andiamo a votare.

La MALAFEDE nella propaganda dei sostenitori del SI al referendum contro la “privatizzazione dell’acqua” ne fa la più grande bufala mediatica del dopoguerra.
Nessuna legge, in Italia, ha privatizzato l’acqua e nessun Governo o Partito politico intende proporre una misura di questo tipo.
Le attuali norme prevedono che, ferma restando la proprietà pubblica dell’acqua e delle reti che la portano dalla fonte al rubinetto, la gestione dei servizi sia gestita in un quadro di libero mercato.

Le tariffe, secondo la legge, sono stabilite dagli enti locali, secondo leggi regionali che si ispirano alla normativa nazionale, come recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale.
I referendum negano la necessaria separazione delle funzioni di indirizzo, governo, controllo da quelle gestionali: sono mestieri diversi, con competenze molto diverse.
Mantenere questa confusione porta a perpetuare inefficienze, i cui costi vengono scaricati sulla fiscalità generale non hanno la forma di tariffe più alte, ma sono comunque costi a carico dei cittadini.
Questo significherebbe che l’incasso delle bollette non coprirà tutti i costi del servizio che dovranno essere coperti con una apposita tassa, oppure che chiuderanno in perdita, cosa che renderà i nostri acquedotti ancora più colabrodo di quanto non siano oggi.
L’ideologia deve stare fuori dall’organizzazione del servizio idrico e lasciare spazio ad un sano pragmatismo: oggi le società che gestiscono l’acqua con assetto privatistico e quotate in borsa chiudono tutte in utile, restituendo ai comuni che ne sono soci importanti dividendi che vengono utilizzati per finanziare la cultura, i servizi sociali, le opere pubbliche.

Le società nelle quali il pubblico ha tutte le funzioni gestionali hanno difficoltà (lo dicono i dati Confservizi), tendono all’incremento dei costi, anche per un uso in molti casi distorto delle aziende come serbatoio occupazionale.
La politica e le istituzioni locali devono fare un passo indietro rispetto alla gestione ed uno avanti nell’indirizzo e controllo.
I referendum, invece, vanno della direzione opposta. Insomma, se i referendum venissero ammessi e nella competizione elettorale prevalessero i “sì”, il settore idrico italiano darebbe vita ad una nuova esperienza di perdita senza fondo, come quella generata dall’ALITALIA.

Di altri buchi di bilancio, sprechi e carrozzoni il nostro Paese davvero non ha bisogno. Per questo diciamo NO (che significa NON ANDARE A VOTARE) ai referendum che vogliono riportare la gestione dell’acqua in Italia a come era 20 anni fa, moltiplicando i soggetti gestori, eliminando l’efficienza e finanziando sprechi, clientelismo e occupazione da parte dei partiti dei luoghi di decisione, quando invece ciò che serve è una gestione meno statale, meno “nanista”, più partenariato pubblico-privato e più regolazione pubblica del servizio.
Diciamo sì ad una sana concorrenza, in linea con le indicazioni della Unione Europea, che finanzi gli investimenti, contenga i costi e migliori il servizio di gestione idrico.
Diciamo sì ad un grande investimento pubblico per il miglioramento della rete acquedottistica nazionale.
Diciamo sì ad investimenti e controlli sulla sicurezza idrogeologica e sulla potabilità delle acque messa sempre più a rischio dai carrozzoni pubblici che non fanno la depurazione e la sorveglianza come si deve.

Per dire questi sì, NON ANDIAMOA VOTARE per far vincere il NO.
Non per difendere norme che certamente sono perfettibili e che contengono forzature che potrebbero essere migliorate, ma per affermare l’idea di una Italia moderna, efficiente e capace di far quadrare il cerchio tra i bisogni dei cittadini, la libertà di iniziativa economica e la tenuta dinamica dei conti dello Stato.

SPERPERI DA TAGLIARE

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Omeopatia, dentista e psicologo tutti i rimborsi per i deputati



Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio.

Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.

Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro.

Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche.

Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private).
Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia.
Per visite varie, 698mila euro.
Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e
257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.

Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro.
Visite omeopatiche 3mila e 636 euro.
I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.

Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati.
"Abbiamo chiesto – dice la Bernardini – quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva).
Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare".

Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili? Cosa c'è da nascondere?
Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste".
Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo – spiega la deputata Rita Bernardini – che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini italiani. Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce perché questa 'mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi – aggiunge – basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all'anno".
Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche private – è il commento del presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – e sempre nel massimo silenzio di tutti.

lunedì 6 giugno 2011

GLI EROI DELLA SCIENZA

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Sconosciuti o dimenticati. http://scienceheroes.com/

5 miliardi 553 milioni 310mila 320 di vite umane salvate fino a questo momento.


KARL LANDSTEINER
(14 giugno 1868 - 26 giugno 1943)
Medico e Scienziato austriaco.
1902: la scoperta dei gruppi sanguigni.
Più di un miliardo di vite umane salvate.

A Roma (prendiamo una città a caso) non esiste una via intestata a Karl Landsteiner. Esistono, invece, vie intestate a Lenin, Stalin, Mao. Questi tre hanno sterminato in totale 100 milioni di esseri umani.

domenica 5 giugno 2011

L'UNITA'. 87 ANNI DI MENZOGNE.

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Per partenogenesi sono nati: La Repubblica ed il Fatto Quotidiano.

sabato 4 giugno 2011

LA BANDA DEGLI ONESTI

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CONDANNATI CONSORTE E UNIPOL, CONFISCATI BENI PER 39 MILIONI!
Il tribunale di Milano ha condannato l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte a tre anni di reclusione al processo per la tentata scalata ad Antonveneta da parte di Bpi. Stessa pena all'allora suo braccio destro Ivano Sacchetti. Consorte e' stato inolt...re condannato a un milione di multa e interdetto dai pubblici uffici per due anni. Condannata Unipol a una sanzione di 900 mila euro, e confiscati 39,6 milioni: la societa' e' imputata in qualita' di persona giuridica. ''E' una sentenza assolutamente inattesa, sconcertante per tanti versi'', ha commentato Consorte all'ANSA. Bene, salutiamo con moderata soddisfazione questa sentenza, la Corte non ha infierito, la pena poteva essere più severa. Non mi sta bene che ci si fermi alla manovalanza, in fondo Consorte è solo un esecutore, ma non si colpiscano i mandanti... Quando si dice Unipol, si pensa al partito comunista, poi DS ora PD, alle coop rosse, a Fassino intercettato con Consorte che esclama: Abbiamo una banca! Ora la prima persona plurale, modo indicativo, del verbo avere, abbiamo, dimostra che la scalata, non la faceva il Consorte in proprio, ma per conto di tutta l'allegra brigata! O le intercettazioni valgono solo se è una mitomane che parla del Premier? Non mi sembra giusto che i mandanti siano liberi, chiamati a cariche importanti, e continuino persino a parlare di etica pubblica, mentre il manovale si prende tutte le colpe! Ma accontentiamoci, temevo la facessero franca, almeno un po' di soldi dovranno scucirli e conoscendo l'attaccamento ossessivo dei comunisti per i soldi, so che la sofferenza è tanta!

martedì 24 maggio 2011

Lunedi' 23 maggio, ore 12.30 BERSANI A COSENZA

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Risultati primo turno Elezioni Comunali Cosenza

Salvatore Perugini Sindaco uscente centrosinistra: 15,60% (elezioni precedenti 53,83%)

PD: 8% (precedenti elezioni 28%)

Risultati primo turno Elezioni Comunali Catanzaro:

Candidato sindaco PDL eletto con il 64%

Sindaco uscente centrosinistra precedente risultato 50,83%

PD: 6,o8% (risultato precedente 20,03%)

Risultati primo turno elezioni comunali Reggio Calabria:

Sindaco PDL eletto primo turno.

PD: 6% (precedente risultato: 11%).

domenica 27 marzo 2011

Le altre Magistrature. Francia.

Magistratura [modifica]In Italia il Presidente della Repubblica è anche a capo del CSM come organo (di autogoverno della Magistratura) di Garanzia autonomo e indipendente da ogni altro potere.

Anche in Francia il CSM è presieduto dalla più alta carica dello Stato ma con la non sottile differenza che oltralpe il Presidente della Repubblica ha potere politico.

Secondo De Gaulle Capo di Stato doveva essere presidente dei Francesi, e questo, formalmente è rimasto a mezzo secolo di distanza. Per esempio l’ultimo presidente Nicolas Sarkozy appena eletto si è dimesso dal Partito di politico di appartenenza. È solamente un atto formale ma garantisce una sorta di rispetto per la carica assegnatagli sapendo che è stabile per tutto il suo mandato.

Il CSM francese è a geometria variabile, divisa nettamente in 2 settori:

Magistratura Giudicante
Magistratura Requirente (pubblico Ministero) alla dipendenza dell’esecutivo.
Entrambi hanno qualifica di magistrati, anche se hanno funzioni diverse. Una particolare garanzia è data alla magistratura giudicante ovvero l’inamovibilità. Un principio rigoroso che vieta ogni nuova destinazione senza il consenso dell’interessato. Particolare significato qualora in giudizio siano presenti esponenti o interessi politici.

I Magistrati francesi hanno due carriere separate ed è impossibile passare da un all’altra. A capo c’è il ministro della Giustizia che controlla l’operato della Magistratura Giudicante. L’azione penale è discrezionale possibilità di scegliere quali reati perseguire.

Per quel che riguarda l’ordinamento giudiziario è da rilevare la presenza numerosa di tribunali straordinari.

Nel nostra paese i tribunali straordinari sono stati di molto ridotti insieme all’abolizione del codice \ corte di commercio, in memoria dei tribunali fascisti. Ne manteniamo infatti solamente 3: Corte dei conti, Tribunali militari e Consiglio di Stato. Inseriti in un secondo momento per velocizzare le pratiche i giudici di Pace.

Articolo 66. Costituzione'

L'autorità giudiziaria, garante della libertà individuale, assicura il rispetto di questo principio alle condizioni previste dalla legge.

Rappresenta la riserva di giurisdizione.

Organizzazione giudiziaria. [modifica]Giudici “di prossimità”. Simili ai nostri G. di pace
Tribunali d’Istanza con competenza Civile
Tribunali di Commercio (già dal medioevo)
Giudici d’Istruzione campo penale (figura scomparsa in
Italia con L’introduzione del C. di procedura penale)

Corti di Assise
Tribunali di grande istanza (sede penale)
Corti D’Appello
Corte di Cassazione (Funz. di interpretaz. legge). Non
rappresenta il terzo grado di giudizio.

mercoledì 23 marzo 2011

ATTUALITA' DI ENNIO FLAIANO

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Aforisma 328 21 marzo 1969.

Iscrivetevi al Partito Comunista.

Vantaggi:

- sarete temuti e rispettati
- libertà privata totale
- ampie possibilità per il futuro
- viaggi in comitiva
- nessuna perdita in caso di persistenza del Sistema
- guadagno in caso di rivoluzione (almeno per i primi tempi)
- colloquio coi giovani
- ammirazione del ceto borghese
- ampie facilitazioni sessuali
- possibilità di protesta
- rapida carriera
- firme di manifesti vari
- impunità per delitti politici o di opinione
- in casi disperati, alone di martirio

Pisa, segretaria PD gira un film porno.

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Malgrado una mascherina è stata riconosciuta in paese dal confronto con le foto del suo profilo facebook
Divideva la passione per la politica con quella dei film hard, così una giovane segretaria di un circolo Pd della provincia di Pisa (di San Miniato) ha deciso di girare un film porno. Nonostante la mascherina indossata durante le scene roventi è stata riconosciuta da alcune persone che hanno messo a confronto le immagini del film intitolato "E' venuto a saperlo mia madre" con quelle del suo profilo su Facebook. Sulla sua bacheca sono così arrivati i primi post ammiccanti, poi sempre più espliciti.

La giovane ha così deciso di dimettersi dal ruolo che ricopriva nel circolo. Il Pd in una nota fa sapere di non aver sospeso la ragazza, ma di aver accolto le sue dimissioni. Precisa anche di "non aver discusso in nessuno dei suoi organismi della vicenda della giovane di cui parlano oggi i giornali locali nelle cronache di San Miniato" e che lei risulta "tuttora regolarmente iscritta al partito".

domenica 20 marzo 2011

Toghe lucane, archiviazione per trenta imputati: ecco l'ennesimo flop per l'ex pm De Magistris

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In attesa che Santoro e Travaglio ne parlino ad Annozero: De Magistris, la più grande truffa mediatica di tutti i tempi ai danni del cittadino-elettore

da Processomediatico.it:

Toghe lucane era una bufala. Ma la stampa ‘libera’ ora tace.

L’inchiesta “Toghe Lucane” si è conclusa con l’en plein, ovvero la posizione di 30 indagati su 30 si è risolta con un provvedimento di archiviazione. Le motivazioni del GUP di Catanzaro, la d.ssa Maria Rosaria Di Girolamo in questo caso non lasciano adito ad interpretazioni:“Un impianto accusatorio «lacunoso» e tale da non presentare elementi «di per sé idonei» a esercitare l’azione penale”.

Roma. Affonda in una maxiarchiviazione l’ultima impresa da pm di Luigi De Magistris. Il gip di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo ha infatti accolto la richiesta di archiviazione della procura per l’inchiesta «Toghe Lucane», ultima indagine seguita dall’ex magistrato, poi divenuto europarlamentare con l’Idv di Antonio Di Pietro.
Si sgonfia così il teorema del «comitato d’affari» trasversale tra politica, imprenditoria e magistratura, che ha visto indagati per reati come corruzione, abuso d’ufficio e associazione per delinquere il senatore del Pd, ed ex sottosegretario nel governo Prodi, Filippo Bubbico, l’ex senatore di An, già componente del Csm Emilio Nicola Buccico, il governatore della Basilicata Vito De Filippo, l’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, gli ex pm della stessa procura, Gaetano Bonomi e Felicia Genovese (Dda), il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, l’ex questore del capoluogo lucano, Vincenzo Mauro, Giuseppe Chieco, ex pm della procura di Matera, e Iside Granese, ex presidente del Tribunale della stessa città.

Il gip di Catanzaro ha pochi dubbi nell’accogliere la richiesta di archiviazione, e nell’ordinanza, depositata ieri, mette nero su bianco che la «fattispecie associativa», decisiva per reggere il teorema del «comitato d’affari», non è sostenibile «essendo del tutto carente la prova in ordine all’esistenza di un sodalizio avente le caratteristiche innanzi menzionate». «Manca - prosegue il giudice - il carattere fondamentale dell’esistenza di un qualunque accordo criminoso, volto a perseguire uno scopo comune che, peraltro, non si rinviene neanche nei singoli reati-fine ipotizzati».

Insomma, non ci sono «elementi fattuali» capaci di «integrare in capo agli indagati tutti gli elementi costitutivi dei reati ipotizzati». E non è nemmeno il caso di prevedere un supplemento di indagine, prosegue il gip, «vista l’enorme mole di materiale probatorio già acquisito (e che spazia dall’assunzione di informazioni all’acquisizione di documentazioni e intercettazioni)». «Enorme mole» che però non impedisce al giudice per le indagini preliminari calabrese di «ritenere l’impianto accusatorio lacunoso, e di affermare l’insussistenza della fattispecie penale ipotizzata», sbriciolando così l’ultima fatica in toga di De Magistris.

E se l’ex pm, ieri, raggiunto dalla notizia dell’archiviazione si è rifugiato in un «no comment», molti degli ormai ex indagati hanno incominciato a togliersi sassolini dalle scarpe. Comprensibile, visto che per tanti dei magistrati finiti nell’inchiesta, il coinvolgimento aveva innescato procedimenti disciplinari e trasferimenti di sede da parte del Csm. Così l’ex pg di Potenza, Tufano, accusato d’abuso d’ufficio e definito all’epoca da De Magistris «punto di riferimento» dei «poteri forti della Basilicata», ora ringhia: «A quelli che hanno provocato questo terremoto e hanno dato dolore alle nostre famiglie e infangato l’onore della Basilicata dico: vergognatevi dinanzi agli uomini e pentitevi dinanzi a Dio».

Proprio esaminando le accuse contro Tufano, il gip di Girolamo non risparmia critiche agli inquirenti: «L’ipotesi accusatoria originaria - scrive - postulava che Tufano, in cambio della condotta volta a favorire l’operato della Genovese (pm della Dda, ndr), avrebbe ricavato utilità consistenti nel ricevere l’intercessione della Genovese in ambienti politici e giudiziari alla stessa vicini, nel ricevere la disponibilità al ricovero e al successivo intervento presso la struttura ospedaliera San Carlo di Potenza e, infine, nel ricevere la disponibilità all’assunzione del figlio, Achille».
Eppure, prosegue il gip, «nulla è stato provato in ordine alla presunta intercessione della Genovese in ambienti politico-giudiziari (...) né in ordine al progetto di assunzione del figlio di Tufano». E il ricovero? «Può rilevarsi con tutta evidenza - conclude il gip - che un ricovero presso una struttura del ssn non può essere ritenuta per ciò stesso “utilità indebita”, atteso che si tratta di un diritto garantito a tutti i cittadini».

giovedì 17 marzo 2011

Di Pietro sciorina sapienza su energie rinnovabili

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In seguito all’incidente nucleare giapponese, gli oscurantisti antinuclearisti hanno dato fiato alle trombe.
Viene più volte riproposta la notizia secondo cui la Ue si appresterebbe a interrogarsi sul nucleare. Questa sì che è una bella interrogazione. Nucleare sì o nucleare no? That is the question.
L’ipocrisia dei politici europei è superata solo dalle bugie degli organi di informazione (la parola è grossa, ma è così che si chiamano).
Ipocrisia e bugie che non sono solo italiani: di Travagli, Di Pietro e Repubblica l’Europa abbonda, anche se quelli nostrani sono più simpatici, non foss’altro perché sono un po’ fessacchiotti, mentre quelli internazionali sono dei gran furbi.
Invitato da Bruno Vespa a Porta-a-Porta, Di Pietro ha deliziato i telespettatori con delle mostruosità sull’energetica sciorinando sapienza su energie rinnovabili.
Ma lasciamo l'esperto fisico nucleare, che potrebbe rivaleggiare, in quanto conoscenze scientifiche, con il mago Otelma.

Cosa credete che possa mai partorire questa interrogazione collettiva europea?
Non è difficile indovinare: in nome della sicurezza, l’Europa dovrà consolidare la propria potenza nucleare. Il perché è di una disarmante semplicità, che capirebbe chiunque (tranne Di Pietro, ovviamente):

l’Europa produce e consuma 400 GW (gigawatt) elettrici, di cui
oltre 100 col nucleare (che è la prima fonte) e
altri 275 con, in ordine di importanza, carbone, gas e idroelettrico. I restanti 25 GW vengono, tutti insieme e in ordine d’importanza, da geotermia, rifiuti solidi urba¬ni, eolico e fotovoltaico.
Il fotovoltaico, in particolare, contribuisce per lo 0.01%, cioè niente.

Nel Paese- la Germania - ove è installata la metà della potenza fotovoltaica mondiale, contribuisce per lo 0.5%, cioè niente.
La verità vera della Germania è che essa va, in ordine di importanza, a carbone, nucleare, gas e idroelettrico, che tutti insieme coprono il 95% del fabbisogno elettrico.
Ed è così a dispetto del fatto che coi Verdi al governo essa ha installato una potenza eolica superiore a quella nucleare e, come detto, la metà della potenza fotovoltaica mondiale.
Eolico e fotovoltaico che non hanno consentito la chiusura di alcun impianto tedesco, a carbone o nucleare che sia.
Come mai? Perché eolico e fotovoltaico sono, per ragioni tecniche, una colossale frode. Già detto e ripetuto in precedenti post.

Parco eolico di Isola Capo Rizzuto, maxi-tangente al Pd calabrese

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Una maxi-tangente di 2 milioni e 400.000 euro sarebbe stata pagata nel 2006 ad alcuni esponenti del Pd, onde ottenere l’eliminazione di taluni vincoli paesaggistici e poter costruire il parco eolico di Isola Capo Rizzuto: questa, la conclusione cui sono pervenuti gli inquirenti della Procura di Catanzaro, grazie alle confessioni di un super testimone che avrebbe coinvolto diversi politici locali; a cominciare dall’ex vice presidente della Giunta regionale calabra nonché ex assessore alle Attività produttive, Nicola Adamo (attualmente indagato).
Ecco cosa il teste ha dichiarato agli inquirenti:
“I primi duecento (mila euro, ndc) gli sono stati versati subito a tranche, tra una società che si chiamava (omissis). Mentre per non fare accorgere che era una tangente, hanno spalmato a cinquemila euro a megawatt sugli impianti che noi avevamo ceduto alla (omissis)”.
Secondo l’informativa redatta dagli investigatori, quanto rivelato dal testimone appare fondato e riscontrato:
“È stata riscontrata la traccia seguita dal denaro indicata dallo stesso testimone”.
“La tangente di Isola Capo Rizzuto ha dispiegato, pienamente, il suo obiettivo: quello di ottenere che gli indirizzi per l’inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale fossero tali da garantire la costruzione e l’esercizio dei parchi di interesse delle multinazionali amiche e conseguentemente, l’ottenimento dell’autorizzazione unica, nello specifico, riguardante il parco eolico denominato (omissis). Dagli stessi accertamenti bancari emerge inequivocabilmente la funzione di “cassaforte” e “lavatrice” per i soldi destinati ai politici, svolta dalla Saigese s.r.l., poi Sogefil s.r.l., degli indagati Giancarlo D’Agni e Mario Lo Po”.
Secondo il super testimone, Nicola Adamo si sarebbe adoperato per cambiare il piano eolico regionale, ricevendo come “premio” la maxi-bustarella; la quale, poi, sarebbe stata “ripulita” attraverso alcune società di un imprenditore, Giancarlo D’Agni:
“Si rendeva necessario apportare una modifica al progetto a seguito della quale occorreva rifare la valutazione d’impatto ambientale”.
“Per tale ragione interveniva Giancarlo D’Agni che tramite l’onorevole Nicola Adamo, faceva ottenere alla (omissis) direttamente l’autorizzazione unica”.
Tutto confermato, sempre secondo l’informativa degli inquirenti:
“Tutto quadra i soldi entrano in (omissis), si “lavano” in Saigese prima, e Sogefil Riscossioni s.p.a. (con capitale sociale dichiarato, approssimativamente, pari alla tangente in questione) dopo, per uscirne “puliti”, in contante, in favore dei noti referenti politici indagati in questo procedimento penale”.
“Quanto appena esaminato in ordine alle dichiarazioni rilasciate da (omissis) riguardanti la questione della tangente di Isola Capo Rizzuto oltre a trovare conferma, come già evidenziato, nei richiamati verbali della Conferenza di servizi dai quali emerge l’iniziale contrapposizione dei tecnici rappresentanti la Provincia di Crotone, nonché da parte del rappresentante dell’Asl della stessa provincia pitagorica, trova riscontro oggettivo anche dalla consultazione della documentazione acquisita presso la Regione Calabria”.
“L’indagato Giancarlo D’Agni è, senza ombra di dubbio, l’uomo di fiducia dell’indagato Nicola Adamo. In particolare è colui il quale ha il compito di curare le situazioni più delicate che coinvolgono direttamente l’allora vice presidente della Giunta calabrese come il suo coinvolgimento nell’indagine oggetto di questa informativa che proprio in quei giorni conquistava la ribalta di mass-media locali e nazionali”.
Naturalmente, tutte le persone coinvolte nell’inchiesta sono innocenti fino a prova del contrario e a sentenza definitiva di condanna.

lunedì 14 febbraio 2011

LA MEGAFRODE DEL FOTOVOLTAICO

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«I pannelli fotovoltaici sono il simbolo dell’energia pulita alimentata da una sempre più crescente consapevolezza verde»: è così che recita il comunicato-stampa che, allo stesso tempo, informa di una inchiesta del Sunday Times da dove emerge che la produzione dei pannelli solari in Cina è tutto fuorché un’impresa ecologicamente virtuosa.
Ma se la politica industriale cinese non ha alcun rispetto dell'ambiente, è essa da stigmatizzare, non il prodotto in sé. E anche i pannelli fotovoltaici - come tutte le altre cose, se si vuole - possono prodursi e smaltirsi senza inquinare. L’operazione di smaltimento sarà 10 volte più complessa e onerosa che lo smaltimento dei rifiuti radioattivi (detto diversamente: chiunque si preoccupa del problema dello smaltimento delle scorie nucleari, dovrebbe essere 10 volte più preoccupato dal problema dello smaltimento dei moduli fotovoltaici), ma pazienza.

Il problema del fotovoltaico - il vero problema del fotovoltaico - è un altro, ma per qualche misteriosa ragione nessuno sembra aver voglia di segnalarlo.
Ed è questo: il fotovoltaico è la frode del nuovo millennio.

Stupendamente congegnata, sta ingannando cittadini e governanti di tutto il mondo, massimamente quelli europei e, tra questi, massimamente, nell’ordine, i tedeschi, gli spagnoli e gli italiani.
La frode consiste in questo: innanzitutto, gli oggetti (i pannelli fotovoltaici, dico) costano un occhio della testa, per cui chi riesce a venderli diventa ricco, e fin qui nulla di male;
senonché, questi preziosissimi oggetti sono inutili (fatemelo scandire: i-nu-ti-li) ma chi li vende è stato così bravo da convincere a comprarli si è meritevoli della patente del virtuoso ambientalista.
La patente è naturalmente farlocca, per la semplice ragione che gli oggetti sono, come detto, inutili.
E che siano inutili lo prova il fatto che i loro pannelli fotovoltaici i cinesi non se li tengono in casa, ma li sbolognano ai gonzi del mondo: per produrre l’energia elettrica i cinesi si servono del carbone, ed è da 5 anni che, per i loro bisogni, si installano un grosso impianto a carbone ogni settimana (ogni settimana!).
Se volete una prova più tecnica della inutilità del fotovoltaico, è facile fornirla, ma per altra misteriosa ragione non sembra ben compresa dai più.
Noi abbiamo bisogno di disporre di energia elettrica nel momento stesso in cui la richiediamo, non quando brilla il sole. Ciò significa che non possiamo permetterci di far affidamento al fotovoltaico neanche per un solo watt dei 40 miliardi di watt che l’Italia, in media, assorbe. Neanche per uno solo. Insomma, usare la tecnologia fotovoltaica è il modo più stupido per produrre elettricità.Ora, alla patente del virtuoso ambientalista, ancorché farlocca, i politici, massimamente quelli europei, non hanno il fegato di rinunciare, tanto più che la pagano, quella patente, con denaro non proprio.
Si sono infatti inventati il Conto-energia, che è la legge-frode che obbliga a remunerare al produttore di elettricità da fotovoltaico mezzo euro per ogni chilowattora prodotto (mentre il chilowattora è quotato meno di 8 centesimi alla Borsa elettrica).
Chi sono i beneficati?
Innanzitutto, i produttori di pannelli, che sono per lo più cinesi, come visto (ma ci sono anche tedeschi e americani).
Poi le banche: gli impianti costano un occhio della testa (a parità di energia annua prodotta, 20 volte di più di un impianto nucleare) e nessuno se li può permettere, se non tramite mutui, che le banche sono ben felici di stipulare (vendere denaro è il loro lavoro), visto che incassano le rate del mutuo direttamente trattenendole dai proventi del conto-energia.
Chi sono i frodati?
Tutti noi, sulla cui bolletta elettrica pesa quel fraudolento Conto.
L’entità del danno? Nel caso dell’Italia, sono 20 miliardi per i prossimi 20 anni sottratti agli utenti elettrici, a fronte di una produzione pari a meno dell’1% del fabbisogno nazionale. Peccato che con la stessa cifra si potrebbero installare 6 reattori nucleari che produrrebbero oltre il 20% del nostro fabbisogno elettrico.

lunedì 24 gennaio 2011