IL GIP DISPONE L'ARCHIVIAZIONE MA RE MIDA FA OPPOSIZIONE
S T
U D I O L E
G A L E F E R R A R O
Avv. Giuseppe Andrea FERRARO
Specialista in Professioni Legali
Via Merolini, 2 - 87041 ACRI
(CS)
Piazza Fausto e Luigi Gullo, 23 – 87100 COSENZA
Tel./Fax 0984.953617 - C. 349.4093262
MEMORIA DIFENSIVA (CON PRODUZIONE DOCUMENTALE)
DELL’INDAGATO IN SEGUITO ALL’AVVISO DA PARTE DEL P.M. DI CONCLUSIONE DELLE
INDAGINI PRELIMINARI.
(Art.
415 bis, c.p.p.)
Ill.mo
Sig. PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
Presso
il TRIBUNALE di COSENZA
Dott.
Domenico ASSUMMA
Proc. n. 705/2014
R.G.N.R. Mod. 21 (art. 81 cpv., 595, co. 3, c.p.)
Indagato: Dr. FERRARO Salvatore
Io sottoscritto Dr. FERRARO Salvatore, nato in ACRI (CS) il 13.10.1954
ed ivi residente e domiciliato in Via P. Borsellino, 59, indagato nel
procedimento penale in epigrafe indicato - assistito nella redazione del
presente atto dal proprio legale di fiducia, Avv. Giuseppe Andrea FERRARO del Foro di COSENZA, giusta
nomina in atti (Verbale di identificazione, dichiarazione o elezione di
domicilio, nomina del difensore di fiducia e informazioni sul diritto alla
difesa - redatto dai Carabinieri della Stazione di ACRI unitamente alla
notifica dell’ avviso di conclusione delle indagini preliminari a norma
dell’art. 415 bis, c.p.p., effettuata all’indagato in data 31.07.2014 e al
difensore di fiducia il 19.08.2014) con la presente espongo quanto segue.
Premetto che da molti anni scrivo articoli
sul mio blog e penso di aver sempre esercitato il mio diritto di cronaca, di
critica e di satira, nei limiti della verità e della correttezza del fatto
narrato, e dell’interesse pubblico alla sua conoscenza. Nei miei scritti cito e
rimando puntualmente alle fonti cui attingo, allegando spesso prove
documentali.
Nel caso di specie, il contenuto dei tre
articoli contestati fa riferimento a fatti riscontrabili e documentati e non
presenta riferimenti ascrivibili ad ostilità personale nei confronti del
Trematerra. (In uno degli articoli
affermo infatti che: “Personalmente non lo odio – non ho mai odiato nessuno
…”).
Prima di addentrarmi nella disamina del
reato che mi viene contestato, è doveroso evidenziare il contesto storico
politico in cui si sono svolti i fatti che mi hanno portato a scrivere i tre
articoli incriminati.
Nel luglio 2013, in seguito ad elezioni
comunali si insedia ad Acri l’amministrazione del sindaco Tenuta, di cui faccio
parte come vicesindaco e come assessore. La nuova giunta si ritrova davanti ad
una situazione di grave dissesto finanziario, in relazione al quale la Corte
dei Conti di Catanzaro con deliberazione n. 24/13 rilevava forti criticità
nella gestione finanziaria del Comune di Acri durante l’amministrazione Trematerra
- Maiorano che aveva retto il Comune per i tre anni precedenti.
Intorno
a questo grave evento politico-finanziario si fa sempre più aspro lo scontro
fra le due amministrazioni, la vecchia e la nuova, al punto che l’ex
vicesindaco Maiorano mi querela
per diffamazione a causa di un comunicato stampa firmato Amministrazione
Comunale (!?).
Successivamente,
in seguito alle mie difese, in data 26/03/2014 il Pubblico Ministero – Dott.
CESTONE - disponeva l’archiviazione del procedimento, non ritenendo sussistere
il reato di diffamazione perché si trattava di “corretto esercizio di critica politica”, di “immediata e proporzionata reazione ad un
volantino diffuso dall’UDC di Acri” e perché molti dei termini
utilizzati nel comunicato erano “ripresi
pedissequamente dalla deliberazione della Corte dei Conti che rilevava forti
criticità nella gestione finanziaria del Comune di Acri durante la precedente
amministrazione di cui appunto l’odierno querelante era esponente”.
(Allegato 1. Copia della richiesta di archiviazione e successivo Decreto del
G.I.P.).
L’accanimento degli esponenti di quella
parte politica nei miei confronti, e solo nei miei confronti, si
manifesta successivamente anche durante un convegno sul “Dissesto Acrese” organizzato dal partito UDC, di cui il querelante
Trematerra è segretario regionale, e nel corso del quale il medesimo tiene un
comizio colmo di calunnie e minacce nei miei confronti. La manifestazione si
tiene il 10 gennaio 2014 ed è
trasmessa in diretta da un’ emittente televisiva locale - ACRI TV - che la
manda in onda due/tre volte a settimana per tutto il mese di gennaio e di
febbraio 2014. (Allegato 2. Copia integrale del video).
Non avendone seguito la trasmissione in
diretta, ho modo di visionarne alcuni stralci in una replica del 16 gennaio, e davanti alle incredibili
e grottesche affermazioni del Trematerra, anche nei miei confronti, in un primo
momento scrivo l’articolo “Un
parlamentare con i “curriculum”, datato 17 gennaio 2014, dal tono discretamente satirico, innocente,
innocuo e sorridente (Allegato 3).
In data 21
gennaio 2014 registro l’ennesima replica integrale trasmessa da Acri TV, ed
ho finalmente la possibilità di ascoltare con attenzione il comizio del
Trematerra in tutta il suo sconcertante profluvio di calunnie e minacce nei
miei confronti.
Successivamente,
scrivo un articolo, frutto di una reazione indignata, e lo pubblico sul mio
blog in data 23 gennaio, con il
titolo “Il silenzio è mafia” (Allegato
4).
Tema
già trattato sul mio blog in altri articoli, ritenendo la mafia non solo
un’organizzazione criminale ma una mentalità, un costume, un modello
sub-culturale di visione dei rapporti umani. L’articolo stesso dovrebbe
rappresentare anche una difesa a mio favore contro la tesi della diffamazione
sostenuta dal Trematerra, che nel suo comizio lancia avvertimenti intimidatori
sull’utilità del silenzio, che la S.V. può ascoltare direttamente dalla voce
del parlamentare, dal minuto 16:40 nel video allegato, nella parte in cui
testualmente afferma: “questi
qualcuno, io dico, stessero attenti a
non parlare troppo che ci sono documenti in giro che sarebbe la distruzione personale e della famiglia”! (sic!).
Oppure
dal minuto 36:20 :“se qualcuno mi stuzzica troppo la fantasia…,
non dormirà più la notte”. Nel mio articolo, nonostante tutto,
ironizzo su queste minacce, sottovalutandone forse la gravità, vista la
concomitante pubblicazione di articoli giornalistici (i cui redattori non
sono stati mai querelati) che raccontano di indagini condotte dalla DDA di
Catanzaro su presunte collusioni con le cosche criminali cosentine, sfociate
successivamente nell’ipotesi di reato di concorso esterno in associazione
mafiosa a carico di ex amministratori di Acri e del figlio dell’odierno
querelante – Michele TREMATERRA (Allegato 5).
Un'altra parte del video succitato che ha
provocato in me grande indignazione è anche quella iniziale, in cui il
Trematerra, riferendosi in maniera inequivocabile direttamente contro la mia
persona, lancia una calunnia nei mie confronti, cioè
che io avrei “fatto i palazzi rubando e non pagando le tasse” (cfr. video
allegato dal minuto 13:00).
Inoltre, lo stesso
Trematerra mi accusa direttamente di fatti integranti - addirittura - il reato
di peculato, quando afferma che sarei stato mandato via da un posto di lavoro “perché c’è stato un ammanco”. Mi accusa,
infine, di non presentare la dichiarazione dei redditi.
Nell’articolo
confuto tutte queste menzogne pubblicando l’ultima mia dichiarazione dei
redditi e le tasse pagate.
Sul punto, giova
peraltro evidenziare che l’articolo “Il
silenzio è mafia”, allegato nell’indice degli atti dal querelante,
risulta essere mancante di una buona parte dell’articolo stesso, censurata
probabilmente perché ritenuta controproducente come si può evincere, invece, da
quella da me allegata nella sua forma integrale. Inoltre, in merito all’accusa
“dell’ammanco” posso affermare che non ho mai ricoperto ruoli nell’INPS in cui
abbia avuto modo di gestire denaro ed inoltre allego due lettere scritte da Presidenti
di Commissione invalidi civili (Dr. QUIRINO e Dr. PASSARELLI) che possono dare
un’idea della mia onestà (Allegato 6).
Dinanzi a queste minacce,
calunnie e diffamazioni non ho sporto querela nei confronti del Trematerra,
perché ritengo che, in taluni casi, bisognerebbe accettare una dialettica anche
aspra e dura. Al contrario, lo stesso Trematerra - si badi bene - che nel
parlamento europeo ha votato per la depenalizzazione del reato di diffamazione,
oggi mi ha querelato.
Alla luce di
quanto premesso, ritengo che i miei articoli rappresentino una immediata e proporzionata reazione ad
un convegno/comizio del Trematerra, anch’esso
contenente aspre critiche politiche nei confronti del sottoscritto e in cui tra
l’altro si usavano espressioni minacciose e diffamatorie nei mie confronti,
accusato addirittura di sottrazione di denaro pubblico ed evasione fiscale!
Altrettanto
immediata e proporzionata ritengo che possa essere considerata la reazione del
terzo articolo incriminato: “Quaquaraqua
ed anime nere”, apparso sul mio blog il 27/01/2014 (Allegato 7), in
risposta ad un articolo del Trematerra pubblicato sul giornale on line “Acrinrete” il 24/01/2014 e dal titolo: “Non
mi intimoriscono i quaquaraqua della diffamazione” (Allegato 8). Articolo
in cui mi definisce appunto “quaquaraqua”,
ignaro che si tratti di un’espressione idiomatica, pronunciata da un padrino
nel film “Il giorno della civetta”, e
destinata a divenire celeberrima e collegata, nella cultura popolare, al mondo
mafioso e ai concetti che lo governano. La mia risposta ha un tono
inequivocabilmente ironico, visti gli spunti offerti dall’articolo e dagli
atteggiamenti paternalistici del suo redattore.
Alla luce di tutto
quanto sopra esposto, ritengo che sia assolutamente insussistente l’accusa che
mi viene addebitata.
Da ultimo, Signor
Procuratore, mi protesto innocente e confido nella Sua serena ed equanime
lettura delle dinamiche che mi hanno indotto a scrivere i tre articoli, volendo
riconoscere in essi un corretto
esercizio del diritto di critica politica e una reazione immediata e proporzionata alle calunnie, alle minacce
e alle diffamazioni profferite dal querelante nei miei confronti, come sopra
specificato, senza contare, altresì, che nel
caso di specie può ritenersi operante anche la causa di non punibilità prevista
dall’art. 599, comma 2, c.p.
Resto a vs.
disposizione per fornire ogni ulteriore chiarimento.
Deferenti Ossequi.
ACRI (CS), 6 ottobre 2014
Dr. FERRARO Salvatore
Avv.
Giuseppe Andrea FERRARO