martedì 20 settembre 2016

IL SINDACO CHE VOLLE RESTARE CON IL CERINO ACCESO IN MANO


IL DISSESTO E IL PIANO DI RIENTRO… BOCCIATO.


Nei tre anni che mi hanno visto far parte dell’Amministrazione Tenuta, fin dai primi giorni, mi è capitato di ripetere, monotonamente, forse con presunzione, ma sempre inascoltato o non inteso, la frase del vecchio di Trilussa: “Più che dir la verità da solo, preferisco sbagliarmi in compagnia”. 
Un po’ perché pensavo che la minoranza (praticamente solo il sottoscritto) dovesse sempre adeguarsi alla maggioranza, un po’ perché c’era quello che sembrava un progetto alto e nuovo da realizzare, dietro al quale ancora oggi si nascondono tutti quei consiglieri disposti a coprirsi di ridicolo pur di non mollare lo sgabello.
Appena insediati ci siamo ritrovati davanti al diktat della Corte dei Conti che imponeva il dissesto, e di fronte a tutti gli scienziati economisti che dicevano che dovevamo opporci al dissesto con un piano di rientro, solitario come il passero di Leopardi, sollevai le mie obiezioni più che altro per ragioni politiche: opporsi al dissesto imposto dalla Corte dei Conti, significava scaricare il grosso delle responsabilità dalle spalle di chi l’aveva follemente creato, con il rischio di farsene carico, soprattutto nella malaugurata ipotesi che il ricorso non venisse accettato, facendo così poi ritrovare il sindaco Tenuta con il cerino acceso in mano.
E in ogni caso ritenevo che un piano di rientro lacrime e sangue avrebbe fatto più danni che una dichiarazione di dissesto, per una serie di motivi che non starò qui a elencare.
Bisognava, a mio avviso, lasciare la responsabilità morale, politica e penale del disastro  al sindaco Trematerra che, solo nel 2011 (anno a cui si riferiscono i controlli effettuati dalla Corte che sortirono l’imposizione del dissesto), aveva creato la quasi totalità degli 8 milioni e passa di debiti fuori bilancio (grave reato amministrativo).
Mi permisi anche di manifestare la mia contrarietà alla liquidazione, che sembrava opportunistica e clientelare, dei debiti fuori bilancio che fu approvata in Consiglio Comunale senza voti contrari.
Scrivevo in uno dei tanti articoli in cui esprimevo il mio singolare e modesto punto di vista, che il gigantesco danno economico e finanziario contro l’Ente l’avrebbe dovuto pagare il sindaco Trematerra e tutti i Responsabili di Settore che, prestandosi alle pressioni della parte politica, in spregio alla legge Bassanini, obbedivano supinamente alle imposizioni sconsiderate della maggioranza, anche a quelle pressioni che portarono il Comune di Acri alla ribalta per infiltrazioni mafiose (Inchiesta Acherunzia).
In un articolo concludevo “chi ha sbagliato dovrebbe pagare e non i cittadini incolpevoli, che stanno mostrando già troppo senso della misura e della tolleranza, perché se fossimo nel luogo del vostro medioevo mentale e culturale, verrebbero all’assalto delle vostre sontuose ville con i forconi”.
Ma purtroppo la confisca dei beni, per pagare il danno erariale commesso dai politici, in Italia forse non sarà mai realtà.
E’ inutile ricordare che l’articolo scatenò l’attacco dei trematerrestri contro il sottoscritto con minacce, calunnie e raffiche di querele andate a vuoto.

Ma torniamo al dissesto e al piano di rientro che il sindaco Tenuta, per mancanza di coraggio o per coda di paglia, volle a tutti i costi perseguire, con una tassazione vessatoria a carico dei cittadini, assumendo sulle proprie spalle dritte la responsabilità e sollevando in parte o facendo dimenticare alla cittadinanza le gravi colpe del suo ex socio dissestatore.
La preparazione del piano di riequilibrio, per scongiurare il dissesto, è costata più di due anni di preparazione e elaborazione da parte di luminari di diritto contabile e un dispendio notevole di risorse.

Oggi, martedì 20 settembre, resterà una data funesta per il sindaco Tenuta. Avrà avvertito una scarica di extrasistoli quando gli avranno comunicato il responso della Corte dei Conti. Due anni persi per quello che adesso si appaleserà come un enorme imbroglio ai danni dell’intera città.

La Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, con Deliberazione n° 65/2016, ha deliberato di non approvare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Acri (CS) avendo valutato lo stesso non congruo ai fini del riequilibrio finanziario dell’Ente.

Ecco Signor Sindaco, adesso non vogliamo sapere cosa farai con quel cerino acceso in mano.

Segue copia deliberazione Corte dei Conti, per brevità direttamente dalle conclusioni.




sabato 3 settembre 2016

IL CEMENTO AVANZA E IL VERDE ARRETRA.


CONDANNA A MORTE DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO.


E’ proprio un genio poliedrico e gagliardo quel gran simpaticone del maestro Gino Scarsi.
Lo trovi nel suo laboratorio, armato di martello e fiamma ossidrica, a restaurare la nostra scultura contro tutte le guerre, ma lo puoi trovare sulle colline della Valle Grana al Roumiage di Sancto Lucio de Coumboscuro con la banda a suonare il sax con i suoi nipotini intorno.
Lo trovi poi Presidente del Forum “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”
Cosè il Forum?  Il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori” è un aggregato di associazioni (circa 100 associazioni nazionali, fra cui il WWF e Legambiente, e più di 800 comitati locali) che mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio. 
Negli ultimi 30 anni è stato cementificato un quinto dell'Italia, circa 6 milioni di ettari.
In Italia ci sono 10 milioni di case vuote e di edifici non ultimati e/o inutilizzati, eppure si continua a costruire.
I suoli fertili sono una risorsa preziosissima ma non più riproducibile e rinnovabile. E li stiamo perdendo per sempre.

Sono oltre 7 milioni le case vuote in Italia, più di un'abitazione su cinque non ha inquilini, pari al 22,5% del totale, con una concentrazione maggiore nelle regioni del Sud per effetto dell'emigrazione. (Analisi elaborata da “Solo Affitti”, franchising immobiliare specializzato in locazione)

Cosa sta facendo il Forum?

In tutt’Italia, specie al Nord, l’impegno dell’ambientalismo più serio ormai si è concentrato sulla battaglia di arginamento del consumo del suolo, contro il suo sfruttamento eccessivo e sconsiderato, per porre freno allo stato di degrado ed all’eccessiva cementificazione.

Il maestro Scarsi che mi onora con la sua amicizia, mi ha detto: “In Calabria siamo scoperti, e una tua collaborazione per quel che si può fare sarebbe cosa ottima.”
E già, in Calabria siamo scoperti. Chissà perché? Forse perché qui il cemento arretra rispetto al resto d’Italia o non vi sono case sfitte o edifici inutilizzati o incompiuti?


No, anzi. In vetta a quella classifica nazionale delle case vuote troviamo proprio la Calabria (con il 38,7% e 481.741 case). Siamo anche al primo posto per quanto riguarda opere incompiute: ecomostri, edifici in stato di abbandono, teatri, caserme, viadotti, gallerie, ospedali mai entrati in servizio, insomma, colate di cemento ovunque.
E allora perché? Forse perché in Calabria il cemento e le costruzioni sono monopolio delle mafie (e/o dei politici che sono la stessa cosa) e sono regolati dalla legge delle mazzette?
Nemmeno questo. In tutt’Italia dietro al cemento e alle costruzioni vi sono mafia&politica e mazzette. Sul cemento, chi più chi meno, mangiano tutti, per cui alla fine si utilizza cemento depotenziato e sabbia in eccesso con i conseguenti crolli di piloni autostradali, edifici, ecc...
Il motivo vero della mancata copertura è che in Calabria vige il silenzio, un silenzio salutare per i pavidi, che, come ho detto altre volte, è il più utile alleato della ‘ndrangheta. Qui vi è la consegna, diligentemente rispettata, per la stampa nostrana e i coraggiosi Social, di non occuparsi di due dei settori appannaggio delle cosche: Cemento&costruzioni e  disboscamento selvaggio.

Acri poi è l’emblema di questa situazione. Come si cementifica ad Acri e come si disbosca selvaggiamente e scelleratamente ad Acri, da nessun’altra parte.


Ad Acri il cemento avanza, sotto gli occhi indifferenti degli acresi che nemmeno si accorgono di questa invasione.
A cominciare da due grosse opere infrastrutturali, la galleria e il primo lotto della  la "Sibari-Sila", costate ai cittadini in totale 60 milioni di euro (che dopotutto non avrebbero liberato Acri dall’isolamento, tale è stata l’insensatezza di chi le ha progettate o di chi, campanilisticamente e politicamente, le ha imposto a chi le ha progettate). 


La Sibari-Sila, o meglio la Calamia-Mormorica, 2,5 km costati 30 milioni di euro, uno sfregio mortale al paesaggio, viadotti e piloni di cemento che resteranno perennemente incompiuti, perché i lavori sono bloccati, sine die, per questioni di malaffare. 
E la Galleria, anch’essa incompiuta, anch’essa bloccata dalla Procura, ma con tonnellate di cemento in bella vista.


Poi fanno capolino su tutto il territorio le incompiute in cemento armato come il teatro o la caserma dei carabinieri, i muri di sostegno di Canaletta, che rappresentano pochi esempi della cementificazione folle e diffusa del nostro territorio.






Argomenti seri ma scottanti che nessuno dei coristi del blablablà onanistico dei Social si permette di toccare.
Tutti  compìti e intenti ad inzuppare il biscottino dell’indignazione nelle banalità più melense, a scrivere articoli gastronomici sulle ricette migliori per friggere l’aria, a stilare interessanti “piccole analisi statistiche” su chi è d’accordo con chi e chi no.
C’è chi addirittura si contunde la prima falange del dito medio di destra nel  cliccare migliaia di volte sulla sua tastiera per far crescere il numero delle  visualizzazioni del suo penoso scritto. Incredibile!12.000 visualizzazioni (di cui 11.900 provenienti da un solo PC), un record, grande seguito, sponsor venite a me!
Nessuno che sia interessato alla devastazione quotidiana e inarrestabile del nostro territorio. Così tanto tengono a cuore la salute dell’ambiente e la propria gli Acretini!
Abusi e speculazioni edilizie, autorizzazioni concesse con leggerezza, violazione delle più elementari norme urbanistiche in spregio al bene comune, sono temi tabù per gli indignati speciali locali.
Costruire edifici o viadotti con sabbia e cemento depotenziato e spacciarli per antisismici, e non aver pensato di fare gli opportuni controlli da parte di chi ne ha il compito, non fa indignare nessuno.
Che ci siano politici e mafiosi che per fare soldi se ne fregano della sicurezza di chi andrà ad occupare quegli edifici non fa arricciare il naso per il disgusto a nessuno.
Che ogni giorno partono da Acri autotreni stracarichi di tronchi perché nessuno controlla chi sta desolando il nostro territorio trasformando i boschi in brulle radure, non urta la sensibilità di nessuno.



Evidentemente è così, altrimenti gli indignati speciali locali scriverebbero di questo, e non della rottura delle acque del sindaco.

Ecco, caro Maestro, la situazione è questa. Penetrare attraverso le cortine fumogene e omertose della pseudo-informazione paesana, con argomenti seri e vitali quali quelli portati avanti dal tuo Forum, potrebbe risultare impresa ardua.
Ciononostante cercherò di sensibilizzare qualcuna delle associazioni locali perché aderisca al Forum, nella speranza peregrina che finalmente ci sia chi decida anche qui di voler difendere, tutelare, custodire e proteggere questa terra, sulla quale, indegnamente e miserabilmente,  troppa gente poggia i piedi.