Quando si è diffusa la notizia che quelli dell’UDC
erano andati ad autodenunciarsi, ho pensato che, sopraffatti finalmente dai
morsi della coscienza, fossero andati a costituirsi.
Invece no. Si tratta di una nuova brillante trovata tecnico-giuridica
per costringere l’attuale Amministrazione a “chiedere scusa per aver offeso i vertici UDC”. Se non dovessero
risultare vere le fatture del magna-magna (è proprio il caso di dirlo), il
magistrato darà una tirata di orecchi a quel discolo di Nicola.
Ma, visto che c’erano, hanno querelato chi ha
denigrato l'Intoccabile “attraverso
comunicati pubblicati su un blog personale di un assessore di maggioranza”
(quanto fair play nelle modulazioni del solerte portavoce!).
L’ho detto altre volte, spero si tratti di me, e se
così non fosse continuerò a “denigrare” il tirannello di Acherunzia, per
assicurarmi quello che per me rappresenta un riconoscimento.
Ma, a pensarci bene, non può che trattarsi di me,
visto che il signor ex vicesindaco nell’ultimo consiglio comunale, durante la
sua arringa, sventolava un mio articolo del 30 settembre, http://www.ferrarosalvatore54.com/2013/09/hanno-perso-le-pecore-ma-vendono-lana.html,
quale prova di odio e di rifiuto di collaborazione.
Si trattava in realtà di una risposta a due loro
precedenti volantini, che contenevano accuse fantasiose e velenose nei confronti di Tenuta. E che concludeva: “Se
questo è il livello sotto il quale l’Udc ritiene che ci si debba misurare in
politica, eccoli accontentati. Ma, in ogni caso, loro con le chiacchiere e
le calunnie, noi con gli atti e i fatti.”
Mi ritrovo, mio malgrado perché sottraggo tempo ad
impegni più seri, a ritornare ad affrontare l’Innominato che, con contorti
sillogismi, dà disposizioni ai suoi sottoposti - che, fra l’altro, da soli
saprebbero fare molto meglio - su come trattare gli avversari.
La spocchia e la prepotenza, le clave che
costituiscono il suo raffinato armamentario dialettico gli fanno dire, per
esempio: “errare è umano, perseverare è
diabolico”. Capito? Lui a noi!?! E ancora: “Fate autocritica. L’ostinazione è una brutta bestia”. Sempre lui a
noi, con la sicumera paternalistica di un mammasantissima. “La città si salva solo con la collaborazione
di un partito che al momento può
contare su un eurodeputato ed un assessore regionale, ovvero Gino &
Michele”. Un capolavoro quel lapsus freudiano ammissivo: al momento. Fino ad oggi sono stati troppo affaccendati altrove…
Come si salva la città lo sanno bene i cittadini di Acri, che hanno votato a
maggio, quando ancora non erano informati del disastro.
L’UDC, il partitino che dall’1,7% delle ultime
elezioni politiche in Calabria (onore al suo plenipotenziario), che procede
trionfalmente verso lo zero assoluto, anziché chiedere scusa ai cittadini di Acri per il disastro immane causato
dalla loro devastante amministrazione, cerca incredibilmente di addossare ad
altri responsabilità che sono ormai inappellabilmente certificate dalla Corte
dei Conti.
Quando arriverà il Commissario ad acta, che entrerà
nel merito specifico delle malversazioni, queste responsabilità saranno
illuminate a giorno e i cittadini finalmente sapranno con certezza.
Scrive la Corte nel suo ultimo atto: “Risulta
evidente che l’adozione delle misure correttive richieste da questa sezione
negli ultimi anni - 2010, 2011 e 2012 – avrebbe consentito all’ente di evitare
di precipitare nell’attuale disastrosa situazione finanziaria”.
Li accusa la Corte di ogni possibile e grave
irregolarità prevista dai codici della magistratura contabile: “Debiti fuori
bilancio non riconosciuti. Distrazione di fondi a destinazione vincolata.
Mancata acquisizione di entrate. Mancato esercizio della procedura di
riscossione coattiva. Prescrizione del credito. Mancata adozione del
provvedimento di riequilibrio (nonostante i continui richiami). Pareggio
fittizio del bilancio. Ecc. ecc.”. Io potrei aggiungere: pagamento di parcelle professionali per progetti di opere pubbliche
ancora non realizzate (leggi Palazzetto dello Sport).
E loro che potevano far ottenere ad Acri 6 milioni
di € per ripianare i debiti fuori bilancio, se avessero pensato al
pre-dissesto, come consigliato dalla stessa Corte, loro dicono: è colpa vostra
che avete perso sette mesi per le incompatibilità in Consiglio. Se andiamo a
verificare il calendario delle sedute, l’Amministrazione si è insediata nel
mese di luglio, l’ultimo Consiglio
Comunale che ha ristabilito la legalità nei confronti degli
ineleggibili, si è tenuto il 19 agosto.
Insomma avete
capito? Loro hanno fatto finire la macchina comunale in una scarpata - perché all’autista
non si sapeva chi gli avesse dato la patente, i meccanici avevano ingrippato il
motore, manomesso i freni, svuotato il serbatoio - e adesso lo stesso autista,
gli stessi tecnici pretendono di darci lezioni su come rimettere in carreggiata
e avviare la stessa macchina.
Ma fateci un piacere!!! Restate ai margini della
vostra meritatissima e ottusa
“marginalità istituzionale” ‘che avete fatto già troppi danni.
Certo il vostro capo abituato a viaggiare in
Maserati, non può capire le utilitarie destinate al popolo.
Il vostro capo supremo, aduso a trattare i
sottoposti – e sottoposto è per lui anche il popolo di Acri - secondo un costume
clientelare feudale, ci ha provato e continua a provarci in tutti i modi a
boicottare la nostra Amministrazione, tanto è grande “il suo desiderio di
aiutare la Città”
Ha fatto chiudere ad orologeria la discarica. Ha
spedito in Sila gli operai Afor a pulire i sentieri per i porcospini. Continua
ad intervenire a livello regionale per frenare ogni nostra iniziativa. Non ha
capito che il danno non lo sta facendo a Nicola Tenuta, ma ai cittadini di Acri
che gli stanno tanto a cuore.
Ma non ha capito soprattutto che con chi ama la
libertà, i ricatti e le minacce non sortiscono alcun risultato.
E allora, gentili e offesi avversari, noi non
diciamo che dovete “venire a chiedere
scusa in ginocchio”, come Papà ha mandato a dire al nostro sindaco, vi
diciamo solo: chiedete scusa
pubblicamente a tutti i cittadini di Acri perché con una pessima
amministrazione avete, voi e solo voi, causato il dissesto, e adesso noi
cittadini di Acri dobbiamo pagare.
Chi ha sbagliato dovrebbe pagare e non i cittadini
incolpevoli, che stanno mostrando già troppo senso della misura e della
tolleranza, perché se fossimo nel luogo
del vostro medioevo mentale e culturale, verrebbero all’assalto delle vostre
sontuose ville con i forconi.
E allora forse vi conviene restare buoni buoni ai
margini – ammesso che il popolo non vi faccia sparire anche da lì alle prossime
elezioni – e, fate il favore, non rompete le scatole a chi lavora seriamente e
coscienziosamente per far rinascere Acri.
Vostro “denigratore” con l’esimente della
provocazione,
Salvatore Ferraro