domenica 25 gennaio 2015

LE RISPOSTE SONO NEGLI ATTI E NEI FATTI.

 
AVVOCATI DELLE CAUSE PERSE

 
 
La cosa peggiore che possa capitare alle domande è la risposta” diceva Romain Gary. Specie quando le domande sono strumentali e capziose e fanno a pugni una con l’altra. L’articolo del signor Marcello Perri pubblicato su Acrinrete ne è un esempio.

Il signor Perri si chiede chi abbia strangolato l’Ospedale di Acri. Forse non sa che la Sanità è programmata e gestita dalla Regione e non dal Comune. Ignora anche le risposte, soprattutto quelle date nelle ultime tornate elettorali, di tutta la comunità acrese che ne ha attribuito inequivocabilmente la responsabilità ai Trematerra, junior e senior, assessore regionale e parlamentare europeo nel periodo in cui “il delitto” è stato commesso.

Ma al solo pensiero che possa essere data la colpa al Trematerra Gino, il signor Perri se ne “rattrista”. E si chiede “dove sono gli attuali amministratori” e “politici”, fingendo di ignorare gli articoli apparsi su Acrinrete, a firma dell’assessore Benvenuto, che tanto si è speso per questa causa presso dirigenti e responsabili ASP.

Nella sua difesa ad oltranza del Trematerra, si inventa una mia soddisfazione per le vicende giudiziarie, dentro le quali sono stato incolpevolmente tirato dal suo idolo, per faccende personali, scrive lui, ignorando ancora che i giudici hanno riconosciuto gli argomenti delle mie critiche di grande rilevanza sociale.

Quando si è costretti a lavorare giorno e notte per la nostra comunità, resta poco tempo per dare risposte alle domande di disinformati e disinformatori, specie quando si cavalca il malcontento di chi paga le tasse (tutti noi), per cui un surplus di sforzo è necessario.  Allora vediamo perché paghiamo le tasse comunali più salate del solito. L’abbiamo già detto, ma c’è chi fa finta di non aver inteso.

La nostra Amministrazione, qualche mese fa, ha fatto ricorso alla dichiarazione di dissesto che ci era stata imposta dalla Corte dei Conti. La stessa Corte ha accettato il ricorso a patto che l’Amministrazione metta in atto un piano di rientro che deve prevedere: 1. Pagamento di tutti i debiti che il Comune aveva al 31/12/2013 (già fatto entro il 15 novembre 2014). 2. Dismissione dei beni dell’Ente (sono state già avviate le procedure ed il bando). 3. Aumento di tariffe e tributi comunali . Riteniamo che la Corte a breve, visto come abbiamo ottemperato alle sue disposizioni, ci svincolerà dalla morsa del dissesto e potremo abbassare i tributi.

L’aumento sproporzionato delle tasse su rifiuti, acqua, ecc. è dovuto in parte a questo motivo, ma in gran parte agli aumenti imposti dalle recenti leggi statali e regionali. Infatti basta verificare e confrontare le nostre bollette con quelle che pagano i cittadini dei comuni limitrofi, anche di quelli che non sono in dissesto, per rendersene conto.

Certo l’unico modo che è rimasto oggi, in questa epoca di sonnolenza e apatia, per provocare una reazione,  è quello di sentirsi toccati, come si dice, nella tasca. Diventa facile allora cavalcare la protesta tenendosi aggrappati alla disinformazione e al bisogno della gente.

Al signor Perri, difensore d’ufficio del signor Trematerra, ricordo il motivo che mi ha portato a subire quattro querele da parte di Trematerra e del suo clan, risultate prive di fondamento, motivo che  risiede proprio nell’aver detto, scritto e descritto (ed averne avuto il coraggio) metodi e modalità di una gestione clientelare e fallimentare che ha portato in dissesto il Comune con l’accumulo di 25 milioni di euro di debiti. 

Quella gestione scellerata ha procurato non solo un danno erariale all’Ente, ma anche grave nocumento a tutti i cittadini, compreso il signor  Perri Marcello, e questo dovrebbe essere il vero motivo di indignazione, non una delle tante conseguenze (leggi bollette salate).  Quei debiti, secondo la Corte dei Conti, sono stati contratti “artatamente” e “dolosamente”. Verificare il significato dei due termini su un buon dizionario.

Con un’Anticipazione di Cassa di 15.500.000 di euro, che pochissimi sindaci in Italia sono riusciti ad ottenere, l’Amministrazione Tenuta, ha pagato tutti i debiti del Comune, che giustamente, come ho scritto in un articolo per il quale Trematerra mi ha querelato, non avremmo dovuto pagare noi cittadini, ma il signor ex-sindaco Trematerra & Company , sia amministratori che (ir)responsabili di settore.

Fra questi debiti,  non c’è solo il milione di euro, che tanto ha fatto scandalo, delle parcelle degli avvocati – quasi tutti risalenti al periodo 2010-2013 – o il milione di euro ad Acritrasport (non pagato nel 2011-2012-2013) oppure ancora i 2.900.000 euro saldati all’Enel, solo per bollette non pagate degli anni 2011/2012.  Ma quello più interessante, dal mio punto di vista, risulta il milione e 700 mila euro di tariffe regionali per i rifiuti solidi urbani non pagati negli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. Morosità che tanto ha pesato sull’emergenza rifiuti sofferta dal nostro Comune nell’ultimo anno..

E qui veniamo al problema rifiuti che il signor Perri, abbagliato forse dalla devozione al Trematerra, si ostina a non voler vedere nella sua reale dimensione e risoluzione.

Punto qualificante del programma di Tenuta Sindaco era la Raccolta Differenziata porta a porta. In data 24 novembre 2014 è stato stipulato il contratto fra il Comune e la Ditta E-log. La gestione del sistema rifiuti è passata dal Comune alla Ditta, alla quale abbiamo offerto la nostra collaborazione, auspicando che venga offerta anche quella dei cittadini.

Uno degli obiettivi dovrà essere la riduzione dei rifiuti indifferenziati che vanno in discarica. Le bollette Tares derivano totalmente e sono correlate proporzionalmente alla quantità di indifferenziato che va in discarica. Più tonnellate di  tal quale” va in discarica più sono salate la bollette della spazzatura.

La ditta E-log secondo il capitolato d’appalto, che fa parte del contratto, entro la fine dell’anno corrente dovrà raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Percentuale che, in base alle direttive regionali,  i Comuni avrebbero dovuto raggiungere già alla data del 31/12/2012.

Notevole ostacolo all’avvio è stato rappresentato dall’isola ecologica che per contratto abbiamo consegnato alla ditta.

L’isola ecologica è un centro di raccolta a supporto della raccolta differenziata.  

Gli amministratori del passato, sempre loro, nel 2010, hanno pensato bene di partecipare ad un bando regionale per il finanziamento della realizzazione di un’isola ecologica, prima ancora che fosse avviata la raccolta differenziata. Per cui… a supporto di cosa?

Non solo, ma l’isola ecologica serve per potervi conferire, anche da parte dei cittadini, i materiali differenziati, come carta, vetro, plastica e ingombranti. In ogni città d’Italia le isole ecologiche sono accessibilissime ai cittadini perché si trovano allocate in centro città. Nel 2010 quegli amministratori, chiamiamoli così, hanno individuato come sito e realizzato l’isola in contrada Manzi, distante 7 chilometri dal centro e a 1000 metri di altitudine.  Ai nostri concittadini possiamo chiedere di essere virtuosi, non temerari. Vi si accede dalla SS 660, inerpicandosi per uno strada sterrata e scoscesa, molto pericolosa, per cui la Ditta ha chiesto al Comune la sistemazione e la messa in sicurezza di questo percorso, sul quale devono transitare anche mezzi pesanti. Questa isola è una delle insensate opere di trematerrestre memoria, misteriosamente allocata in posizione infelicissima, tanto che il Dipartimento ambiente della Regione in questi giorni ha richiesto la trasmissione di tutti gli atti inerenti all’iter di realizzazione.

Si sono persi invece l’occasione, sempre gli amministratori del passato, di partecipare al bando per il finanziamento della raccolta differenziata, che avrebbe potuto far ottenere dalla Regione una cifra a fondo perduto di almeno 1.000.000 di euro. Ma lasciamo perdere, ne abbiamo già parlato, inutilmente, più volte. E’ acqua passata. Importante è aver riavviato dopo 8 anni la raccolta differenziata.

Tornando alla Ditta, a fine dicembre, in anticipo sulla data del 2 gennaio, ha distribuito i carrellati agli esercizi commerciali del centro e alle scuole e si sta occupando di ripulire i tanti cumuli pregressi sparsi sul territorio, soprattutto nelle contrade. Sta avviando la distribuzione dei kit di pattumelle, i calendari di ritiro e gli opuscoli esplicativi, alle utenze domestiche dalle contrade più a nord, poi a tutte le altre contrade e infine al centro.

La Ditta ha avviato tutta una serie di iniziative che riguardano la sensibilizzazione e l’informazione su tutti i servizi che saranno offerti. E’ attivo un numero verde gratuito, al servizio di tutti gli utenti del Comune di Acri: 800 014 715

Siamo fiduciosi in questa Ditta e pensiamo che adesso bisogna lasciarla lavorare in pace, perché gli obblighi e le responsabilità sono fissati e sottoscritti nel contratto di appalto e nei suoi allegati, atti che possono essere visionati presso il Comune. A noi, amministratori e cittadini, deve garantire un territorio pulito ed il 65% di raccolta differenziata a fine anno. Che significa anche drastica riduzione delle tariffe sulla spazzatura.

In conclusione, l’Amministrazione Tenuta ha messo in cantiere  uno dei progetti più concreti e qualificanti delle sue linee programmatiche, che innalzerà notevolmente il livello di pulizia, di decoro e di civiltà del nostro territorio.

Con buona pace di gufi, detrattori… e del signor Perri Marcello.
 
 

 

 

 

sabato 17 gennaio 2015

L'USO DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE

                                 
                                                                      

In data 14/01/2015 un Giudice ha dato a me sottoscritto, assistito dal mio difensore di fiducia Avv. Giuseppe Andrea Ferraro, l’ennesimo  riconoscimento del corretto esercizio del diritto di critica politica e, in particolare, di aver legittimamente reagito ad un fatto ingiusto altrui.

Si tratta della quarta querela per diffamazione che, nell’arco di un anno, il signor Trematerra Gino e i suoi amici, hanno pensato bene di indirizzarmi, con accanimento,  secondo un loro imperscrutabile piano persecutorio.

In seguito all’ultima querela sporta dal signor Trematerra, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza - dott. Domenico Assumma, in data 10/10/2014, osservando che la notizia di reato era infondata come emergeva chiaramente ed “in modo documentato dalla memoria difensiva dell’imputato” - http://www.ferrarosalvatore54.com/2014/11/calunniano-e-minacciano-e-se-rispondi.html - chiedeva al GIP di voler disporre l’archiviazione del procedimento.

Il Trematerra, che probabilmente non ripone molta fiducia nella Giustizia, difeso dal proprio legale di fiducia – Avv. Pierluigi Pugliese, del Foro di Cosenza – presentava opposizione alla richiesta di archiviazione del PM ma, in data 14/01/2015, il GIP dott. Livio Cristofano, dopo l’udienza camerale e dopo aver esaminato gli atti, osservava, tra l’altro, che la richiesta di archiviazione presentata dal PM va accolta, condividendosene le argomentazioni addotte a sostegno e che qui devono considerarsi integralmente trasposte…”.

Due magistrati, in uno stesso procedimento di archiviazione, hanno condiviso integralmente la memoria difensiva dell’indagato, da me stesso articolata e magistralmente illustrata al Giudice dall’Avv. Giuseppe Andrea Ferraro.

In estrema sintesi, e in buona sostanza, cosa hanno condiviso.

Che ho esercitato il mio legittimo diritto di cronaca, di critica e di satira politica, nei limiti della verità e della correttezza del fatto narrato, e dell’interesse pubblico alla sua conoscenza.

Che i tre articoli “incriminati”, apparsi sul mio blog nel mese di gennaio 2014, facevano riferimento a fatti riscontrabili e documentati da contestualizzarsi in una prolungata polemica politica a distanza con il Trematerra e, quindi, non ascrivibili ad ostilità personale nei confronti dello stesso.

Che gli stessi articoli rappresentavano una immediata e proporzionata reazione ad un comizio del Trematerra, tenuto il 10 gennaio 2014, durante il quale lo stesso si lasciava andare in uno sconcertante profluvio di calunnie, minacce e intimidazioni nei miei confronti. Queste sì meritevoli di querela, clava che non ho mai inteso usare nel confronto politico seppur aspro, mentre il Trematerra, che nel Parlamento Europeo ha votato per la depenalizzazione del reato di diffamazione, ha continuato a brandire come un’arma impropria.

In conclusione penso di aver dimostrato, con i miei scritti, che per essere liberi bisogna avere coraggio. Il coraggio di dire la verità, di dire quello che quasi tutti pensano e pochi dicono sottovoce, di  reagire proporzionatamente a fatti ingiusti altrui di fronte a persone che pretendono, invece, il silenzio.

Il silenzio, era il titolo di uno dei miei articoli, è mafia. Con ciò intendevo dire, come ho spiegato nella mia memoria difensiva, che ritengo la mafia non solo una organizzazione criminale ma anche una mentalità, un costume, un modello sub-culturale di visione dei rapporti umani.

Spero che il mio avversario/nemico (per sua decisione) capisca una buona volta quanto sia necessaria e utile la libertà di espressione nel confronto dialettico. Per aiutarlo,  gli farò recapitare un libro scritto da Raoul Vaneigem, uno dei più grandi libertari europei del secolo scorso, a lui sconosciuto: “Niente è sacro, tutto si può dire”. Non vi è un uso buono o cattivo della libertà di espressione – dice Vaneigem – ma solo un uso insufficiente. Bisognerebbe parlare e scrivere più compiutamente. L’omissione, l’omertà anche relativa è nemica della libertà.
                                                                                              Salvatore Ferraro