L’UNSIC (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e
Coltivatori) di Acri, la CNA (Confederazione Nazionale Artigianato) di Acri e
la CONFCOMMERCIO di Acri hanno indetto per sabato 12 aprile una manifestazione
pubblica contro la PRIVATIZZAZIONE della gestione dei rifiuti in P.zza
Sprovieri alle ore 9:30.
Che associazioni di imprenditori, commercianti,
artigiani, ecc., finalmente diano un segnale di esistenza in vita non può che far
piacere. Peccato che fra i tanti reali problemi creati alle categorie produttive dalla
crisi economica nazionale e dal dissesto finanziario comunale, i loro rappresentanti locali abbiano individuato un bersaglio fittizio: la scelta fatta dall’Amministrazione Comunale di
indire un bando di gara per appaltare la raccolta differenziata ed
indifferenziata dei rifiuti.
Scelta che è già stata fatta ed adottata da tutti i Comuni
d’Italia da anni e contro cui nessuna associazione si è mai sognato di
protestare.
Il fatto
grave di questa iniziativa intrapresa dalle associazioni contro la privatizzazione
è che hanno coinvolto, carpendone forse la buona fede, alcune forze politiche:
PD, SEL. E questi, non si sa quanto consapevolmente, hanno aderito alla
manifestazione.
La gravità consiste nel fatto che ormai questi
partiti da tempo si sono convertiti alla necessità di privatizzare i servizi,
sia a livello nazionale che regionale e locale.
Basti pensare al nuovo governo Renzi (PD) che vuole
far ripartire l’occupazione e pagare i debiti della pubblica amministrazione, “con un piano di privatizzazioni – Poste, Ferrovie dello Stato, Fincantieri - col duplice obiettivo di accrescere
l’efficienza delle imprese e ridurre in modo consistente il debito pubblico”.
Il presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, il
faro di SEL, imputato per concussione nell’affare del disastro ambientale ILVA,
dal 2012 ha imposto a tutti i Comuni della Puglia la “cessazione delle municipalizzate e
l’apertura del mercato ai privati”. Ha inoltre fatto imbestialire il
Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” per aver affidato anche ai privati la
gestione dell’acqua. http://www.noicattaroweb.it/attualita/2734-la-regione-puglia-verso-la-privatizzazione-dellacqua.html
Non esiste in tutt’Italia un solo Comune
che abbia avviato la raccolta differenziata con propri mezzi e proprie
risorse umane.
In Emilia Romagna e Toscana, il servizio della
raccolta dei rifiuti di tutti i Comuni (l’80% è amministrato da giunte di
sinistra) è affidato ad aziende private. Ne cito alcune.
Gruppo HERA http://www.gruppohera.it/.../attivita.../business_ambiente/ 4,5 milioni ton/anno di rifiuti trattati, 81 impianti di smaltimento,
dei quali 8 termovalorizzatori (i temutissimi termovalorizzatori), gestisce il
servizio integrato in 6 province dell'Emilia-Romagna e nella provincia di
Firenze per un totale di 140 COMUNI (quasi tutti "rossi"). Servizio
integrato significa gestione non solo dei rifiuti, ma anche di luce, gas e
acqua.
Il gruppo IREN http://www.irenemilia.it/servizi/ambiente.jsp#?codice=137 svolge la sua attività nell'ambito dei servizi di Igiene Ambientale
nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia per un totale di 116 COMUNI (quasi
tutti PD-SEL) del territorio, servendo un bacino di 1.139.000 abitanti. Notare
che il Comune di Parma è amministrato dai M5stelle (sì anche loro si lamentano
della privatizzazione ad Acri).
In Provincia di Cosenza, per tornare più vicino a noi,
CALABRA MACERI E SERVIZI S.p.a.
serve attualmente 17 COMUNI per quanto riguarda la raccolta differenziata dei
rifiuti: cito solo quelli amministrati dalla sinistra: Casole Bruzio, Celico,
Dipignano, Pedace, Pietrafitta, Rende, Rose, S. Fili, Serra Pedace, Spezzano
Piccolo, Trenta.
La totalità dei Comuni Italiani è servita da piattaforme private che recepiscono il
differenziato e lo avviano ai Consorzi
di filiera per il recupero ed il riciclo.
Acri, a parere delle singolari categorie produttive
presenti sul territorio e secondo le atipiche forze progressiste e democratiche,
dovrebbe rappresentare l’unica eccezione.
Aveva ragione il Padula: “Acri è il Comune dei grandi fenomeni. La politica in Acri non ha
comunemente il significato che si dà nel resto del mondo…”.