giovedì 22 giugno 2017

Cantari Pride.




Lo scorso anno, quando ricoprivo la carica di Assessore alla Cultura del Comune di Acri, avevo contattato il Professor Joseph Luzzi per la presentazione di un suo libro, durante il ciclo di incontri Autori in Biblioteca.

Chi è il Professor Luzzi.

I suoi genitori erano cittadini acresi, abitanti nella contrada lamuconese di Cantari, che come tante famiglie del luogo, in diverse ondate migratorie, nella prima metà del secolo scorso, sbarcarono in America.

Giuseppe (Joseph) è l’ultimo dei 4 figli, e il primo che nacque in America.

Nel video il Professore intervista la madre, facendole raccontare l’emozionante esperienza di come la sua famiglia si stabilì e si integrò negli States, dove Joseph seguì brillantemente una carriera scolastica che lo portò a conseguire un dottorato alla Yale University e ad insegnare al Bard College, nello Stato di New York.

Ha scritto My Two Italies (2014) segnalato dal New York Times Book Review, Il romanticismo italiano e l'Europa. (2008), fantasia e realtà nell'immaginario occidentale, vincitore del Premio Scaglione per gli studi di italianistica, e A Cinema of Poetry: Aesthetics of the Italian Art Film. (2011)

I suoi saggi e le sue recensioni sono apparsi su The New York Times, Los Angeles Times, Bookforum e The Times Literary Supplement.

Dante è da oltre vent'anni al centro della sua attività accademica.

Nel 2015 pubblica Oltre la selva oscura, tradotto in diverse lingue, e che gli fece ottenere numerosi riconoscimenti e premi per il suo lavoro di docente e studioso  di Dante

Oltre agli impegni accademici, Luzzi tiene conferenze su letteratura, arte e cinema in giro per il mondo.

Proprio per questo genere di impegni, dopo aver dato la sua disponibilità, il Professor Luzzi nel giugno 2016 fu costretto a rinviare il ritorno alla sua terra d’origine.

Un paio di mesi fa ho ricevuto una sua mail con la quale mi comunicava che quest’anno, in autunno, verrà in Italia e, se a noi Acresi fa piacere, potrebbe scendere fin da noi a visitare i luoghi di origine dei genitori e partecipare ad un incontro culturale.

Ho girato le mail al Presidente della Fondazione Padula, Prof. Cristofaro, ove mai ritenesse utile accogliere questo nostro conterraneo, che ha tutti i titoli e i meriti perché non solo il popolo lamuconese, ma anche tutti gli Acresi ne siano orgogliosi.



giovedì 1 giugno 2017

SANITA' CALABRO-ACRESE.





1908. Quando la Sanità Pubblica andava meglio di adesso.




Ogni cittadino ha il diritto dovere di informarsi e di essere informato.

Il diritto all’informazione è uno dei fondamenti della democrazia ed è garantito dalla Costituzione per avere cittadini consapevoli delle loro scelte, capaci di difendere i propri diritti, in grado di esprimere una critica basata sulla conoscenza dei fatti. Il cittadino non informato o disinformato diventa strumento di chi mistifica e disinforma per fini e interessi propri o di partito.

La verità qui da noi sembra il fratello figlio unico di Rino Gaetano: derisa, frustrata, sottomessa, odiata, calpestata, derubata, disgregata. Per questo nessuno vi si avvicina.

Uno degli argomenti comuni a tutti i programmi elettorali dei quattro candidati a sindaco di Acri è l’Ospedale.
Oltre alle recriminazioni e alle reciproche accuse per come è stato ridotto allo sfascio, nessuno dei quattro si sofferma sullo stato dell’opera che ha un solo nome: Atto Aziendale.
Il candidato che ci va più vicino è quello che dice: c’è un decreto che bisogna riempire di contenuti”.
Poi c’è un ventriloquo che fa dire al suo candidato a sindaco che lo “Spook” fra Acri e Castrovillari era la migliore soluzione per il nostro Ospedale e bisognerebbe insistere su quella strada.
Chi deve raccontare quanto quella scelta sia stata scellerata e demolitiva per la sanità acrese è il risultato sotto gli occhi di tutti e non l’artefice di quella sciagura chiamata Spoke, e non Spook come lo scrive lui, che in inglese significa fantasma o uomo sinistro, pericoloso (casuale concomitanza).

UN’OCCASIONE PERDUTA
Quando nel 2012 il Presidente Scopelliti, Commissario alla Sanità, nel piano di riordino della rete ospedaliera regionale, falcidiò 12 ospedali, quasi tutti della provincia di Cosenza, ci furono Comuni che ricorsero prima al TAR e poi al Consiglio di Stato contro l’accorpamento in Spoke, per questioni di distanze. Questi Comuni vinsero il ricorso e salvarono i loro ospedali, come Praia a Mare.
Il nostro Comune, amministrato nel 2012 da chi vedeva nel nefasto Spoke con Castrovillari una trovata geniale, non fece ricorso, pur essendovi fra i due Comuni una distanza di 70 chilometri. Miopia politica assoluta
Ora chi ha velleità amministrative o è stato amministratore, ed è impegnato in questa campagna elettorale, quanto meno dovrebbe essere informato sui fatti.

IL COMMISSARIO SCURA.
Il Commissario alla Sanità calabrese, Massimo Scura, ingegnere di professione (ingegnere?!?), nominato da Renzi nel marzo 2015, dopo un anno di studio emana un Decreto che diventa legge e che stabilisce l’adeguamento della rete ospedaliera regionale agli standard nazionali.
Mario Oliverio ha trascorso i primi due anni di Presidenza della Regione a cercare di scalzare Scura per prenderne il posto. Non ha perso occasione per offrire a Renzi i suoi servigi, per ultimo la sua partecipazione attiva a sostegno del SI al Referendum, pur di ottenere la poltrona di Commissario alla Sanità.
E sì, perché ha ragione. Se la Lorenzin può fare il Ministro della Sanità con un diploma di maturità classica, lui che è riuscito ad arrivare fino al quarto anno dell’istituto industriale, può ambire a una poltrona più piccola.
Resta il fatto che ogni volta Renzi l’ha fatto scontento e gabbato. E Scura è rimasto al suo posto.
C’è un decreto dunque. Un decreto che ha stabilito che l’ospedale di Acri è Ospedale di Zona Disagiata. Categoria che Scura ha creato appositamente per il nostro nosocomio, per non chiuderlo definitivamente, perché non poteva essere né Hub, né Spoke né Ospedale Generale per una questione di numero di abitanti ed altre questioni che non starò qui a dire.
Il decreto ha stabilito quali reparti l’Ospedale di Acri deve avere, quali servizi deve prestare, con quali e quante figure professionali.

L’ATTO AZIENDALE
Cos’è l’Atto Aziendale? L’ho chiesto a una decina di candidati consiglieri che mi sono venuti a chiedere il voto. Nessuno di loro ha saputo rispondere. Ma in effetti la domanda era difficile. Il fatto è che non hanno saputo rispondere nemmeno alle domande di riserva facilitate. Specie quelle riguardanti la conoscenza del territorio. Per cui sapere quale visione della politica li muove resta un mistero. Lasciamo perdere (soprattutto di fare il professore, direte voi), fatto sta che nemmeno i candidati a sindaco ne hanno fatto mai menzione.
L'atto aziendale costituisce lo strumento giuridico mediante il quale le aziende sanitarie determinano la propria organizzazione ed il proprio funzionamento, delineando gli ambiti della propria autonomia gestionale ed organizzativa, nel rispetto dei principi e dei criteri emanati dalla Regione (articolo 2, comma 2- sexies, del decreto legislativo n. 502/1992 e s.m.i. come modificato dall'art.1 del decreto legislativo n. 168/2000).
Nel rispetto delle direttive del Decreto del Commissario Scura, i Direttore Generali delle ASP calabresi dovevano di seguito definire la “governance”, intesa come sistema complesso di vincoli, obiettivi e responsabilità, delle strutture ospedaliere e del territorio.

LE COMICHE DELL’ATTO AZIENDALE DELL’ASP DI COSENZA
Il Direttore Generale della nostra Azienda, nominato a gennaio 2016 dalla “politica” - referenti Adamo & Gentile - stranamente è un medico (non ridete, secondo la normativa poteva essere anche un veterinario), si chiama Raffaele Mauro e guadagna intorno a 150.000 € all’anno.
Prima di divenirne Direttore era dipendente della stessa Azienda.
Il superlavoro (sappiamo come si ammazzano di lavoro i dipendenti pubblici!) gli provocò una forte depressione, per cui fece causa al datore di lavoro, e, incappando in un giudice comprensivo, ottenne un sostanzioso risarcimento per causa di servizio.
Giustamente e logicamente nessuno meglio di un depresso, che ha fatto causa ad un’Azienda Sanitaria, poteva andare a dirigere quell’Azienda stessa.
Sarà anche per questo disagio psichico che il Direttore Generale, da quando si è insediato (un anno e mezzo fa), sta lavorando all’Atto Aziendale. E nessuno lo pressa… alle volte dovesse chiedere un altro risarcimento per aggravamento della sua depressione.
E allora sintetizziamo la cronologia delle peripezie di questo Atto Aziendale che ancora non riesce a vedere la luce.
Dopo sei mesi di duro lavoro, il Direttore completa la preparazione dell’Atto Aziendale.
Il 20 luglio 2016 lo presenta al Consiglio di Direzione, composto da una ventina di Direttori di Distretto, tutti di nomina politica, che guadagnano poco più di 100.000 € all’anno. (La nobile arte del galoppinaggio lecchino nei partiti è lautamente remunerata, per questo attira sempre più nuovi adepti e… candidati).
Viene verbalizzata la perfetta aderenza dei contenuti dell’Atto alle linee guida dettate dal decreto commissariale. L’Atto Aziendale viene inviato ai sindacati aziendali come previsto dalla normativa.
Dopo la presentazione al Collegio di Direzione e ai sindacati, il Direttore  Generale, a fine agosto 2016, delibera (delibera DG n. 1397/16) un atto aziendale profondamente diverso rispetto  a quello presentato in Consiglio di Direzione, con un’organizzazione modificata totalmente.
I sindacati aziendali, tutti, si ribellano denunciando che l’Atto è completamente stravolto rispetto a quello ricevuto, e che contiene illegittimi meccanismi di asservimento ai partiti (spoil system) nella nomina dei dirigenti e che nulla ha a che vedere con l’offerta sanitaria e le esigenze dell’utenza.
Quando l’Atto Aziendale giunge al Commissario Scura, viene bocciato in tronco e, senz’anim’e prigatoriu, viene rispedito al mittente con la preghiera di attenersi alle linee guida.

In data 9 novembre 2016, con delibera n°1769, il Direttore Generale stila un altro Atto, adottato senza essere sottoposto al Consiglio di Direzione e senza la trasmissione ai sindacati. Ma neanche questo è in linea con le regole stabilite dal Decreto Scura.
Il Commissario allora, imbufalito più che mai, comunica al depresso Direttore che l’atto aziendale non è più modificabile, nè integrabile, né emendabile. E’ talmente fuori norma che deve essere rifatto.
In un altro Stato, dove le leggi vengono rispettate e fatte rispettare, a un Direttore del genere gli avrebbero fatto passare la depressione chiudendolo in una navicella spaziale e mandandolo in orbita intorno alla luna, qui invece la politica protettiva dei politicanti permette a personaggi del genere di restare in eterno al loro posto.
E così al Direttore si dà ancora la possibilità di preparare un altro Atto Aziendale, al quale sta lavorando in questi giorni con il suo team, con tutta la calma che va concessa a un depresso.
Ecco, cari concittadini, a quale filo si trova attaccato e sospeso l’Ospedale di Acri. Se qualcuno ne vuole parlare, non vi è il copyright.
Ma mi raccomando, continuate a farvi fare pipì sulla testa da questa manica di incapaci malfattori che avete sempre eletto, così “cambierete sicuramente le sorti della nostra comunità”, (ho preso a caso uno dei tanti spot elettorali, ma tanto uno vale l’altro).
Salvis Iuribus