DIMISSIONI
In previsione del pressapochismo, della
superficialità e della dolosa mancanza di obiettività, di fenomenali “redazioni”
che lanciano notizie per sentito dire e danno giudizi su fatti e atti a loro
ignoti, mi vedo costretto a pubblicare con anticipo la mia lettera integrale di
dimissioni, protocollata oggi e non ieri e nella quale non vi è traccia della
parola “incapace”.
Nell’etimologia di incapace, “non adatto a
comprendere”, si risolve il grave conflitto di chi si auto-assegna il compito
di informare. Chi non comprende, come pensa di riuscire a far comprendere agli
altri? Fenomenologia della Comunicazione in Rete...
Egregio Signor Sindaco,
con la presente formalizzo le dimissioni dalle
cariche di Vicesindaco e Assessore, restituendo tutte le deleghe da Te
assegnatemi, e dando così seguito a quanto da me già espresso nella e-mail
inviata in data 26/04/2016 a Te e, per
conoscenza, al Presidente del Consiglio Fabbricatore.
In quella comunicazione chiarivo alcune delle
motivazioni che mi inducevano a dissociarmi definitivamente dalla Tua compagine
amministrativa, prima fra tutte il convincimento di essere assolutamente
“inadeguato” rispetto ad un modo di “fare politica” e di amministrare, che con il passare del
tempo diventava per me sempre più incomprensibile e non condivisibile.
Ti invitavo inoltre, a trovare nel più breve tempo
possibile un mio sostituto al quale passare le consegne ed esporre tutta
l’attività svolta o in corso di svolgimento, e la “calendarizzazione” di quella
programmata, nei diversi settori di mia competenza. Poiché il termine è
sopraggiunto, e non ho ricevuto risposta alcuna, se non accorati messaggeri richiedenti
impossibili ripensamenti, mi vedo costretto a rassegnare le mie indifferibili
dimissioni.
Come ben sai, a supporto della mia decisione, ho
addotto altri motivi, sia in Consiglio Comunale che su articoli pubblicati sul
mio “irritante” Blog, che non intendo qui
ripetere, ma che sono stati tutti esternati con onesta consapevolezza e totale
assunzione di responsabilità.
Ma non posso esimermi dal rimarcare che attribuisco
al progressivo allontanamento dagli ottimi propositi da Te enunciati nelle
linee programmatiche, lo sfilacciamento e il logoramento dell’intera compagine
governativa, che hanno visto l’abbandono di assessori di notevole valore e di
due consiglieri scomodi ma propositivi.
In quelle linee programmatiche, accolte con straordinario
entusiasmo dall’elettorato, vi era una
visione alta dei rapporti fra amministratori e cittadini, rapporti basati su princìpi
di trasparenza, legalità, partecipazione, solidarietà, sussidiarietà. Lo stesso
entusiasmo mi ha spinto a dedicarmi, con passione e con grande dispendio di
energie e risorse personali, all’espletamento del mio impegno istituzionale.
Ho dovuto assistere invece alla progressiva discesa
verso i più deleteri vizi della vecchia politica, che evito volutamente di
elencare, ma che hanno determinato la mia insofferenza sempre più crescente
verso i compagni di viaggio, che non mi hanno risparmiato sgambetti e gomitate
sotto la cintola. E dall’insofferenza, reciproca, alla fine siamo giunti, senza
che Tu muovessi un dito, all’incompatibilità assoluta.
Ritengo pertanto doverosa, ma anche utile al
prosieguo del lavoro della Tua squadra, la mia sostituzione con una persona che
possa ricreare coesione e tranquillità.
Per quel che mi riguarda, ho ben poco da
rimproverarmi, anche se so di non aspettarmi ringraziamenti da parte Tua, ma
nello stesso tempo penso di non meritare il risentimento che lasci trapelare
per il mio “abbandono”.
Dopotutto, se per tre anni ho lavorato senza
risparmiarmi, con spirito di servizio, con tenacia, ma sempre con umiltà e
correttezza, nell’interesse esclusivo della nostra comunità, spinto
dall’attaccamento alla mia terra e dal desiderio di vederla migliore, e conseguendo
anche qualche risultato che mi viene generalmente riconosciuto, dopotutto,
dicevo, ho lavorato anche per Te. E non ero obbligato.
Auguro a Te e a tutti i Tuoi collaboratori un buon
lavoro per il bene della Città e porgo
Distinti
Saluti.
Acri, 31 maggio 2016 Salvatore Ferraro