martedì 2 agosto 2016

Manifesta incapacità di rappresentare, gestire e risolvere i problemi dei cittadini. Ad esempio…





Cerco per quanto possibile di disinteressarmi delle vicende amministrative di questo Comune perché tanto, qualsiasi cosa io possa dire o scrivere, non servirebbe a contenere i danni prodotti dall’incapacità di amministratori e responsabili di settore, di ieri e di oggi.
Quando dico di ieri, mi riferisco a chi ha amministrato dall’Unità d’Italia in poi, e, come scrivo nella nevbar del mio blog,  “dopo 150 anni abbiamo visto ben pochi cambiamenti nel modo di fare politica.”
La responsabilità, da quando è in vigore il suffragio universale, in gran parte è dei cittadini/elettori che continuano a delegare e selezionare una classe dirigente che intende la politica come mero mercimonio, una visione purtroppo accettata dalla maggioranza dei cittadini stessi, disposti a votare chi soddisfa il proprio  interessuccio personale barattandolo con il più alto interesse generale. Salvo poi assistere, specie sui social, al quotidiano piagnisteo che tutto va male e che bisogna riportare Acri “agli antichi splendori”(sarebbe interessante se precisassero anche il periodo storico!).
Fino a quando non ci sarà da parte dei cittadini una salutare presa di coscienza dei propri diritti/doveri, un’autentica rivoluzione individuale, civile e culturale, non ci saranno possibilità di cambiamento.
Ok, son d’accordo con voi, il prologo me lo potevo risparmiare.
Veniamo al dunque. Il randagismo. Ne avevo trattato in un precedente articolo. http://www.ferrarosalvatore54.com/2016/05/timeo-communem-ignorantiam-et-confido.html
A distanza di due mesi dalle mie dimissioni, la questione ha attirato di nuovo la mia attenzione sia per la sequela di trovate tanto peregrine quanto pregiudizievoli messe in atto da chi amministra il Comune, sia perché, da cittadino che paga le tasse, mi interessa come vengono spesi (sarebbe più corretto dire sperperati) i soldi pubblici.
Brevissimo riepilogo.
Nel giugno 2014 la Giunta comunale approvava una delibera, la n° 93 del 03/06/2014, il cui oggetto era: “Convenzione per la custodia e il mantenimento dei cani randagi catturati nel territorio comunale di Acri nel canile sanitario della ditta Cinosport di Mendicino. Autorizzazione alla stipula.” Costo giornaliero per cane 1.60 € più IVA, bloccato per 5 anni.
Il Responsabile del Settore “dimenticava” di procedere alla stipula e alla sottoscrizione (suo era il compito) della convenzione con la ditta Cinosport.   
Dopo più di un anno e diverse sollecitazioni, si scopriva che non si trattava di problemi di memoria ma di “mancanza di stima e fiducia” nei confronti della Ditta, che adesso pretendeva addirittura un prezzo più alto dei 160 euro pattuiti... anticamente!
Anche se il titolare della Cinosport, ormai esasperato, non chiedeva altro al Comune, con diversi comunicati, se non di “venirsi a riprendere gli 80 cani custoditi nel canile rifugio e i 30 cani fermi nel canile sanitario.”
L’intransigente e sicuro di sé Responsabile di Settore in data 25/01/2016  preparava un bando di gara per “l’affidamento dei servizi di cattura e custodia in canile sanitario e ricovero in canile rifugio ecc. ecc.”, per un importo annuale di 65.000 € oltre IVA determinato sulla base del costo giornaliero di 1,80 € oltre IVA a cane.
Ma la gara, come qualcuno aveva troppo facilmente previsto, andò deserta.
Allora, Sindaco e Responsabile di Settore dalle mille risorse, non si danno per vinti e dietro l’onda di protesta di cittadini e associazioni animaliste, trovano la soluzione decisiva. Ignorando ogni disposizione di legge su compiti e funzioni dei Comuni e delle ASL in materia di cattura e custodia dei cani randagi, decidono di creare un canile comunale. Cominciando dalla… recinzione. Il resto si vedrà.
Ed ecco la Determina n° 97/5 del 18/06/2016 che risolverà il problema definitivamente. “Il Comune ha individuato un’area di proprietà comunale sita in località Gallice ove riunire i cani randagi presenti sulle strade cittadine”. Costo della recinzione: 15.000 €. Subito trovata la ditta. Già pronto il recinto.
Non vengono specificate in delibera le modalità operative, ma visto che la legge stabilisce che non è compito del Comune ma dell’ASL catturare i cani randagi, “presenti sulle strade cittadine”, che devono poi essere portati obbligatoriamente in un canile sanitario, si presume che la “riunionesarà coordinata in prima persona, dal responsabile del settore e dall’assessore al ramo che chiederanno ai cani se gentilmente si possono recare in fila per due in quel di Gallice e, una volta nel recinto, l’ultimo chiude il  cancello.

Ma qualche giorno fa all’Amministrazione Comunale (che ne sa una più del diavolo) viene in mente una soluzione alternativa, ma molto più finemente  strategica, del problema. Viene abbandonato il progetto del canile comunale, forse perché qualcuno ha spiegato agli amministratori dalle poche idee ma confuse, che ci sono dei criteri di legge da rispettare, dei pareri autorizzativi da ottenere, insomma troppo complicato, e poi un canile potrebbe costare intorno ai 600.000 €, e dopo tutto, abbandonando il progetto adesso, sono stati buttati al vento solo 15.000 €.
Per cui, contrordine. In data 28/07/2016 viene approvata una delibera, simile a quella del 2014, il cui oggetto è identico. Si autorizza di nuovo la stipula di una convenzione con la invisa e bistrattata Ditta Cinosport. L’unica variazione rispetto alla precedente delibera è che il costo giornaliero per cane è quasi doppio: 2.75 €, oltre IVA, scadenza 31/12/2016 , con revisione annuale dei prezzi! Chissà che la Ditta abbocchi!

Ricapitoliamo con due conti approssimativi:
Dal 2015, per 5 anni, se fosse stata sottoscritta la convenzione del giugno 2014, i cani sarebbero costati intorno ai 70.000 € annui.
Invece adesso, con la “nuova” convenzione, ammesso che la Ditta la sottoscriva – non è stata ancora informata - e ammesso che la stessa ditta, una volta firmata la stipula, sia così benevola da non prendere in considerazione la revisione annuale dei prezzi, giusto per mantenerci bassi, il costo dovrebbe essere di 120.000 € annui. Lasciamo perdere l’IVA e i 15.000 € spesi per la recinzione.
Danno erariale minimo: 50.000 € annui.
Fermo restando che se il servizio fosse stato riavviato nel giungo del 2014 il numero di cani randagi presenti sul territorio si sarebbe ridotto notevolmente e non avrebbe raggiunto il livello allarmante odierno.
Inoltre si sarebbero potute avviare soluzioni di affido o di re-immissione sul territorio dei cani quarantenati nel canile sanitario, riducendo sempre più i cani presenti nei due canili e il costo per la loro custodia.

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi ed informazioni da parte di chi è “addetto” alla comunicazione istituzionale con i cittadini.


I canili Cinosport