giovedì 21 febbraio 2013

LA MAFIA NON E' UN'ORGANIZZAZIONE


E' UNA MENTALITA', UNA SUBCULTURA.



O anche: MAFIA E PARTITI ITALIANI USANO STESSI MEZZI E STESSI METODI PER OTTENERE POTERE E RICCHEZZA.

venerdì 8 febbraio 2013

ECCO IL MINISTRO DELLE DELLE FINANZE CHE VORREMMO.

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Il colonnello della Finanza Rapetto scopre 98 miliardi di evasione sui Video Poker, costretto alle dimissioni.






Dopo un lavoro di 5 anni riassunto in un dossier realizzato in cinque mesi che ha consentito l'arresto per evasione fiscale di 15 persone facenti parte di una grossa società di VideoPoker e il conseguenziale recupero di 2,5 miliardi di euro (peccato che l'evasione fosse di ben 98miliardi), il comandante delle Fiamme Gialle Umberto Rapetto, da trentasette anni al servizio dello Stato, lascia la Guardia di Finanza. Come premio infatti, anziché la promozione tanto attesa arriva il trasferimento. "Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno dato fiducia - ha scritto su twitter - ma qualche minuto fa sono stato costretto a dare le dimissioni dalla Gdf".
La commissione di avanzamento della Guardia di Finanza ne aveva infatti bocciato la promozione a generale dopo averlo valutato per tre anni, dal 2010 al 2012. Poi il trasferimento. Il colonnello Rapetto entro luglio avrebbe dovuto lasciare il Nucleo per frequentare i corsi al Centro alti studi della difesa.
Questi soldi sono 4 finanziarie e il governo non solo non li recupera, ma licenzia anche le persone efficienti!
Umberto Rapetto non è più un colonnello della Guardia di Finanza. Ufficialmente e formalmente si è trattato di dimissioni. In verità, pare che desse parecchio fastidio ai “poteri forti”, alla politica e alla criminalità organizzata. Per questo è stato “gentilmente invitato” a farsi da parte.

"Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno dato fiducia, ma sono stato costretto a dare le dimissioni“, ha scritto su Twitter l’ex colonnello. ”Qualche modulo e una dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici e di soddisfazioni”, ha aggiunto il militare qualche ora dopo. Parole più che eloquenti.

Ma chi è Umberto Rapetto? Per i più si tratta di un nome insignificante. Eppure siamo di fronte a un super esperto di informatica e lotta alle frodi. Autore di numerose pubblicazioni, è anche docente universitario. Gli Stati Uniti ce lo invidiano.

Le sue competenze e la sua intensissima attività hanno consentito al nostro Stato di individuare migliaia di evasori fiscali. Peccato che poi le somme concretamente recuperate sono minime.

Per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. Finchè un giorno, dopo cinque mesi di duro lavoro, ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone. Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme. Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro. Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro. Lo sconto è di quelli che nemmeno nel più pazzo dei supermercati: 96,5%! Qualcuno ne ha parlato in tv? Ovvio che no, la farfallina di Belen, i dettagli delle cenette simpatiche di Arcore o il sole in Primavera sono argomenti ben più importanti. Non è così?

In sintesi, l’attività del colonnello Rapetto consente di accertare 98 miliardi e mezzo di evasione fiscale ad opere delle società che operano nel gioco d’azzardo. E che fa lo Stato? Concede uno sconto del 96,5%! Già, perché se a non pagare le imposte è un piccolo imprenditore o un normale cittadino, si interviene con i carri armati. Se a a evadere sono le grandi società, si va coi guanti, c’è il super premio. Quel premio che non c’è stato per Rapetto. Costretto a dimettersi perché faceva fin troppo bene il proprio mestiere. Proprio sicuri che una Repubblica in cui l’immoralità è la norma debba essere festeggiata? Fate voi.