Grazie
Raffaele per questo pregevole e originale contributo alla storia della
filosofia e della scienza che illumina a giorno i secoli bui (il vero Medioevo
fu nel '500-'700), i "tempi maligni", come li definisce il Barrio
nella sua "Antichità e Luoghi della Calabria". Hai davvero srotolato
una mappa della Calabria scientifica e filosofica, mostrando "tutta la
ricchezza di una tradizione di pensiero locale dai contorni sempre più
larghi...". Pensatori più o meno sconosciuti, alcuni perchè "irriverenti", scomodi diremmo oggi,
verso il potere costituito, anche quello contemporaneo, e perciò occultati
anche nei secoli successivi. E come scrivi Tu "sono testimonianze di uno
spirito sapienziale che comunque vive e risiede, diremmo geneticamente, nelle
tradizioni, nelle usanze, nel costume e nella memoria biologica” dei Calabresi,
cioè di “contadini, boscaioli, artigiani, musicanti, viticoltori i quali se si
sanno ascoltare, osservare e considerare attentamente esprimono attraverso
gesti, abitudini e consuetudini sedimentati come rocce, una eruttante vitalità
d’ingegno impregnata di clima e umore mediterraneo”. Uno spirito sapienzale la
cui traccia genetica ha attraversato secoli di ignoranza, di sottomissione, di
barbarie ed è giunta fino ai nostri giorni anche impregnando un libro
eccellente come il Tuo.
sabato 26 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
IL FUTURO HA UN CUORE ANTICO
La conoscenza della storia della nostra città, delle nostre radici, della nostra identità, possono costituire una risorsa di sicuro valore culturale, economico, turistico e anche uno strumento di promozione dell’immagine della città di Acri.
Da più di un anno è attiva nella nostra città l’Associazione Acri Antica Pandosia che sta portando avanti studi e ricerche sulla protostoria e sulla storia di Acri, che anticamente, secondo molti studiosi, era la sede di una delle città più forti e ricche del territorio della provincia di Cosenza: Pandosia.
E’ una tesi molto affascinante di cui si sono occupati anche alcuni nostri concittadini in passato. Il Prof. Palermo, nel suo libro “ Atlantide degli Italiani”. Il prof. Fiamma e il Prof. Abruzzo nei Quaderni “Acricultura”. Riprendevano a loro volta l’argomento da storici e studiosi francesi e inglesi dell’ottocento e del novecento, che ritenevano che Pandosia si trovasse proprio dove ci troviamo noi ora.
Uno di questi grandi studiosi del nostro passato fu proprio Norman Douglas, che più di cento anni fa percorse a piedi, in lungo e in largo la Calabria, affascinato dai suoi straordinari paesaggi naturali, e che visitò proprio la nostra città.
Nel 1915, cento anni fa, Norman Douglas pubblicò il suo libro più famoso, OLD CALABRIA, La Vecchia Calabria.
Old Calabria non è solo una descrizione incantata delle bellezze selvagge della Calabria di cento anni fa, ma è un prezioso studio antropologico delle persone, delle condizioni di vita, dei costumi, della società di quei tempi.
Tra i tanti episodi storici contenuti in questo libro, vi è quello che vide Alessandro il Molosso, re d’Epiro, che nel 326 a.C., dopo aver conquistato quasi tutta la Calabria Citeriore, si diresse verso la roccaforte di Pandosia, ma sotto le sue mura, lungo il fiume Acheronte, l’attuale Mucone, Alessandro il Molosso fu sconfitto e vi trovò la morte.
Non mi dilungo oltre, di Old Calabria e di Norman Douglas vi parlerà certamente meglio di me il Presidente dell’Associazione Acri Antica Pandosia, il Prof. Vaccaro. Noi oggi vogliamo ricordare, con una targa commemorativa, questo grande personaggio che in qualche modo, consegnò Acri alla Storia.
Così come abbiamo intenzione in futuro di far conoscere, attraverso diverse iniziative, i tanti scrittori, poeti, letterati, soprattutto acresi, di grande valore ma dimenticati, che hanno dato ma possono dare lustro alla nostra città.
Per concludere voglio ricordare che in Calabria abbiamo un grande scrittore vivente, anche lui come Douglas, grande viaggiatore, camminatore, narratore dei meravigliosi paesaggi che abbiamo intorno a noi e che conosciamo poco.
Si chiama Francesco Bevilacqua, che fra i tanti libri ne ha scritto uno intitolato “Sulle tracce di Norman Douglas” nel quale dice “Leggo e rileggo il suo Old Calabria (Vecchia Calabria) da una trentina d’anni e da quel libro il vecchio Douglas continua a dirmi cose nuove”.
Ecco, voglio concludere dicendo questo: camminare (visitare luoghi) e leggere (soprattutto libri di viaggiatori come Douglas) è più o meno la stessa cosa. Sia camminare che leggere sono due attività che concorrono ad accrescere la nostra conoscenza.
Lo dico soprattutto ai giovanissimi qui presenti che sono naturalmente dotati di curiosità, di sete di sapere.
E finisco, davvero, con un motto di un altro grande scrittore e camminatore calabrese. Giustino Fortunato: Camminare per conoscere. Conoscere per amare.
martedì 15 dicembre 2015
UNA TARGA PER NORMAN DOUGLAS
Inaugurazione di una epigrafe per ricordare il centenario della pubblicazione di
OLD CALABRIA ( 1915-2015) di NORMAN DOUGLAS,
il viaggiatore, scrittore, antropologo che immortalò Acri e la sua gente.
Douglas scrive Old Calabria nel 1915, di ritorno dal suo secondo viaggio nella regione, tra una piccola stanzetta alla periferia di Londra e la mitica sala di lettura del British Museum. Old Calabria non è solo un gran libro di viaggio ma anche un’aggiornata e utile “enciclopedia” sulla realtà calabrese, un eccellente strumento di divulgazione della Calabria. L’elenco delle curiosità e degli interessi dell'autore é impressionante. Tutto quello che l’occhio riesce a scorgere, subito lo riguarda: Douglas non è mai indifferente o distratto.
Lo interessano le chiese, che lo entusiasmano a patto che siano austere e antichissime, i ruderi di monasteri, le celebrazioni liturgiche albanesi, la religiosità e la superstizione. Ma anche la vita profana e civile, i volti della gente comune, le posture di solitari pastori, le scritte sui muri, le ingenue pubblicità paesane, i murales di protesta, il culto della pulizia.
Il controllato lirismo di Douglas si scioglie e prorompe, però, in presenza del paesaggio calabro al punto che quando ci trasporta in Sila e ci fa accampare sotto il pino laricio, noi lettori quasi rabbrividiamo per il brusco passaggio dalla luce all’ombra e dalla canicola al refrigerio. Unanimamente considerata l'opera migliore di Douglas, Old Calabria è stato tradotto in tutte le lingue conosciute dell'epoca.
venerdì 11 dicembre 2015
SUGGESTIONI MUSICALI DEI MAESTRI ACRESI.
Il Concerto di Natale
che si terrà mercoledì 23 dicembre nella Chiesa della S.S. Annunziata, e che
potrebbe diventare un prestigioso appuntamento da istituzionalizzare, vedrà la
partecipazione di giovani talenti acresi, tutti eccellenti musicisti che si sono
affermati in campo nazionale ed internazionale.
Il Maestro Angelo
Guido, che pochi giorni fa ha festeggiato i suoi 20 anni di insegnamento in
conservatorio e che ha accolto con entusiasmo l’invito a partecipare, ci ha
ricordato che “la nostra cittadina è ai primissimi posti per numero e
qualità di musicisti già affermati e numero di studenti iscritti al
Conservatorio di Musica di Cosenza”.
Si tratta perciò di un enorme patrimonio che va tutelato, promosso e
valorizzato perché rappresenta una risorsa di
sicuro valore culturale, artistico, economico, turistico ed anche uno strumento
di promozione dell’immagine della nostra città.
Sarà
un’occasione straordinaria per coniugare il piacere della buona musica con un saluto
diretto e cordiale alla Città di Acri. Per l’Amministrazione un’occasione per
ringraziare i “nostri” encomiabili artisti che tengono alto il nome della
nostra città in campo musicale. Per tutti, uno scambio di auguri per un futuro
migliore per la nostra comunità.
P.S. L'Amministrazione ringrazia anche tutti gli altri maestri musicisti che per impegni precedentemente assunti, in Italia e all'estero, per giorno 23 dicembre non potranno partecipare.
P.S. L'Amministrazione ringrazia anche tutti gli altri maestri musicisti che per impegni precedentemente assunti, in Italia e all'estero, per giorno 23 dicembre non potranno partecipare.
sabato 5 dicembre 2015
LA MORALE DEI CIARLATANI CAMUFFATI
“Su ciò di cui non si è in grado di
parlare, si deve tacere”, scrisse Ludwig Wittgenstein nel suo Tractatus
Logico-Philosophicus, considerato uno dei testi filosofici più
importanti del Novecento.
Vi sono invece in giro dei tuttologi cacasenno che
ritengono di essere in grado di parlare di tutto, e naturalmente del contrario
di tutto, anche quando l’argomento è altamente specialistico e lontano dalle loro
conoscenze e dalla loro portata.
Il cacasenno di turno ritiene ormai di essere in
possesso della Penna del Bruzio, anche se sfilata con destrezza dal taschino
del Padula, crede di avere in mano una penna graffiante e che nessuno lo potrà
mai fermare – quanta grandezza d’animo! - nel nobile esercizio moralizzatore di
scudisciare i potenti di turno. Soprattutto quei potenti che gli stanno sulle
scatole.
E così, senza leggere le carte, anche perché risulta
molto faticoso, preferisce lavorare di fantasia sulla base del sentito dire.
Tecnica letteraria sperimentata già quando si è
cimentato nella scrittura dei testi di un film documentario in cui descrive il
Padula come un sobillatore, un capopopolo, un poeta maledetto, dimostrando di
aver letto l’immensa produzione letteraria dell’Ariosto della Calabria, appellandosi
al 1° e al 2° articolo del Decalogo dei diritti del lettore
stilato da Pennac.
Allora vediamo il sedicente Bruzio come ha
raccontato in quattro righe – potenza della capacità di sintesi! – una vicenda complessa, una disputa che vede
coinvolti una ditta, il Comune, ingegneri, periti, avvocati, giudici e una
folla di intervenuti minori.
Tenuta
fa pagare la mazzetta ai cittadini. Sì proprio così, un incipit diretto ed
elegante. Come e perché presto ce lo dice.
Una ditta – il Consorzio
Stabile Olimpia – nel 2008 si aggiudicò l’appalto per i lavori
di illuminazione pubblica di Via Aldo Moro per 234.000 €. I lavori furono completati nel 2013 quando Tenuta
divenne sindaco. Tenuta non volle pagare alla ditta appaltatrice delle “spese ulteriori” (70.000 € circa) e delle “riserve”
(???) avanzate dalla ditta stessa. “A nulla valsero i tentativi di conciliazione
fra le parti”. E venne il lodo arbitrale che condannò il
Comune a pagare alla ditta non 70.000 €, ma 1.009.345,16 € più 60.000 €
“per buon misura”.
L’esperto giornalista
critico dimostra anche buone conoscenze di aritmetica, perché riesce a
calcolare incredibilmente che, dividendo la cifra totale per gli abitanti di
Acri (compreso i poppanti), ogni Acrese pagherà 51 € di tangente a Tenuta. E questa dovrebbe anche essere la “morale della favola”.
Lasciamo il mondo della fantasia e torniamo con i
piedi per terra.
Cosa vuol dare ad intendere Emilio Padula ai colti e
raffinati lettori del suo blog? Che Tenuta, per non aver voluto pagare 70.000 €
a una ditta e per aver rifiutato i tentativi di conciliazione, ha fatto pagare al Comune, e a tutti i
cittadini, più di un milione di euro.
Anche un cittadino sprovveduto si porrebbe la
domanda, ma possibile che se uno vanta un credito di 70 mila euro e va a
giudizio, il giudice gli riconosce e concede un milione di euro?
No, non è possibile, almeno in questo caso.
No, non è possibile, almeno in questo caso.
Infatti il giornalista critico omette di scrivere a
quanto ammontano le riserve. Scrive di “ulteriori
spese” e dice intorno a quanto si aggirano (70.000 €), poi parla di “riserve”, dando per scontato che i suoi colti lettori ne sappiano
il significato, ma si guarda bene dal dire se dietro quella voce vi siano cifre.
L’istituto delle riserve, nel gergo e nella
legislazione dei lavori pubblici, consente all’appaltatore di poter avanzare
precise richieste riguardanti fatti tecnici ed economici dei lavori in appalto.
Le riserve attengono prevalentemente a richieste di risarcimento danni, e sono
atti che danno la possibilità all’appaltatore di tutelarsi nelle varie fasi di
stipula e gestione del contratto, di esecuzione delle opere, fino alla fase di collaudo
tecnico-amministrativo. Per chi volesse
approfondire e non è un tecnico segnalo un abstract: http://www.darioflaccovio.it/abstracts/9788857901121/riserve-lavori-pubblici_9788857901121.pdf
Ecco, cittadini acresi che siete stati avvisati dal Robin Hood di casa nostra (imported), sapete quante riserve, con relative somme
pretese dal Comune, ha presentato la ditta Olimpia? 5 (cinque). Sapete a quanto
ammontava la richiesta di risarcimento? 2.604.
362,57 €. Perché il sapientino matematico non prova a dividere la cifra per
il numero di abitanti per vedere quanto avrebbe pagato ogni cittadino (poppanti
compresi) se Tenuta non si fosse opposto?
Ma soffermiamoci sulla cifra di 2 milioni e 600 mila richiesta dall’impresa
che non ha sede a Milano ma ad Acri e dovrebbe tenere a cuore le sorti del
Comune. Quella è una cifra che manderebbe di nuovo in dissesto il Comune.
Lo ha spiegato bene il Sindaco in Consiglio
Comunale. Durante i lavori appaltati ci sono state sospensioni, anche lunghe, dovute a perizie di
varianti per modifiche del progetto (modifica rotatoria, richiesta cittadini
per accessi ai garages), per avverse condizioni atmosferiche, ma anche messe in
atto dalla ditta stessa per mancato pagamento dei SAL (stati avanzamento
lavori).
Ma come si può pretendere di non sconfinare nel ridicolo nel chiedere un risarcimento di 1.300.000 € per il fermo
degli operai, nei periodi in cui vi
è stato il fermo dei lavori. Questi signori impresari ci vogliono far credere
che hanno tenuto gli operai dalla mattina alla sera fermi immobili nella
costruenda rotatoria di Via Aldo Moro, e pagati a peso d’oro.
Si richiedono poi 700.000 € per il fermo
macchine ed attrezzature, come dire, se vi siete bevuti la storia degli
operai fermi, berrete anche questa.
E poi il mancato
utile: 254.000 €. Sarebbe a dire quanto
la ditta avrebbe guadagnato e dichiarato in cinque o sei anni, eseguendo lavori
altrove, se non avesse avuto gli operai e i mezzi fermi con le quattro frecce in Via Aldo Moro. E una
parte dei cittadini sarebbero disposti a credere a simili favole, almeno i
poppanti.
Ogni cittadino serio che volesse approfondire (io
non posso farla più lunga di così se no non mi legge nessuno) ed avere una idea
di quanto sia grottesca questa vicenda non ha che da chiedere documenti al
Comune. Le richieste dell’impresa, le perizie del CTU o del CPT, le risultanze
del Collegio Arbitrale. Proprio queste risultanze, il famoso lodo sono state impugnate dall’Amministrazione che, per tutelare le finanze
pubbliche e le tasche dei cittadini, ha
il compito di difendere il Comune dagli attacchi proditori di chi pensa che
possa facilmente saccheggiarlo.
Ultima considerazione sulla favola che vi siano
stati “dei tentativi di conciliazione fra
le parti”. Il Sindaco non ha mai ricevuto richieste dirette, né scritte ne
orali, in merito. Non esistono atti o testimonianze che possano dimostrarlo.
Ma in una storia aberrante ed illogica questo può
risultare un particolare trascurabile.
Non va trascurata invece la sicumera di
moralizzatori sempre pronti a gettare palate di sterco su chi le istituzioni le
difende e mai su chi cerca di depredarle, dimostrando che il Padula non lo
hanno compreso affatto.
Fra l’altro è gente abituata a sputare nel piatto in
cui mangia. Se mai ce ne fosse bisogno occorre ricordare che il sindaco pro
tempore è socio fondatore, membro del consiglio di amministrazione e principale
contribuente della Fondazione Padula.
Né il sindaco né l’amministrazione hanno opposto
alcuna pregiudiziale alla presentazione, nell’ultimo Premio Padula, di un film
documentario fra i cui autori spiccavano due calunniatori recidivi dell’attuale
Amministrazione Comunale, proprio perché siamo dell’idea che il Bruzio non deve
tacere. Il Bruzio vero non quello camuffato.
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