sabato 7 giugno 2014

LA REGIONE CONTINUA A FAR DANNI ANCHE SE SCIOLTA


COMUNI TARTASSATI



Ieri 6 giugno si è tenuta a Lamezia un'assemblea urgente di tutti i Sindaci della Calabria, convocata dal Presidente dell’ANCI, per discutere e dare una risposta al provvedimento che raddoppia le tariffe per la spazzatura.
Nei giorni scorsi, infatti, attraverso una nota inviata a tutti i Comuni della Calabria, il Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, ha informato gli Enti che, con Decreto dirigenziale  n. 5823 del 14 maggio 2014, sono state rimodulate le  tariffe relative allo smaltimento dei RU e del trattamento in impianto della frazione umida a decorrere dal 1 maggio.
La tariffa per il conferimento di RU indifferenziato è passata  da 91,84 euro/t a 176, 25 euro/t , mentre la tariffa per il conferimento della frazione umida della differenziata è passata da 34,65 euro/t a 105,26 euro/t .
Si tratta, innanzitutto, di un provvedimento illegittimo, dato che la stessa L.R. 12 aprile 2013,  n. 18 , art. 1, comma 3 - richiamata nella nota del dirigente  -  demanda espressamente alla Giunta regionale, e non anche ad un decreto dirigenziale, la competenza a rimodulare le tariffe, in aumento o in diminuzione, in materia di rifiuti.
Ma si tratta anche di un atto iniquo, punitivo e disincentivante la raccolta differenziata dei rifiuti medesimi.
In questi mesi molti Comuni si sono adoperati per intraprendere il percorso virtuoso della raccolta differenziata, profondendo ingenti risorse e notevole impegno.  Il raddoppio delle tariffe da corrispondere alla Regione, unica responsabile del disastro e dell’emergenza rifiuti, metterebbe in ginocchio tutti i Comuni.
Il Comune di Acri, in particolare, che è stato costretto a inviare ruoli addirittura triplicati per la TARES, le cui motivazioni sono state portate a conoscenza della cittadinanza nell’ultimo comunicato stampa, dovrebbe ulteriormente aumentarli.
L’Amministrazione comunale di Acri da qualche settimana è riuscita ad uscire da un’emergenza rifiuti soaventosa, che tanta gioia provocava ai suoi detrattori, caricando sulle proprie spalle lo stato di grave inefficienza che contraddistingue la gestione dei rifiuti nella nostra regione, sopperendo a gravi deficienze della Giunta regionale. Non possiamo assolutamente far pagare ai nostri cittadini,  già vessati da una tassazione insostenibile, il fallimento di una politica regionale scellerata e le incompetenze di funzionari incapaci.
Inoltre il nostro Comune è stato costretto da questo provvedimento, a prorogare la scadenza del bando di gara per l’appalto del servizio di raccolta differenziata e indifferenziata, ed a modificare il capitolato speciale d’appalto, accollandosi la parte eccedente i 91,84 € prevista da precedente ordinanza commissariale.

Una Giunta regionale il cui unico obiettivo è stato quello di esportare i rifiuti all'estero, senza mai riuscirvi, dilapidando un patrimonio di 840 milioni di euro che potevano essere utilizzati a finanziare un serio e concreto Piano regionale per mettere in moto un ciclo virtuoso nella gestione dei rifiuti e fare in modo che da problema potessero diventare risorsa, come ormai si verifica in tutte le altre regioni italiane.
Se queste sono le modalità con le quali la nostra Amministrazione regionale intende perseguire, per come dichiarato, l’incremento della raccolta differenziata, sorge spontanea la domanda su quali misure avrebbe dovuto adottare se l’avesse voluta disincentivare. Alla luce di questo provvedimento, risultato del fallimento della Giunta Regionale, i cittadini vedrebbero triplicata la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, senza la soluzione al problema.
Dopo una lunga e articolata discussione, alla fine dell’assemblea, tutti i sindaci hanno deciso, all’unanimità, di assumere una forte e ferma iniziativa. Mercoledì 11 giugno, giorno della penultima seduta del consiglio regionale, i sindaci di tutti i Comuni calabresi, si recheranno in massa a Reggio Calabria, per chiedere una interlocuzione immediata per la sospensione di questo iniquo e illegittimo provvedimento, procedendo, in caso di una mancata revoca, all’occupazione della sede del consiglio fino a quando non verrà cancellato il decreto dirigenziale.

P.S. Resta qualche dubbio sull’effettiva riunione del consiglio regionale, visto che in questi giorni, su 43 dei 50 consiglieri, sono piovuti altrettanti avvisi di garanzia per peculato. http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/politica/726377/Regione--i-nomi-dei-consiglieri.html

Nessun commento:

Posta un commento