venerdì 30 dicembre 2016

PIU IPOCRISIA PPE TUTTI.



Stasera, ore 21:00, cena davanti alla televisione. Acri TV replica la seduta del Consiglio Comunale. Mentre ascolto la nenia monocorde di Nik LaQualunque, non so per voi, ma per me un dejà vu potente come 60 gocce di Lexotan… e il dissest è colp di chi mi ha precedut…. le palpebre cominciano a calare a tendina… Chi mi ha precedut ha la colp del dissest…. Metto i pollici fra le palpebre e la forza di gravità… La colp del dissest è di chi mi ha precedut
“Svegliati, sta parlando di te!” Mia moglie. “Cosa?!” “Ha detto che sei un leone da tastiera perché non hai nient’altro da fare.”
Accullic…. E mo che gli ho fatto? Ah già, la storia del cerino in mano.

Avevo scritto che era stato un (evitiamo volgarità) genio a ricorrere, con un piano di rientro, contro il dissest, perché così, prima di tutto, avrebbe scaricato le responsabilità, non solo politiche, dalle spalle di chi lo aveva precedut sulle proprie. Facendo sospettare i malpensanti come me, che la guerra - nella quale mi aveva coinvolto -  a chi lo aveva precedut era “a thrucc”, e l’auto-coinvolgimento nascondeva un aiuto sottobanco al vecchio amico. Non so se sbaglio…
Fatto sta che, nonostante l’alta professionalità di un team di scienziati contabili, il piano di rientro, dopo tre anni di duro e caropagato lavoro, è stato bocciato. Ed in Consiglio, non un accenno autocritico a questa sconsiderata scelta politico-amministrativa autolesionistica, se non un insulto, con aria di sufficienza, a chi usa la tastiera perché non ha niente da fare.
Ma tanto, che parlate a fare e che scriviamo a fare, non penso che ci siano stati più di duecento cittadini che abbiano ascoltato il Consiglio – sarebbe a dire l’1% . Abbiamo perso l’audience tutti quanti. Il popolo, cornuto e mazziato, si è rassegnato.
Ormai cari Comune, Regione e Governo al popolo, parlando con creanza, gli potete pisciare anche in testa, tanto vive una condizione di amnesia dei propri diritti dalla quale nessuna vessazione e nessun articolo di protesta di pochi perditempo come me, possono scrollare.
Noi tastiera-dipendenti potremmo scrivere (e non è detto che non continueremo a farlo) di abusi di potere, traffici e scambi di favori illeciti, di affari e affaristi, di inefficienze dovute a incapacità e incompetenze… Sì, mi sto  riferendo alla Casa Comunale che come diceva il Padula, è diventata - o lo è sempre stata, ma mai come adesso – “una casaccia che nemmeno un ciabattino si sognerebbe di abitare”. Ma il sonno, inesorabilmente, diventerà coma.
Vivere in  un’Italia dove un Ministro del Lavoro può dire “I giovani italiani vanno all’estero? Meglio non averli fra i piedi” senza provocare rivolte, è segno che non solo siamo assopiti, ma forse non esistiamo più. Camus diceva: “Mi rivolto, dunque siamo”. Nel paese reale non ci sono nemmeno i più flebili segni di ribellione, se non in quel luogocomunificio virtuale che sono diventati i social.
Viviamo in una città, Acri, e in una regione, la Calabra, dove continuiamo a pagare la viltà, l’ipocrisia e la maledetta e congenita predisposizione a essere servili con i potenti di turno.
Una città e una regione dove  il sistema dell’illegalità diffusa e ambientale è un modello quotidiano di vita che viene accettato supinamente. Dove un popolo è educato alla vita quotidiana fondata su comportamenti illegali, come il voto di scambio, non vi è possibilità di alcun cambiamento.
Una rivoluzione culturale potrebbe passare solo attraverso nuove generazioni, però queste preferiscono, e a giusta ragione, abbandonare Acri e la Calabria.
Fra dieci anni l'Istat ha previsto che la popolazione calabrese sarà  di 1.200.000 abitanti dei quali il 70% sarà costituito da pensionati.
In proporzione Acri scenderà a 14.000 con la stessa, se non più alta, percentuale di anziani.
La lenta fine demografica giungerà inesorabile per Acri e per la Calabria. Si spegneranno da sole pagando la viltà, l'ipocrisia e la maledetta e congenita predisposizione ad essere servili con i potenti di turno.
Ma penso che ci saranno ancora amministratori che continueranno a dire che la colpa è di quelli che li hanno precedut.




Nessun commento:

Posta un commento