Mi arreca non poco fastidio dover condividere anche
solo un pensiero con certa gente lontanissima dalla mia visione del mondo e dei
rapporti umani.
E non per questo cambio idea.
Con la sentenza n° 698 del 13/04/2016, la Suprema Corte di Cassazione bacchetta
sul dorso delle mani, i giudici del Tribunale di
Catanzaro per la loro Ordinanza colma di errori procedurali e vizi di
legittimità che hanno evitato (ritardato
disperatamente) al Trematerra la misura
della custodia cautelare (la gattabuia).
Fra i tanti fatti che sono stati ritenuti pacificamente commessi dall’ex
Assessore all’Agricoltura e Forestazione, ce n’è uno che dà la reale dimensione
umana e psicologica dell’indagato.
Dai colloqui intercettati fra i sodali della cosca,
si ha “l’esatta misura, anche per il
modo in cui parlavano del Trematerra,
della considerazione (infima) che di lui avevano”(pag. 11).
Ecco, è sgradevole condividere con quella gente la
medesima bassissima considerazione che ho espresso così chiaramente nel mio
articolo, frutto di una reazione incontrollata ad una sua calunnia infamante in
risposta, a sua volta, ad un innocente ed ironico scherzo.
Ma le centinaia di telefonate e di messaggi di
concittadini che avrebbero voluto scrivere loro quell’articolo, mi hanno fatto
scoprire che anche tantissime persone perbene, e non solo i malandrini (che fanno il loro mestiere), lo
considerano uno sprovveduto vuccapiartu.
Uno sprovveduto vuccapiartu che dovrebbe fare
compassione se non fosse per la
cattiveria biliosa e stizzita che lo caratterizza quando si propone di
attaccare gli avversari.
Sarà questo uno dei motivi per cui la gente preferisce
il silenzio, o anche perché le frequentazioni e le collusioni, che ‘u vuccapiartu non ha mai rinnegato
pubblicamente, gli servono a scopo intimidatorio, come dire pensateci bene prima
di parlar male di me…
Silenzio assordante lo chiamano. Mai un riferimento nemmeno da parte di nostrani opinion
maker rivoluzionari e loro adepti che preferiscono bersagli più tranquillizzanti e
inoffensivi, intrattenendosi nel fare le pulci alle mie esternazioni, un
esercizio di critica preservativo di supposte spiacevoli conseguenze.
E così, si sceglie il silenzio, il più forte alleato
della mafia, che protegge corrotti e collusi, ostacola il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine e tiene la gente in
uno stato di sudditanza anche psicologica che giova solo alla sopravvivenza
materiale e politica dei malfattori.
Ripeto quello che affermava Raoul Vaneigem, un libertario vero, autore di “Niente è sacro, tutto si può dire”. Non
vi è un uso buono o cattivo della libertà di espressione ma solo un uso
insufficiente. Bisognerebbe parlare e scrivere più compiutamente. L’omissione,
l’omertà anche relativa è nemica della libertà. Ma per essere liberi è
necessaria una merce rara, il coraggio. Il coraggio di cambiare.
Ma torniamo al nostro ex assessore. Dopo le querele
del padre di circa due anni fa, conclusesi a mio favore con archiviazioni, mi
ero ripromesso di non occuparmi più del familismo amorale di questa nascente
dinasty casereccia.
Fece eccezione un articolo sul mio blog in cui mi
dissociavo dalle affermazioni di amici che godevano per le disavventure
giudiziarie dell’ex Assessore, ed in cui affermavo che la definizione
“squallida”, data dal GIP alla sua condotta, non era condivisibile perché la
dignità umana va sempre rispettata. http://www.ferrarosalvatore54.com/2015/07/godere-dei-naufragi-altrui.html
Signorilità incompresa. Le classiche margherite
buttate davanti ai porci… Se le mangiano.
Con certa gente devi abbassarti al loro stesso
livello. Alla loro cafonaggine cialtrona devi rispondere con la tamarreria più becera. Così capiscono. Alle
querele con le controquerele. Così glielo fanno capire i magistrati.
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