mercoledì 12 ottobre 2016

LAMPI DI IMBECILLITA' SU UN MARE DI IDIOZIE.





 “Là dove la solitudine finisce, comincia il mercato; e dove il mercato comincia, là comincia anche il fracasso dei commedianti e il ronzio di mosche velenose”. F. N.

Dopo una lunga serie di mie “esternazioni” dirette a chi amministra il nostro Comune, finalmente, dal fronte opposto, sono “costretti a rispondere al fuoco, una volta amico.”

Non una parola su articoli scottanti come questo
che illumina a giorno il problema randagismo ad Acri, sul quale la disinformazione e la confusione regnano sovrane, e che indica le responsabilità di chi ha bloccato il cammino verso la risoluzione del problema, con un danno erariale notevole che nessuno pagherà.
Rispondono, gli sventurati, sull’unico articolo autocritico che mi è scappato di stilare, 
segno che con certa gente le raffinatezze servono a poco, ma ci vuole la carta vetrata a grana grossa, per limare una connaturata ruvidezza mentale, chiamando con il loro nome le persone e raccontando i fatti, corredati dagli atti, come ho sempre cercato di fare, senza fronzoli retorici.
 “Incomprensibili, ingiustificabili ed inopportune le esternazioni dell’ex vice-sindaco Ferraro”, 
Acrinrete titola così il comunicato a firma del portavoce del sindaco, ma sottoscritto, forse senza nemmeno averlo letto, dai consiglieri di maggioranza, tutti nessuno escluso,  anche se redatto dal sindaco in collaborazione con il suo team di giureconsulti.
Argomenti (si fa per dire) e insulti gratuiti tanto sgangherati quanto commoventi, incapaci di confutare uno solo dei fatti da me narrati.
Partono con l’incolpazione di “finto obiettore di coscienza che si è sottratto al fardello politico-morale dell’impegno civico”. Ammirevole. E’ come se dei conigli accusassero un leone (chiedo scusa ai leoni veri per l’accostamento) di non avere coraggio. Non ho mai smesso di dare testimonianza del mio senso civico e della mia assoluta mancanza di timore quando si è trattato di assumermi le mie (e a volte anche quelle degli altri) responsabilità.
Lo hanno potuto constatare le migliaia di cittadini che una mattina di febbraio son venuti a protestare davanti al Comune contro l’aumento delle tariffe. Fuggi fuggi generale, ma soprattutto dileguamento vile (che parola brutta!) di chi aveva il dovere di incontrare quei cittadini, il sindaco (anche assessore al bilancio) e l’assessore ai tributi, visto che la materia del contendere erano le tasse comunali e non, per esempio, il randagismo. Toccò al sottoscritto prendersi prima le contumelie e le madanove dalla folla furibonda e poi affrontare i manifestanti, ascoltarne le ragioni e discuterne per ore.
Vabbè ero il vice-sindaco, potrebbero dire loro. Però vice solo quando c’erano gatte da pelare. Quando ad esempio il signor sindaco o la signora assessora alla cultura, ignorando i doveri istituzionali, disdegnavano di presenziare alle manifestazioni organizzate dal Presidente della Fondazione Padula, per motivi personali, doveva vicariare il sottoscritto.
Buon per me, perché è stata occasione e motivo di frequentare e conoscere il prof. Cristofaro, nei confronti del quale, ammetto, nutrivo dei pregiudizi forti quanto ingiustificati, ma che ho scoperto essere persona di una statura culturale, politica e umana  che in confronto i miei compagni di sventura diventavano sempre più dei pigmei. Così come ho avuto modo di conoscere “avversari” dell’opposizione che si sono rivelati persone serie e mature politicamente. Giungendo alla fine all’amaro convincimento che forse nel 2013 ero salito sul treno sbagliato. 
Ora questi pigmei mi danno del codardo,  finto obiettore di coscienza. Loro a me.
Andiamo avanti nella lettura delle amenità contenute in quest’articolo.
Ferraro “ha lavorato per anni accanto a persone per bene, senza mai esprimere nessuna riserva, e ora li definisce affaristi”.
Rischio di ripetermi, ho scritto decine di volte che le mie riserve le ho espresse fin dall’inizio, e ho detto che sono stato minoranza nella maggioranza per tutti i tre anni e anche se “gli atti sono stati sempre adottati all’unanimità”, è stato solo per onorare gli impegni ed il rispetto della regola democratica che la minoranza si adegua alla maggioranza.
Ma veniamo alla persona perbene per antonomasia, che il sindaco mi aveva messo a fianco perché esperto di lavori pubblici, ma anche e soprattutto di affari privati. E al cui confronto tutti gli altri consiglieri appaiono come dei disinteressati benefattori, criticabili solo per i limiti  culturali e politici (ma non morali) dimostrati, per esempio, nel trovare avvincente partecipare ad una psicodrammatica soap opera senza fine chiamata “Dimissioni Presidenziali”.
Un consigliere che a tutti i costi voleva fare della Crista un parco eolico, benchè la delibera n° 43 del 29.10.2012 del consiglio comunale, approvata all’unanimità, 20 consiglieri su 20, stabiliva che sul nostro territorio gli scempi paesaggistici non li vogliamo, per cui, off limit alle pale eoliche.
La società ENEL Green Power, ritenendo di avere trovato finalmente un’Amministrazione amica, e strafregandosene altamente del volere della popolazione acrese, aveva avviato, a fine 2013, le procedure presso la Regione per istallare un impianto eolico sulla Crista. Fui obbligato a recarmi a Catanzaro per partecipare ad una Conferenza dei Servizi, per esprimere il parere del Comune. Su 29 soggetti, Amministrazioni ed Enti pubblici, ben 18, fra cui Regione Calabria e la Provincia di Cosenza, avevano fatto già pervenire parere negativo. Bisognava attendere, e a quel punto non si capiva perché, il parere dei restanti Enti.
Da quel momento, il consigliere perbene che sponsorizzava calorosamente l’affaire pale eoliche di Enel Green Power, se la legò al dito ritenendomi responsabile del business non andato in porto, e non risparmiandomi mai insulti pubblici, come quando motivò la sua contrarietà all’adesione al MaB Sila con poche parole: “L’assessore Ferraro mi fa schifo”.
Il consigliere perbene, che ormai si muoveva nell’assessorato Lavori Pubblici come se il titolare fosse lui e non io, all’inizio del 2015, al culmine del suo delirio di grandezza, si sostituì persino al sindaco e al responsabile di settore, a loro insaputa, procedendo alla stipula di contratti per la fornitura di Energia Elettrica (il suo campo elettivo).
Cominciarono ad arrivare al Comune comunicazioni “La ringraziamo per aver aderito alla nostra offerta di mercato libero, ecc. ecc.”. Lo stupefatto responsabile di settore mi chiese se avessi firmato io quei contratti – si trattava non di uno solo, ma di decine di contratti – perché in questo caso avrei fatto un abuso, essendo sua la competenza.
Si scoprì che l’artefice era il consigliere perbene, e al povero responsabile di settore toccò rispondere a decine di comunicazioni: “In riferimento alla vostra ecc. ecc., si comunica che agli atti del settore scrivente non si è rinvenuto alcun contratto sottoscritto e pertanto si chiede l’immediata disdetta ecc. ecc.”
Il sindaco, che non ricorda i miei dissensi – tranne quello per il MaB - fu sempre avvisato e informato delle prodezze del consigliere businessman che aveva tutta la sua fiducia, e visto che per lui non c’era niente di male nell’operato del consigliere perbene, posi al sindaco l’aut aut, o io o lui titolare dell’assessorato. Il primo cittadino, con la saggezza salomonica che lo ha sempre contraddistinto,  decise di tenersi caro il consigliere affarista (ad Acri dicono: s'un s'assimiglianu 'un si piglianu), per cui, nel giugno 2015, lasciai la delega ai Lavori Pubblici, che era già da tempo in buone mani, per assumere quella lasciata, per dimissioni irrevocabili, dall’assessore alla Cultura. 
Eppure loro scrivono che non ho mai espresso alcuna riserva...

Per non farla troppo lunga e proponendomi di raccontare più in là altri fatti che dimostrano la sciagurata esperienza di aver viaggiato fianco a fianco a persone permale con le quali io non avevo niente da condividere, voglio succintamente ribadire due punti che hanno suscitato in me grande indignazione, e che giustificano la mia ruvidezza, per le affermazioni contenute in questo che più che un articolo è un’autocertificazione di deficienze e bassezze.
Scrivono: “Questi ultimi mesi della vita di Ferraro – gesto apotropaico, tiè! – che potremmo definire periodo Andreottiano (il potere logora chi non ce l’ha…”. Sapete bene che in questi tre anni io non ho gestito potere, ho svolto un servizio. La libidine offerta dal potere di far assumere i vostri  parenti stretti alla spazzatura, o anche soltanto di nominare qualche scrutatore, l’ho lasciata tutta a voi, abusivi personaggetti kafkiani, che meritate tutto il mio pubblico ludibrio per le dimensioni rachitiche della vostra coscienza proporzionate alla vostra scienza.
Secondo punto, “Il bambino che ha rubato la palla” o “chi è dissetato ed è sazio volge le spalle alla sorgente e non ha riconoscenza", sono due miserevoli metafore frutto di menti sottosviluppate abituate a frequentare i bassifondi dell'immoralità. In questa nefasta esperienza ho solo dato, perché per educazione, per formazione e per scelta consapevole di vita ho sempre fatto dell’onestà la mia legge interiore. Onestà che ho sempre pagato con un prezzo alto, così alto che tutti voi messi assieme non ne raggiungereste il valore nessuno si senta offeso di quelli che io ancora stimo e che faccio salvi nonostante la loro sottoscrizione di un comunicato così falso. Quello dell'onestà è un tasto, come ha sperimentato qualcuno, che non potete prendervi il lusso di toccare con me, perché risponderò come si fa con dei… cretini illuminati da lampi di imbecillità.

Salvis iuribus.

1 commento:

  1. Perche'non averti come sindaco avresti il voto di un sacco di persone under 25 ed over 65 tanto lo sai che i rimaneti sono scappati o vanno a funghi. Ciao cosimobarone

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