domenica 9 ottobre 2016

L'INGRATITUDINE





“Un’anima delicata è angustiata dal sapere qualcuno obbligato a ringraziarla; un’anima gretta, dal sapersi obbligata a ringraziare qualcuno.” Friedrich W. Nietzsche

Quella sorta di cenacolo culturale e laboratorio di conoscenze tecnico-amministrative che è magistralmente rappresentato dai Consiglieri di Maggioranza del Comune di Acri, finalmente si è deciso a rispondere alle mie “esternazioni”, dopo decine di articoli che li riguardavano, il più significativo quello dell'8 aprile 2016 
La pregevole risposta, all'unico scritto autocritico che mi era riuscito, ha il tono del paternalismo allisciatorio di chi giustamente ha a che fare con un bambino discolo al quale hanno provato a spiegare più volte le auree regole delle relazioni interpersonali in politica e della buona amministrazione, ma con scarso risultato. Evitano prudentemente di rispondere ai fatti (che loro chiamano "fantasmi") con i fatti. Continuerò a farlo io appena ne avrò il tempo.
Dopo una settimana di serrato dibattito di alto profilo, con il contributo di tutte le sopraffine intelligenze di ogni singolo componente, (s)concludono con un aforisma di Baltazar Gracian, suggerito, ne sono sicuro, dai due più eruditi ed arguti intellettuali presenti nella compagine: Bruno e Fabbricatore (è inutile che poi venite a negarlo, perché si vede che è farina del vostro sacco).
“Chi si è dissetato ed è sazio volge le spalle alla sorgente, (e l’arancia spremuta, cade dal vassoio d’oro in mezzo al fango.) Finita che sia la dipendenza, finisce anche la gratitudine e con essa la stima”
Mi sono abbeverato, soprattutto al loro sapere, e quando è arrivata la crisi idrica, ho girato le spalle senza nemmeno ringraziare.

Brutta bestia - direbbe un altro loro politico affine – l’ingratitudine.
Mia nonna diceva: “Se non sopporti il male, non fare bene”
Ecco, in anteprima, l’articolo che apparirà domani sulla Provincia e, il giorno dopo su altri giornali cartacei e on line.

COMUNE DI ACRI
COMUNICATO STAMPA CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA

Le esternazioni dell’ex vice sindaco, Salvatore Ferraro, dimessosi qualche mese fa, non sono piaciute ai consiglieri di maggioranza che sostengono il sindaco Nicola Tenuta. In sostanza, Ferraro ha ripercorso le tappe che hanno portato alla vittoria elettorale di giugno 2013 ed alla composizione della giunta, non senza svelare aneddoti e retroscena. “Siamo costretti a rispondere al fuoco, una volta amico, dell’ex vice sindaco Ferraro, si legge in una nota, che ha sempre avuto la penna facile, già al tempo dei suoi impegni in seno a questa maggioranza. Adesso che si è sottratto, come i finti obiettori di coscienza quando la leva militare era obbligatoria, al fardello politico-morale dell’impegno civico, è diventato monaco amanuense. Ci siamo trovati spesso in disaccordo con il suo modo sferzante di rivolgersi a chi aveva idee diverse dalle sue, che in alcuni casi coincidevano anche con le nostre, ma Ferraro ha sempre fatto presente che le sue stoccate avevano un valore puramente personale e privato. Abbiamo provato, senza grandi risultati, a spiegare come le questioni personali degli amministratori si sovrappongano, purtroppo, quasi sempre alle questioni pubbliche.
Siamo stati sempre d’accordo, però, su una questione precisa, l’altra faccia della medaglia, quella relativa al confine tra il moralmente lecito e l’offesa fine a sé stessa, come esercizio di una presunta superiorità di intenti e di giudizio. Ferraro veste i panni di Michelangelo e spennella un nuovo “Giudizio Universale”; tutti sporchi, brutti, cattivi e colpevoli. Tranne lui, ovviamente. Ferraro vede fantasmi ovunque, anche se il quadro è semplice: gli è stato proposto il posto di assessore e di vice Sindaco ed ha accettato senza fare una piega, forte dei consensi della moglie; ha lavorato  per anni a fianco di persone per bene senza mai esprimere nessuna riserva ed ora li definisce affaristi; non ha mai manifestato nessun tipo di dissenso, tranne che in occasione della vicenda Mab (sulla quale tra l'altro dovrebbe riflettere visto che su 66 comuni che fanno parte dell'area, tra cui il nostro, solo in 16 hanno aderito alla Fondazione), ed ora sbraita. Ferraro non sa che i consiglieri comunali hanno diritti e funzioni riconosciuti dal Testo Unico sugli Enti locali, mentre tutti gli atti della giunta sono stati adottati sempre all’unanimità ( non esiste una sola delibera in cui vi sia stato il dissenso dell’ex vice sindaco), sa benissimo, invece, che tutti i candidati si sono impegnati per la elezione del Sindaco Tenuta, profondendo impegno, serietà e passione che lo stesso Sindaco in più occasioni ha sottolineato. Quello che è successo nel dopo elezione fa parte del naturale dibattito politico, caratterizzato, nel nostro caso, da una situazione finanziaria non semplice e sulla quale ognuno aveva espresso una propria opinione. Nessuno, però, è stato cacciato né sfiduciato.  Qualcuno si è dimesso per motivi personali, altri perché non condividendo l’azione amministrativa. Vogliamo ricordare al Dott. Ferraro che il comune è in dissesto non da oggi ma dal 2013 e l’amministrazione sta tentando utilizzando tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente per farlo uscire dal dissesto finanziario. Questi ultimi mesi della vita di Ferraro, che potremmo definire periodo Andreottiano (il potere logora chi non ce l’ha), Ferraro sembra stia procedendo alla stesura delle sue memorie politiche, come se avesse deciso di abbandonare l’agone. Chi lo conosce un po' come noi, sa che bluffa. Quando più sembra allontanarsi, disprezzare, schernire ed esorcizzare il potere politico è proprio in quel momento che prepara, affilando con cura e nell’ombra le armi, la sua discesa (o salita) in campo (sul prossimo carro). Il nostro ex vice ricorda quei bambini che, dopo essersi accordati per ore sulle regole del gioco, una volta iniziato, per capriccio per inadeguatezza per noia per allergia al confronto, decidono di abbandonarlo e di tornare a casa. Molte volte insultando gli amici. Alcune volte addirittura rubando loro la palla. Il nostro augurio a Ferraro è quello di crescere ancora un po', dal punto di vista dei suoi follower, ovviamente.
Ed infine gli ricordiamo un massima di Baltasar Gracian y Morales; “chi è dissetato ed è sazio volge le spalle alla sorgente. Finita che sia la dipendenza, finisce anche la gratitudine, e con essa la stima”.



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