Cerco per quanto possibile di disinteressarmi delle vicende
amministrative di questo Comune perché tanto, qualsiasi cosa io possa dire o
scrivere, non servirebbe a contenere i danni prodotti dall’incapacità di amministratori
e responsabili di settore, di ieri e di oggi.
Quando dico di ieri, mi riferisco a chi ha
amministrato dall’Unità d’Italia in poi, e, come scrivo nella nevbar del mio blog, “dopo
150 anni abbiamo visto ben pochi cambiamenti nel modo di fare politica.”
La responsabilità, da quando è in vigore il
suffragio universale, in gran parte è dei cittadini/elettori che continuano a delegare
e selezionare una classe dirigente che intende la politica come mero mercimonio,
una visione purtroppo accettata dalla maggioranza dei cittadini stessi, disposti a
votare chi soddisfa il proprio
interessuccio personale barattandolo con il più alto interesse generale.
Salvo poi assistere, specie sui social, al quotidiano piagnisteo che tutto va
male e che bisogna riportare Acri “agli
antichi splendori”(sarebbe interessante se precisassero anche il periodo storico!).
Fino a quando non ci sarà da parte dei cittadini una
salutare presa di coscienza dei propri diritti/doveri, un’autentica rivoluzione
individuale, civile e culturale, non ci saranno possibilità di cambiamento.
Ok, son d’accordo con voi, il prologo me lo potevo
risparmiare.
Veniamo al dunque. Il randagismo. Ne avevo trattato in un precedente articolo. http://www.ferrarosalvatore54.com/2016/05/timeo-communem-ignorantiam-et-confido.html
A distanza di due mesi dalle mie dimissioni, la
questione ha attirato di nuovo la mia attenzione sia per la sequela di trovate tanto
peregrine quanto pregiudizievoli messe in atto da chi amministra il Comune, sia perché, da cittadino che paga le tasse, mi
interessa come vengono spesi (sarebbe più corretto dire sperperati) i soldi
pubblici.
Brevissimo riepilogo.
Nel giugno 2014 la Giunta comunale approvava una
delibera, la n° 93 del 03/06/2014,
il cui oggetto era: “Convenzione per la custodia e il mantenimento dei cani randagi
catturati nel territorio comunale di Acri nel canile sanitario della ditta
Cinosport di Mendicino. Autorizzazione alla stipula.” Costo giornaliero per cane 1.60 € più
IVA, bloccato per 5 anni.
Il Responsabile del Settore “dimenticava” di
procedere alla stipula e alla sottoscrizione (suo era il compito) della
convenzione con la ditta Cinosport.
Dopo più di un anno e diverse sollecitazioni, si
scopriva che non si trattava di problemi di memoria ma di “mancanza di stima e fiducia”
nei confronti della Ditta, che adesso pretendeva addirittura un prezzo più alto
dei 160 euro pattuiti... anticamente!
Anche se il titolare della Cinosport, ormai esasperato,
non chiedeva altro al Comune, con diversi comunicati, se non di “venirsi a riprendere gli 80 cani custoditi
nel canile rifugio e i 30 cani fermi nel canile sanitario.”
L’intransigente e sicuro di sé Responsabile di Settore
in data 25/01/2016 preparava un bando di gara per “l’affidamento
dei servizi di cattura e custodia in canile sanitario e ricovero in canile
rifugio ecc. ecc.”, per un importo annuale di 65.000 € oltre IVA
determinato sulla base del costo giornaliero di 1,80 €
oltre IVA a cane.
Ma la gara, come qualcuno aveva troppo facilmente
previsto, andò deserta.
Allora, Sindaco e Responsabile di Settore dalle
mille risorse, non si danno per vinti e dietro l’onda di protesta di cittadini
e associazioni animaliste, trovano la soluzione decisiva. Ignorando ogni
disposizione di legge su compiti e funzioni dei Comuni e delle ASL in materia
di cattura e custodia dei cani randagi, decidono di creare un canile comunale.
Cominciando dalla… recinzione. Il resto si vedrà.
Ed ecco la Determina n° 97/5 del 18/06/2016 che
risolverà il problema definitivamente. “Il
Comune ha individuato un’area di proprietà comunale sita in località Gallice
ove riunire i cani randagi
presenti sulle strade cittadine”. Costo della recinzione: 15.000 €.
Subito trovata la ditta. Già pronto il recinto.
Non vengono specificate in delibera le modalità
operative, ma visto che la legge stabilisce che non è compito del Comune ma
dell’ASL catturare i cani randagi, “presenti sulle strade cittadine”, che
devono poi essere portati obbligatoriamente in un canile sanitario, si presume
che la “riunione” sarà
coordinata in prima persona, dal
responsabile del settore e dall’assessore al ramo che chiederanno ai cani se
gentilmente si possono recare in fila per due in quel di Gallice e, una volta
nel recinto, l’ultimo chiude il cancello.
Ma qualche giorno fa all’Amministrazione Comunale
(che ne sa una più del diavolo) viene in mente una soluzione alternativa, ma molto più finemente strategica, del
problema. Viene abbandonato il progetto del canile comunale, forse perché
qualcuno ha spiegato agli amministratori dalle poche idee ma confuse, che ci
sono dei criteri di legge da rispettare, dei pareri autorizzativi da ottenere,
insomma troppo complicato, e poi un canile potrebbe costare intorno ai 600.000
€, e dopo tutto, abbandonando il progetto adesso, sono stati buttati al vento
solo 15.000 €.
Per cui, contrordine. In data 28/07/2016 viene approvata
una delibera, simile a quella del 2014, il cui oggetto è identico. Si autorizza
di nuovo la stipula di una convenzione con la invisa e bistrattata Ditta
Cinosport. L’unica variazione rispetto alla precedente delibera è che il
costo giornaliero per cane è quasi doppio: 2.75
€, oltre IVA, scadenza 31/12/2016 , con revisione
annuale dei prezzi! Chissà che la Ditta abbocchi!
Ricapitoliamo con due conti approssimativi:
Dal 2015, per 5 anni, se fosse stata sottoscritta la
convenzione del giugno 2014, i cani sarebbero costati intorno ai 70.000 €
annui.
Invece adesso, con la “nuova” convenzione, ammesso
che la Ditta la sottoscriva – non è stata ancora informata - e ammesso che la
stessa ditta, una volta firmata la stipula, sia così benevola da non prendere in
considerazione la revisione annuale dei prezzi, giusto per mantenerci bassi, il
costo dovrebbe essere di 120.000
€
annui. Lasciamo perdere l’IVA e i 15.000 € spesi per la recinzione.
Danno erariale minimo: 50.000
€ annui.
Fermo restando che se il servizio fosse stato riavviato
nel giungo del 2014 il numero di cani randagi presenti sul territorio si
sarebbe ridotto notevolmente e non avrebbe raggiunto il livello allarmante
odierno.
Inoltre si sarebbero potute avviare soluzioni di
affido o di re-immissione sul territorio dei cani quarantenati nel canile
sanitario, riducendo sempre più i cani presenti nei due canili e il costo per
la loro custodia.
Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi ed
informazioni da parte di chi è “addetto” alla comunicazione istituzionale con i
cittadini.
I canili Cinosport
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