Grazie
Raffaele per questo pregevole e originale contributo alla storia della
filosofia e della scienza che illumina a giorno i secoli bui (il vero Medioevo
fu nel '500-'700), i "tempi maligni", come li definisce il Barrio
nella sua "Antichità e Luoghi della Calabria". Hai davvero srotolato
una mappa della Calabria scientifica e filosofica, mostrando "tutta la
ricchezza di una tradizione di pensiero locale dai contorni sempre più
larghi...". Pensatori più o meno sconosciuti, alcuni perchè "irriverenti", scomodi diremmo oggi,
verso il potere costituito, anche quello contemporaneo, e perciò occultati
anche nei secoli successivi. E come scrivi Tu "sono testimonianze di uno
spirito sapienziale che comunque vive e risiede, diremmo geneticamente, nelle
tradizioni, nelle usanze, nel costume e nella memoria biologica” dei Calabresi,
cioè di “contadini, boscaioli, artigiani, musicanti, viticoltori i quali se si
sanno ascoltare, osservare e considerare attentamente esprimono attraverso
gesti, abitudini e consuetudini sedimentati come rocce, una eruttante vitalità
d’ingegno impregnata di clima e umore mediterraneo”. Uno spirito sapienzale la
cui traccia genetica ha attraversato secoli di ignoranza, di sottomissione, di
barbarie ed è giunta fino ai nostri giorni anche impregnando un libro
eccellente come il Tuo.
Saturday, 26 December 2015
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