martedì 6 maggio 2014

LA SAGRA DELL'IPOCRISIA.


Ipocrita. Dal greco υποκριτής: falso, che finge. 
Nell'antica Grecia υποκριτής era l'attore, la maschera.


"Il Partito Democratico ha da subito affermato che il dissesto si poteva e si doveva evitare".
" L'UDC ha sempre dichiarato che il dissesto si poteva e si doveva evitare".
Entrambi affermano che Tenuta ha voluto il dissesto per far ricadere le responsabilità sulla giunta precedente e per tartassare i cittadini.
Alla sagra popolare acrese, in calendario tutto l'anno, i politicanti nostrani fanno a gara, con inimitabile originalità, a chi spara le balle più grosse copiandosi vicendevolmente..
Sembra di sentire gli imbonitori del Circo Barnum: "Entrate gente, più persone entrano, più bestie si vedono!".
Ma sono sempre meno le povere bestie disposte ad entrare per farsi prendere in giro da questi trafficanti di menzogne in maschera. Arriverà il momento che si renderanno conto che al loro spettacolo circense la platea è vuota e allora dovranno gettare le loro maschere alle ortiche..
Ma lasciamo i guitti strappalacrime sul loro palco e rivolgiamo lo sguardo alla realtà dei fatti.

La Corte dei Conti aveva dichiarato che Acri era in dissesto finanziario già il 16 maggio 2013, prima che Tenuta si insediasse. La stessa Corte faceva presente che dal 2007, ogni anno, aveva avvertito gli amministratori acresi che bisognava apportare dei correttivi alle manovre di bilancio perchè la situazione si aggravava sempre più. 
Dal 2007 (amministrazione Coschignano) fino al 2013 (amministrazione Maiorano) nessuno si è degnato di dare risposta agli ammonimenti della Corte contabile. 
Anzi la saggia e onesta Amministrazione Trematerra-Maiorano in tre anni, con abilità da giocolieri illusionisti, è riuscita, con un mirabolante sperpero di risorse, a creare un debito stratosferico di 20 e passa milioni di euro, sette dei quali fuori bilancio e di questi sette, un milione e 600 mila creati solo nei primi 5 mesi del 2013 (leggi: finanziamento illecito e involontario della campagna elettorale UDC a carico degli ignari cittadini di Acri).

L'amministrazione Tenuta, appena insediata, si vedeva costretta a varare una manovra correttiva (che avrebbero dovuto varare già  le amministrazioni precedenti), con rialzi di tributi e riduzione di spesa, per convincere la Corte che si poteva rientrare dal disastro finanziario senza imporre il dissesto.
Per la Corte dei Conti  i provvedimenti adottati non furono sufficienti e così ingiunse il dissesto finanziario con un'altra deliberazione. 
Di conseguenza il Prefetto comunicò che, se entro 30 giorni dalla data del provvedimento della Corte, il Consiglio Comunale non avesse dichiarato il dissesto finanziario, il Consiglio stesso sarebbe stato sciolto e sarebbe arrivato il Commissariato prefettizio.
E allora, commedianti allo sbaraglio, come si poteva evitare la dichiarazione del dissesto?
Facendo sciogliere il Consiglio? Forse sarebbe stato meglio, perchè il carico della pesante massa debitoria non avrebbero gravato su questa Amministrazione. E, dai pulpiti del consiglio comunale, chi è stato causa certificata del dissesto - l'UDC - non avrebbe potuto più continuare a spacciare quel patetico miscuglio di aria fritta e menzogne. Ma avrebbe dovuto rendere conto ai cittadini, nella successiva campagna elettorale, delle proprie responsabilità nella devastante condotta amministrativa finalmente illuminata a giorno.

E Tenuta che cosa fa? Ricorre contro l'obbligo di dichiarare il dissesto. Pur sapendo che, in caso di vittoria, il futuro amministrativo non sarebbe stato assolutamente agevole con quel debito gigantesco da dover smaltire. 
Ed il ricorso contro l'obbligo del dissesto presentato dall'Amministrazione Tenuta dinanzi alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti di Roma viene vinto. 
Una vittoria che dimostra le grandi capacità tecnico amministrative del Sindaco Tenuta e che fa venire travasi di bile ai rancorosi cantastorie dell'UDC. E che invece dovrebbero accendere un cero a S. Nicola per lo scampato pericolo di severi provvedimenti che i Commissari avrebbero loro inflitto.

E mentre l'amministrazione Tenuta dovrà impiegare tutte le sue energie per preparare il piano di rientro da presentare alla Corte dei Conti entro novanta giorni, il carrozzone del circo Barnum avrà 20 giorni di tempo per illudersi che il parlamentare europeo primatista assenteista possa varcare per un'altra volta il portone del Parlamentarium di Bruxelles, per l'allegria degli onorevoli colleghi parlamentari. Quelli veri.  












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