Gennaio 2005, sulla rivista d’informazione, cultura e dibattito politico dell’Associazione “Acri Nostra”, in un’intervista, Fabio Curto esponeva delle idee originali e delle proposte concrete, rivolgendosi ai suoi coetanei appassionati di musica.
Messaggi chiari ed entusiasmanti, come se fosse un
artista navigato e ispirato, un comunicatore che con competenza trasmette
motivazione per dar vita a nuovi modelli creativi, ma con la mente fresca ed
agile di un diciassettenne.
Lucide analisi sociologiche della nostra realtà: “Ci sono ad Acri diversi gruppi cosiddetti “emergenti”
e fra loro ci sono ragazzi davvero bravi, giovani che hanno davvero talento e
che magari si sono dati all’alcoolismo perché non hanno avuto fortuna o meglio
un aiuto”.
“La mia
principale aspirazione nella vita è quella di riuscire musicalmente. Le strade
sono tante, i luoghi sono pochi. Ci potrebbe essere il colpo di fortuna. Il
produttore al quale potrebbe piacere il tuo modo di far musica. O mandare una
demo ad una casa discografica o a riviste Metal che ti fanno la recensione. E
poi magari le case discografiche ti telefonano.”
Dieci anni fa ancora erano quelle le strade. Poi sono
stati tracciati nuovi percorsi, forse, o senza forse, meno romantici: i Got
Talent, i The Voice, e tutti quei format che gli americani sono così
bravi a piazzare in tutto il mondo.
Nel rileggere quell’intervista oggi, dopo che Fabio ha
ottenuto un riconoscimento straordinario delle sue capacità e delle sue tecniche
artistiche, sembra scontato che il successo sarebbe arrivato perché… era
scritto.
Dopo i grossi sacrifici, Fabio ha realizzato il suo
sogno. Senza aiuto. Né per colpo di fortuna. Semplicemente grazie al suo talento
e alle sue competenze artistiche.
E nel caso ce ne dovesse essere bisogno adesso: Buona Fortuna Fabio.
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