martedì 4 novembre 2014

CANDIDATI INCAPONITI VOTATI… ALLA DISFATTA.


QUELLI CHE HANNO STESO IL TAPPETO ROSSO DAVANTI A PALLA PALLA.


Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Se da Scopelliti è stato definito “Assessore di Punta” del suo governo, il merito di gran parte degli insuccessi conseguiti dalla uscente amministrazione regionale va attribuito a lui.
La giunta uscente si è distinta per un colossale disastro soprattutto in due settori: la Sanità e l’Ambiente.
Appena insediato, Scopelliti, col pretesto del rientro dal debito accumulato nella Sanità, ha pensato di chiudere più ospedali possibili, stando bene attento a mantenere aperti quelli della provincia di Reggio e di Vibo, notoriamente popolate da gente che non scherza. Falcidiati invece quelli della provincia di Cosenza. L’Ospedale di Acri è stato smantellato un pezzo alla volta, senza che l’Assessore di Punta muovesse un dito in difesa della sua città. Allo sfascio generale della sanità nella nostra comunità, che non riguarda solo l’Ospedale, corrisponde beffardamente un aumento della spesa sanitaria, determinata anche da affitti esorbitanti pagati, agli amici dell’Assessore di Punta, per strutture private che ospitano uffici dell’ASP.
Per chi crede nella riconoscenza, risulta sconcertante tanta disattenzione per la salute degli Acresi che, nel 2010, hanno tributato più di duemila voti all’Assessore di Punta e, contemporaneamente,  ne hanno riversato sul di lui papà 6.800, eleggendolo sindaco. Ma si sa, qui non siamo a Reggio né a Vibo, per cui i politicanti possono minchionarci come gli pare.
Nel comparto ambientale poi lo  sfacelo è stato immane. La miopia e l’insipienza della giunta regionale in questo campo, con la chiusura delle discariche (proprio come per gli ospedali), hanno portato la Calabria a continue emergenze collassanti del sistema rifiuti fino alla paralisi totale a poche settimane dalle elezioni regionali. Non si sa se il 23 novembre, riusciremo ad andare a votare - per quel che serve - se la spazzatura bloccherà le strade della nostra città.
Ma se sono state chiuse le discariche per i rifiuti solidi urbani, restano comunque aperte, anzi, spuntano come funghi, quelle delle scorie tossiche, dei rifiuti speciali e pericolosi, dell’amianto, della fosforite, dei fertilizzanti , e così via intossicandoci, che stanno determinando un aumento spaventoso delle malattie tumorali. E il Registro Tumori, istituito nel 2008 dalla Regione, dopo 7 anni ancora non ci comunica i dati epidemiologici statistici ufficiali per ogni Comune sull’incidenza dei tumori.
Nel nostro territorio in particolare, dopo i sotterramenti di fusti (tossici o contaminanti?) avvenuti per anni dal 1994 in poi, assistiamo al passaggio notturno di autocisterne, provenienti dal crotonese, e che, indisturbate, vanno a sversare in Sila i loro carichi micidiali. Siamo stretti nella morsa di numerosi e terribili fattori di rischio, che appestano aria, acque e suolo, e che stanno decimando la nostra popolazione.
Negli ultimi anni la giunta regionale, Assessore di Punta compreso, non ha intrapreso una sola iniziativa per avviare un progetto di bonifica dei siti contaminati ed inquinanti che ormai non presentano soluzione di continuità sull’intera Calabria.
E poi cosa dire del flagello della mafia dei boschi che sta distruggendo il nostro patrimonio forestale.
Ditte compiacenti e senza scrupoli, tecnici prezzolati, incendi devastanti e tagli indiscriminati e abusivi, negli ultimi anni, stanno uccidendo i boschi della Sila, tra Acri, Longobucco, Spezzano della Sila  e S. Giovanni in Fiore, per ingrassare il mercato clandestino ed illegale del legname, sul quale molte Procure della Repubblica hanno aperto fascicoli, in cui è stato coinvolto anche l’Assessore di Punta.
A  nulla sono valsi gli allarmi lanciati dalle associazioni naturalistiche e ambientalistiche che denunciano i continui scempi perpetrati anche all’interno delle aree protette che provocano ingenti danni all’ecosistema, al paesaggio silano,  e aggravano notevolmente  i rischi di dissesto idrogeologico.
E l’Assessore di Punta, titolare della delega alla forestazione, non ha assunto uno straccio di iniziativa per rafforzare le attività di tutela del nostro patrimonio boschivo contro l’illegalità.
E a proposito del suo assessorato non bisogna dimenticare che in cinque anni ha lasciato colpevolmente che l’opera di distruzione dei boschi fosse completata dalla processionaria e dal cinipide.
L’elenco degli atti mancati dell’Assessore di Punta sarebbe lungo e, anche, sintomatico di una catatonia costituzionale se non fosse smentita dal fatto che in un campo ha dimostrato grande vitalità. Nel distribuire prima delle elezioni  ad aziende agricole amiche una piccolissima parte (qualche milioncino spicciolo) di quel fiume di danaro di fondi europei 2007-2013 non utilizzato e  che ha lasciato tornare indietro. E nell’assegnazione di incarichi dirigenziali, il famoso e scandaloso “nominificio”,  nei carrozzoni sub e para-regionali, e assunzioni o promesse di assunzioni (postificio) negli stessi carrozzoni, di geometri, agronomi, forestali. Il tutto dal sapore molto clientelare e soprattutto molto elettorale.
 Ecco, chi ha operato in maniera così egregiamente esemplare, dovrebbe evitare di presentarsi di nuovo davanti al tribunale degli elettori, anzi dovrebbe andare in giro con occhiali, naso e baffi finti. Invece… dopo aver tentato di aggrapparsi  al carro del presunto vincitore Palla Palla, dal quale è stato buttato a terra senza tanti complimenti, e dopo che i berlusconiani gli hanno sbattuto la porta in faccia, il tapino si è incaponito a voler prendere l’ennesima rantellata sui denti dall’elettorato. Si accomodi pure.



Nessun commento:

Posta un commento