Lettera aperta a Giacinto Le Pera.
Egregio Giacinto,
utilizzo questa forma epistolare come
sintesi del modo di esternare il tuo pensiero nella scrittura: insulti in
pubblico e scuse in privato.
Naturalmente da parte mia insulti non ne
hai mai avuti né ne avrai.
Cerco nella vita pubblica e privata di
fare mio l’apoftegma del Padula Rara
concordia civium, anche se viene messo a dura prova dalla pedante
saccenteria di cervelli asfittici e lesionati.
La sera del 3 gennaio ero al telefono
con una persona che mi informava della tua partecipazione al film di Zalone, e
mentre me ne rallegravo - visto che ti stimo - ero anche costretto a difenderti dalla sua
malcelata invidia e dal suo manifesto discredito nei tuoi confronti.
In quello stesso momento - mi trovavo
davanti al pc - cliccando sulla pagina di Acrinrete mi appariva il tuo
articolo “acri e la calabria, Sud del Sud”
nella sua prima versione.
Ho chiuso con l’interlocutore, e per un
pezzo sono rimasto sconcertato, più che per gli epiteti - e il procurato orgasmo ai denigratori di
professione di cui sopra - per questi paradossali testa-coda di difesa e offesa.
Poiché affermavi di non voler più
interloquire con i “leccaculi” che amministravano Acri, mi son guardato bene dal chiamarti e dal
risponderti. E dato che inneggiavi alla Rivoluzione, da prendere sul serio
visto che ti rifacevi ad un personaggio che storicamente ad Acri ha
incarnato fin dalla tenera età lo spirito rivoluzionario, avevo incominciato a preparare le valige, per
raggiungere i miei figli a Londra.
Ma con mia grande sorpresa e tirando un
sospiro di sollievo, ieri, nella posta in arrivo della mia casella, ho trovato
la tua mail di scuse indirizzata al Sindaco e per conoscenza a me.
Al sindaco Tenuta spieghi: “Le mie affermazioni non erano assolutamente
rivolte ne a Lei come persona ne tantomeno ai suoi collaboratori”. Insomma il linguaggio e gli insulti erano indirizzati ad altri e non “verso coloro che, come Lei, si spendono con
fatica a gestire una comunità.”
Va bene, come dici tu, ma se il
Giacinto-pensiero è questo e non quello dell’articolo che hanno letto centinaia
di persone, non pensi che onestà e correttezza vorrebbero che tu lo rendessi pubblico?
Ad ogni modo, considerato che adesso ho il
permesso di interloquire di nuovo con te, ti faccio gli auguri per una gratificante carriera artistica, che certamente meriti viste le sudate esperienze fatte in tutti questi anni lontano da Acri.
Buon anno anche a te.
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