domenica 10 gennaio 2016

RARA CONCORDIA CIVIUM



Lettera aperta a Giacinto Le Pera.
Egregio Giacinto,
utilizzo questa forma epistolare come sintesi del modo di esternare il tuo pensiero nella scrittura: insulti in pubblico e scuse in privato.
Naturalmente da parte mia insulti non ne hai mai avuti né ne avrai.
Cerco nella vita pubblica e privata di fare mio l’apoftegma del Padula Rara concordia civium, anche se viene messo a dura prova dalla pedante saccenteria di cervelli asfittici e lesionati.
La sera del 3 gennaio ero al telefono con una persona che mi informava della tua partecipazione al film di Zalone, e mentre me ne rallegravo - visto che ti stimo - ero anche costretto a difenderti dalla sua malcelata invidia e dal suo manifesto discredito nei tuoi confronti.
In quello stesso momento - mi trovavo davanti al pc - cliccando sulla pagina di Acrinrete mi appariva il tuo articolo “acri e la calabria, Sud del Sud” nella sua prima versione.
Ho chiuso con l’interlocutore, e per un pezzo  sono rimasto sconcertato,  più che per  gli epiteti  - e il procurato orgasmo ai denigratori di professione di cui sopra - per questi paradossali testa-coda  di difesa e offesa.
Poiché affermavi di non voler più interloquire con i “leccaculi” che amministravano Acri,  mi son guardato bene dal chiamarti e dal risponderti. E dato che inneggiavi alla Rivoluzione, da prendere sul serio visto che ti rifacevi ad un personaggio che storicamente ad Acri ha incarnato fin dalla tenera età lo spirito rivoluzionario, avevo incominciato a preparare le valige, per raggiungere i miei figli a Londra.

Ma con mia grande sorpresa e tirando un sospiro di sollievo, ieri, nella posta in arrivo della mia casella, ho trovato la tua mail di scuse indirizzata al Sindaco e per conoscenza a me.

Al sindaco Tenuta spieghi: “Le mie affermazioni non erano assolutamente rivolte ne a Lei come persona ne tantomeno ai suoi collaboratori”. Insomma  il linguaggio e  gli insulti erano indirizzati ad altri e non “verso coloro che, come Lei, si spendono con fatica a gestire una comunità.”

Va bene, come dici tu, ma se il Giacinto-pensiero è questo e non quello dell’articolo che hanno letto centinaia di persone, non pensi che onestà e correttezza  vorrebbero che tu lo rendessi pubblico?

Ad ogni modo, considerato che adesso ho il permesso di interloquire di nuovo con te, ti faccio gli auguri per una gratificante carriera artistica, che certamente meriti viste le sudate esperienze fatte in tutti questi anni lontano da Acri.

Buon anno anche a te.


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