mercoledì 17 febbraio 2010

“Cio che si desidera nei giovani calabresi”

Vincenzo PADULA


“… quella degli affari comunali era una specie di scienza occulta; pochi adepti ne sapevano qualche cosa, e l’ignoranza degli altri cittadini agevolò i furti e le usurpazioni, e tolse via la possibilità di denunciare quelle usurpazioni, e di rivendicarle.
Tale mancanza di studi pratici, e di cognizioni di fatto nuoce all’attuale organamento dei comuni, ai quali la nuova legge comunale non ha arrecato quei frutti, che applicata da abili mani, deve immancabilmente produrre...
E’ tempo di farla finita con codesta ignoranza… E con l’egoismo e la grettezza di pensiero.…Il bene pubblico non si intende, se non è accompagnato dal privato: la strada non è buona se non passa pel mio fondo, se giova al vicino e non a me… Nel nostro paese si rovina una strada per ampliare di un palmo il nostro orticello… il Sindaco imprende a costruire una strada per manomettere il fondo di un suo nemico.
A codesto egoismo poltrone, che mette l’animo dell’uomo due punti sotto quella del bruto, noi faremo ognor guerra. Convertire i vecchi ne pare ed è impossibile: Cristo solo potè resuscitare Lazzaro morto da quattro giorni; ma cessare che, voi giovani, siate fuorviati dagli esempi paterni, lo possiamo… abbiate un palpito per essere degni del nome di uomini e del nome di cittadini…”

5 marzo 1864

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