Dopo questi arresti ci avvieremo al collasso totale del sistema rifiuti in Calabria.
http://www.corrieredellacalabria.it/stories/cronaca/20675_traffico_di_rifiuti_arrestati_i_vertici_della_daneco/
Traffico
di rifiuti, arrestati i vertici della Daneco
Operazione del Noe dei carabinieri con il coordinamento
della Dda di MIlano. In carcere amministratore e presidente della società che
gestisce gli impianti di Pianopoli e Alli e un funzionario catanzarese del
ministero dell'Ambiente
discarica di PianopoliTerremoto giudiziario a Milano: in
manette i vertici della società Daneco con le pesanti accuse di truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione e attività
finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Il Tribunale di Milano ha emesso
un'ordinanza di custodia cautelare per Francesco Colucci, presidente del
consiglio di amministrazione della società Daneco Impianti srl e Bernardino
Filipponi, amministratore dell'azienda che in Calabria gestisce la discarica di
Pianopoli e l'impianto di Alli. In cella è finito anche il catanzarese Luigi
Pelaggi, dirigente del ministero dell’Ambiente.
L'indagine denominata “Black Smoke” eseguita questa mattina dai carabinieri del
Nucleo operativo ecologico di Milano, congiuntamente ai gruppi di Treviso, Roma
e Napoli e con il supporto dei Comandi provinciali di Milano, Roma e Napoli,
giunge a conclusione dell’attività investigativa avviata nel 2011 che ha
interessato il sito di bonifica di interesse nazionale di Pioltello e Rodano -
polo chimico industriale - dove, nel 2004, il ministero dell’Ambiente aveva
autorizzato in via provvisoria e con urgenza l’avvio dei lavori relativi al
progetto di bonifica con lo smaltimento in impianti autorizzati di tutto il
nero fumo contenuto nella discarica denominata ex Sisas. In particolare, da
quanto emerso, la società Sadi Servizi Industriali spa, aggiudicataria del
primo appalto da 143 milioni di euro, ha presentato inizialmente agli enti
competenti il piano attuativo della bonifica in cui ha copnfermato la classificazione
dei rifiuti e la presenza del nerofumo. A seguito di procedura d’infrazione
avviata dall’Unione europea nei confronti dell’Italia per la mancata bonifica
del sito, la presidenza del consiglio dei ministri ha nominato quale
commissario delegato per l’esecuzione di ogni necessaria iniziativa finalizzata
alla prosecuzione e al completamento delle attività di Luigi Pelaggi, il quale
ha redatto una relazione in cui era illustarto lo stato dell’area e delle
operazioni di bonifica da far svolgere alla nuova società aggiudicatrice
dell’appalto, una volta ritiratasi la Sadi, ossia la Daneco.
Le indagini condotte dalla Dda di Milano avrebbero dimostrato come i titolari
della Daneco, Colucci e Filipponi, corrompendo il commissario delegato con la
somma di 700mila euro, avrebbero ottenuto illegittimamente l’aggiudicazione
della bonifica del sito pur non avendo i necessari requisiti e la
declassificazione dei rifiuti da pericolosi a non pericolosi, agevolando lo
smaltimento dei materiali in siti di proprietà. Tali condotte sarebbero state
condotte con l'apporto di Fausto Melli e Luciano Capobianco, responsabili della
Stazione appaltante – Sogesid spa, società partecipata dal Ministero
dell’Ambiente, nonché del consulente Claudio Tedesi, che omettevano le opportune
verifiche sulla regolarità delle operazioni di smaltimento.
Agli arresti domiciliari sono finiti: Fausto Melli, membro del Cda della
Sogesid spa, all’epoca dei fatti direttore dei lavori e responsabile per la
sicurezza del cantiere realizzato nel sito; Luciano Capobianco, membro del Cda
della Sogesid spa, all’epoca dei fatti direttore operativo del cantiere;
Claudio Tedesi, all’epoca dei fatti consulente tecnico del commissario
straordinario, nonché il deferimento in stato di libertà di ulteriori 38 persone
per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: tra questi,
funzionari pubblici e titolari di società operanti nel settore del movimento
terra e del ciclo dei rifiuti. L’attività, coordinata dalla Dda di Milano ha
portato gli inquirenti anche nelle sedi Arpa di Brescia e Milano, l’Istituto
superiore di Sanità ed il ministero dell’Ambiente a Roma.
LE RIPERCUSSIONI IN CALABRIA Le indagini del Noe sembrano
tutt'altro che terminate, si cerca di verificare se i rifiuti pericolosi
dell'ex area Sisas siano finiti anche negli altri impianti della Daneco come
quelli calabresi. Nell'ordinanza c'è un unico riferimento alla discarica di
Pianopoli, pronta per essere nuovamente ampliata. E' l'amministratore della
Daneco a parlarne al telefono. Ma a preoccupare ancora di più è la notizia
contenuta nel provvedimento del gip che la Prefettura di Milano avrebbe emesso
da tempo una segnalazione sulla Daneco impianti e su alcune ditte socie già
raggiunte da interdittiva antimafia. Attualmente gli impianti di Pianopoli e di
Alli reggono in piedi il sistema di smaltimento di rifiuti in Calabria. Dopo
gli arresti di oggi il rischio di un "collasso" si fa sempre più
concreto.
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