AD ACRI COME NEL RESTO D'ITALIA.
Continua il bollettino di guerra stragista che viene nascosto dalle Telefinzioni e dalla carta igienica stampata al soldo delle cosche, ma che giorno dopo giorno è davanti agli occhi di tutti.
Occhi che vengono chiusi, perchè le menti sono intorpidite, e anche se ci sbattono il naso, e si fanno male, a tutto possono pensare tranne che alla correlazione, tranne che alla ricerca della verità.
E il torto maggiore che si possa compiere nei confronti di una VITTIMA (un tuo amico, un tuo parente, una persona cara) è quello di non riconoscerla come tale, di ignorare le cause del suo tragico destino e non renderle giustizia.
Mai accaduto che tanti, troppi giovani, forti, in buona salute, con la voglia di vivere, con la loro amabilità che li rendeva i beniamini di conoscenti e amici, e gli idoli dei figli e delle figlie, venissero colti da morte improvvisa.
Ma l'altro atteggiamento imperdonabile è quello di vanificare il loro sacrificio non imparando alcunché dalla sofferenza e dalla loro testimonianza, permettendo che ad altre vittime tocchi lo stesso destino.
Oggi è in atto una sperimentazione di massa che sta mietendo vittime misconosciute, ignorate, abbandonate a loro stesse, negate.
Ai lutti non viene riconosciuta alcuna causalità, si impone la loro accettazione fatalistica come eventi naturali. Allo stravolgimento della vita di tanti fa eco un silenzio indifferente.
Viene negata in tal modo la dignità umana da parte di uno Stato egoista, cinico e baro, che impone, costringe ed abbandona.
Non si è più cittadini ma capi di bestiame. Si è ridotti a numeri, a QR code, a perdite insignificanti convenienti nel disegno generale, uno scotto da pagare di cui solo la sofferenza personale si fa carico.
Ma la tragedia non è rappresentata solo dai malgovernanti vili e venduti, ma anche dai governati appecoronati che non gridano contro la disumanizzazione della società, nè contro la censura che nasconde le vittime ed ignora il loro dolore.
Nessun commento:
Posta un commento