lunedì 30 luglio 2012

DEVASTATORI DI PAESAGGI

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COME HANNO DISTRUTTO IL NOSTRO COZZO PESCO.



Negli anni cinquanta e sessanta l'OPERA SILA avviò e portò a termine una dissennata e criminosa campagna di distruzione di centinaia di castagni secolari nella contrada LA MUCONE di ACRI. 
I castagneti furono rimpiazzati da pinete con il fine di utilizzarne il legname, a parere degli stolti vandali, più remunerativo rispetto al castagno. 
Il risultato fu esiziale, non solo per la scomparsa di una piccola economia locale basata sulla produzione e trasformazione tipica delle castagne, ma soprattutto per il danno incalcolabile alla bellezza del paesaggio.
L'incompetenza e la miopia degli artefici di questo immane crimine contro l'umanità portò alla cancellazione dalla faccia della terra di un'oasi di naturale bellezza pari, forse, al meraviglioso Parco di Cozzo Pesco, l'area posta nel cuore della Sila Greca, nel Comune di Rossano, che presenta la caratteristica unica al mondo: 103 piante monumentali di castagno di proporzioni colossali che raggiungono circonferenze di 9 metri e altezze che superano i 20 metri. In alcune di esse, dalla base quasi completamente cava, spesso si rifugiavano i pastori con le loro greggi per riscaldarsi e ripararsi dai temporali e dalle intemperie.  
A distanza di 50 anni dallo sfregio, frutto della vocazione autolesionistica dei nostri governanti di allora, non diversa da quelli di oggi, si intensifica la devastazione del territorio, con tagli abusivi e indiscriminati dei nostri boschi. Le poche pinete sopravvissute anche all'idiozia dei piromani, sono invase dalla processionaria che rende spettrale il paesaggio.
Risultato tipicamente calabrese: un gigantesco sperpero di risorse e un mascariamento del paesaggio.
Andiamo a rifarci gli occhi a Cozzo Pesco.


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